Recensioni per
§ottintesi
di Becky_S15

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/11/15, ore 00:34
Cap. 1:

Ho letto tante versioni del post Reichenbach e il momento più gettonato, oltre alla rappresentazione a volte grottesca della disperata solitudine di John, è quello del loro primo incontro dopo il “salto”. Sono stati fatti scorrere fiumi di lacrime, si sono succeduti abbracci improvvisi, suicidi teatrali, visite al cimitero degne di un centro d’igiene mentale. Non volevo soffermarmi sul tuo lavoro (che tu chiami “piccola storiella”) proprio perché non volevo ritrovarmi con altre scenate ridicole e poco verosimili. Poi ho proseguito attirata anche dalle variazioni di caratteri tipografici, e dai riferimenti a bellissime fanart. Così ho concluso, soddisfatta, la lettura. Soddisfatta perché l’aspetto OOC è ristretto solo alla mancanza di Mary come personaggio che suscita cambiamenti nelle vicende: quella donna mi dà fastidio perché la trovo destabilizzante in una storia umana in cui lei non c’entra proprio. Per quanto riguarda tutto il resto la tua ff, a mio avviso, è meravigliosamente IC e ciò non è semplice, soprattutto nel trattare le reazioni ed i comportamenti di Sh, figura quanto mai complicata e dalle diverse sfaccettature. Anche John è un uomo sorprendente, difficile da gestire come personaggio, in quanto apparentemente mite ma attraversato da pulsioni a volte violente. Però tu sei riuscita a costruire dei Missing Moments credibili, conditi con una sottile ed amara ironia, molto britannica che, troviamo presente anche nello Sherlock BBC. Efficace quel contrappunto di chiaroscuro nei messaggi telefonici in cui riporti il vero significato di parole falsamente anonime e tranquille; così sottolinei, in modo originale, il disperato richiamo di Holmes e l’incapacità, pienamente comprensibile, di John di riallacciare i fili del legame. Si passa poi alla scena, anche questa credibile, dell’irruzione di Sh a casa di un John frastornato. E qui inserisci una tra le frasi più IC che abbia trovato nella descrizione di un atteggiamento del detective: “…Poi Sherlock drizzò le spalle e si irrigidì, non interrompendo il contatto visivo con quello di John e lentamente si avvicinò…”. Holmes, infatti, non si sarebbe mai gettato impetuosamente tra le braccia di Watson, e tu, brava, lo rappresenti mentre deve razionalizzare quel momento e, pertanto, si sistema in posizione dominante ma che denota la sua fragilità. E’ la prima volta che ci lasci qualcosa di tuo in questa sezione: mi raccomando che non sia l’ultima.

Recensore Master
09/11/15, ore 20:13
Cap. 1:

Bellissima!
Davvero, mi è piaciuta molto.
È intensa, dolce, malinconica, rabbiosa e tenera.
È una delle migliori "reunion" che abbia letto.
A me piace Mary, ma hai perfettamente ragione: qui non c'entra niente.
Ancora complimenti.
Ciao! :-)

Recensore Master
09/11/15, ore 13:38
Cap. 1:

Trovo che questa oneshot sia drammaticamente realistica. Premesso che non sono catastrofista e che per quanto la presenza di Mary sia stata d'aiuto a John per superare il lutto, non sono tanto dell'idea che circola nel fandom che sarebbe potuto arrivare a certi drastici livello (tipo la depressione o il suicidio), quello che si avvicina più alla mia idea di John Post Reichenbach e senza Mary, è esattamente quello che hai ritratto in questa storia. Qui abbiamo un John indurito dalla sofferenza e dal dolore, un John che fa di tutto per cacciare via un uomo che prima di morire era praticamente tutta la sua vita. Ho trovato alcuni concetti che hai espresso immensamente drammatici. Primo fra tutti? Le bugie. John non mente mai. E se sa di dover mentire preferisce omettere un qualche particolare, raccontando, di fatto, una mezza verità. Ecco, qui invece dice una cosa quando ne vorrebbe dire un'altra. Decide di giocare un pericolosissimo gioco con Sherlock e lo fa perché vorrebbe tanto chiudere la porta, e fa di tutto perché esca dalla sua vita. Eppure al tempo stesso sa di non volerlo allontanare. E quindi gioca. Mente sapendo di mentire. Dice cose che non pensa veramente e racconta a sé stesso di non voler avere più niente a che fare con lui. Come dicevo, è una storia dura. Perché non è il limpido John Watson che ti aspetti di trovare, questo. Il tutto ha un'impronta malinconica, non angst, solo amara e triste. Anche se alla fine si risolve con un bacio e un pizzico di romanticismo che non fa mai male, e che rinfranca lo spirito, ci si ritrova lo stesso con una profonda amarezza addosso.

Insomma, un'introspezione su un qualcosa che sarebbe potuto benissimo accadere e che non avrebbe fatto altro se non accentuare quello che è stato il dolore di John negli anni di assenza di Sherlock. Come avrebbe affrontato i sentimenti contrastanti, senza Mary e con sia la felicità perché è vivo, sia con la rabbia perché gli ha mentito, in corpo? Ecco, hai risposto a tutte queste domande, facendolo molto bene.
Complimenti.
Koa