Ok, non è il mio genere ma... wow, cavolo se il tuo ragazzo tranquillo sembra me quando mi fermo troppo tempo a pensareXD
Partiamo dai giochi stilistici che hai messo in atto: parti dalla fine, da quando lui è sotto casa del giudice presumo, con questo flashback di un evento passato che preannuncia in un certo senso l'evento imminente; con questo narratore in prima persona che non ha filtri e sbotta tutta la sua rabbia non solo nei commenti esterni e inseriti magistralmente ma anche lungo la narrazione, dando spessore al personaggio e quindi alla trama - che praticamente qui sono la stessa cosa. E nel mezzo c'è un ripercorrere ciò che lo ha portato sotto casa del giudice, con un coltello in mano: un contest - esattamente quello a cui prende parte questa storia, e qui sta la genialità - su cui aveva posto speranze e che lo ha deluso, con un giudice incompetente che emette sentenze come se non ci fossero conseguenze. Quindi il narratore, che è anche il protagonista, diventa anche lo scrittore e, di conseguenza, anche il lettore. Wow, spero di aver spiegato bene la sensazione che hai creato, non so se te ne sei resa conto. Hai utilizzato il modo più franco e il genere più primordiale per spiattellare al lettore il suo vero Io, quello che c'è al di sotto della maschera che sopprime ogni giorno le persone: l'uomo è un animale, preda dei peggiori istinti, che per vivere sociale e comune si è costretto a incatenarsi dentro vestiti eleganti, modi conformisti e sorrisi di circostanza. Quanto è facile dire a chiunque ti passi a tiro "Buona giornata", quando falso è quella speranza che in realtà è solo un rito convenzionale. Se potessimo davvero dire in faccia alla gente quello che pensiamo - anzi, no, quello che il nostro Io pensa - uscirebbe il fango dalle nostre bocche.
Bellissima la commistione tra l'italiano, il dialetto romano e, mi è sembrato anche di notare, un mix di queste due fasi in un italiano più colloquiale, che si mantiene su toni non propriamente "grammaticali" ma che è di uso comune a dispetto della regione di nascita.
E passiamo al personaggio: unico. L'idea che hai creato in me va oltre la trama in sé, quella palese. Hai mostrato un ragazzo tranquillo, che può anche essere invisibile agli occhi della gente, comune e privo di alcun interesse; e ne hai descritto - chiarito - la psicosi senza inibizioni, priva di morale o etica, quello che un uomo a volte penserebbe di fare e lui invece ha fatto. Il che porta la tua storia su un altro livello. Ti è mai capitato di dover mandare giù un boccone amaro e dissociarti da un evento e nella mente pensare a mille modi in cui fare fuori qualcuno? Bene, è questo l'effetto che hai creato: quello che hai descritto è quello che succede nella mente di tutti noi, le stesse parole, gli stessi impulsi. Hai dato libero sfogo alla natura umana, elevandola dalle leggi morali ed etiche.
Complimenti!
A presto! |