Eccomi qui, inaspettatamente in anticipo sulla mia tabella di marcia. In verità, dovrei studiare per l'imminente esame, ma ti ho promesso questa recensione troppo tempo fa e Bilbo e Thorin sono due stelle, non potevo davvero dilungare la mia assenza. Non me lo sarei mai perdonato.
Comincio partendo con il dire che l'ho amata: sia la prima che la seconda parte – scusa se passo solo qui, ma ho pensato che fosse il modo più semplice per dirti un po' tutto con un minimo di senso. Dirti un po' come mi hai riempito il cuore e me l'hai rotto in mille pezzi fino alla fine.
La morte di Thorin è una ferita che mi porto dietro da quando ad undici anni ho chiuso l'Hobbit e mi sono fatta un piantino. Insieme così alla morte di Kili e a quella di Fili (la stilettata me la sono presa anche io, non sono Biblo al ricordo del giovane). Mannaggia a te, rinvangare certe cose è sempre un trauma. Come un trauma penso che sia alzare lo sguardo e incontrare due occhi blu, così simili a quelli che ha amato per una vita intera senza dire niente, quelli che ha amato dentro il ricordo di un viaggio che gli ha cambiato l'esistenza. Incontrare Thorin è stata la cosa che gli ha sconvolto la quotidianità, i pensieri e il cuore. Così fa male vederlo lì, appena svegliato dal suo riposino, a chiedersi se ha visto un fantasma, a pronunciare quel nome come un sussurro – quante volte prima deve averlo detto, impaurito di farsi sentire da Frodo? Quante volte deve averci pensato? Abbastanza, evidentemente, per accorgersi che quello è solo un errore e non può essere.
Invece è, Thorin torna come risvegliato da un sogno e ora non è più solo Grimris, ma ha dentro di sé lo spirito di un Nano che è stato re senza corona, che è stato re senza reame. Ha nel sangue la stessa forza, la stessa luce, lo stesso amore. E ha i ricordi, quelli sono impossibili da cancellare: c'è Biblo, ha sempre sognato lui, per quanto Biblo avesse mille voci e mille volti. Però lo vede adesso, lo tocca, l'accarezza – diventa tutto così reale e mi distrugge l'anima.
Questa storia mi ricorda che niente può essere mai cancellato, niente di perfetto può essere mai oscurato. Solo messo da parte, magari. E così Biblo glielo dice, prendendogli la mano, facendosi stretto tra le sue braccia per tutta la notte: è un po' una storia da "non è più tempo per noi".
E fa male, ecco come mi hai rotto il cuore in mille pezzi. Perché si ritrovano, ma non possono amarsi come avrebbero sempre voluto, non possono andare a comandare nella montagna, non possono passare i loro giorni a camminare per i cunicoli, per i boschi, raccontandosi e vivendo il passato. Non possono più perché uno è troppo giovane e all'altro manca troppo poco tempo. Le lancette scorrono e lo Scassinatore è sempre stato il più saggio. Così Thorin lo lascia, dopo una notte passata a raccontarsi la vita.
L'ho amata, seriamente: credo che sia una storia piena di tantissime cose e mi ha portato alla mente un sacco di bei ricordi. Immergermi nelle tue storie è sempre un modo per tornare indietro e trovare qualcosa che amo, ti ringrazio.
A presto spero – ho adocchiato anche un sacco di altre cosine, prima o poi passerò giuro.
Sia ❤ |