Ciao! Eccomi qui, pronto a recensire il prologo della tua FanFiction!
Allora, vediamo un po'...
Di solito divido la recensione in due parti: la prima incentrata su un'analisi per quanto riguarda la sintassi e la parte prettamente legata all'ortografia (il tutto con la massima umiltà, ci mancherebbe! Non passi il messaggio che mi reputi un esperto - mi piace semplicemente far presente cosa mi ha colpito o, al contrario, fatto leggermente ed eventualmente storcere il naso), la seconda che si attesta invece sulla trama e i personaggi. Detto questo, inizio dicendoti che scrivi davvero bene! Non ho notato nessun particolare errore (nemmeno di battitura); mi permetto soltanto di dirti che personalmente avrei cercato di dosare un po' l'uso delle virgole - in alcuni periodi credo che sarebbe stato meglio inserire altri esempi di punteggiatura, soprattutto quando descrivi delle azioni subordinate una all'altra. Per farti giusto un esempio:
[Lui se la sa cavare da solo, non ha bisogno di nessuno e vuole andarsene da lì, sa che un giorno riuscirà a trovare il modo di andare via e poter essere completamente se stesso, senza sentirsi giudicato o deriso
Io, personalmente (e sottolineo personalmente - capisco che il tutto sia a discrezione dell'autore, a meno che non vi siano delle chiare parti in cui un punto è oggettivamente più corretto di una virgola) avrei spezzato il ritmo inserendo quantomeno un punto e virgola più o meno a metà del periodo. Un risultato del genere:
[Lui se la sa cavare da solo, non ha bisogno di nessuno e vuole andarsene da lì; sa che un giorno riuscirà a trovare il modo di andare via e poter essere completamente se stesso, senza sentirsi giudicato o deriso.
Sempre personalmente avrei inserito un punto fermo anche dopo "se la sa cavare da solo", così da rimarcare ancora di più la risolutezza e la fermezza di questa affermazione. Ora, se l'uso di punti e punti e virgola deve essere ovviamente giudicato a tua discrezione (ci mancherebbe!), mi permetto però di sottolinearti l'uso forse ridondante di qualche virgola, proprio perchè in alcuni passaggi si venivano a creare dei periodi un po' troppo lunghi e forse un po' difficilmente seguibili - almeno da un punto di vista prettamente legato alla linearità del testo. Troppe proposizioni coordinate, specie se separate solo da una virgola e non invece da congiunzioni, possono creare una sorta di unico blocco. Ma, ripeto, è solo una considerazione personale: per il resto, trovo che il tuo lessico sia molto articolato e mi è piaciuto molto l'uso di parole che concorrono a creare la giusta atmosfera, in relazione soprattutto al carattere e ai pensieri del giovane Riddle!
Ottima anche l'alternanza di una narrazione in prima persona e una esterna - è come se la storia venisse presentata e indagata sotto luci differenti: la prima (quella in cui ricorri ad un narratore onnisciente che, sebbene esterno, conosce ciò che si cela nella mente e nel cuore di Tom) ci aiuta a porre le premesse e le basi sulle quali si costruirà questa "indagine dell'animo di Voldemort"; la seconda, più personale, in cui è Tom stesso a renderci partecipi delle proprie impressioni, dei propri segreti e di quelle sfaccettature legate alla sua permanenza nell'orfanotrofio (con annesse considerazioni circa la natura dei rapporti che egli ha instaurato con gli altri bambini e con i responsabili della struttura).
Per me hai colto in pieno il carattere di Tom - per usare un termine correlato al mondo della FanFiction, trovo che la tua rappresentazione del personaggio sia perfettamente IC. Tom è un bambino che già possiede un carattere estremamente insicuro, ma subito represso per non sentirsi debole; la sua infanzia si articola interamente su una serie di contraddizioni interne al suo animo stesso: desidera conoscere qualcuno speciale quanto lui e si domanda se in questa persona possa trovare magari un amico, ma subito dopo capisce che non saprebbe cosa "farsene" di un amico (proprio perchè non ha mai sperimentato tale sensazione) e accantona addirittura il solo pensiero di trovare qualcuno dotato delle sue stesse capacità; desidera andarsene da quella sorta di prigione (se così s può definire l'orfanotrofio che, bello o brutto, accogliente o freddo, lo ha comunque accolto quando era solo un neonato) ma vuole farlo da solo, senza essere adottato da nessuno, con la consapevolezza che dovrebbe comunque rimanere nel luogo dal quale vuole fuggire fino a quando non avrà legalmente raggiunto l'età per andarsene ed essere autonomo (previa visita di Albus Silente e ammissione ad Hogwarts - ma lui non immagina ancora che esista tale prospettiva, quindi provo a formulare ipotesi che potrebbero aver fatto capolino nella sua mente dal momento che è ancora ignaro del mondo magico che lo attende oltre quel mero mondo babbano). E poi quella vena tipica di Serpeverde - ALT, non parlo di cattiveria, qui siamo ancora lontani dal Tom Riddle malvagio; faccio riferimento a quella sfaccettatura caratteriale che elogia e mira a raggiungere fama, sicurezza di/in sè e potere. Davvero una descrizione mirata e perfettamente riuscita, a mio parere!
Infine, mi piacerebbe segnalarti anche una vena malinconica che mi ha colpito - non so se l'hai inserita volutamente o se è una sensazione che è nata solo in me approcciandomi alla lettura di questo bellissimo testo...
Comunque si tratta di questo passaggio: [È un bambino davvero precoce per la sua età, non crede a tutte le storielle che gli vengono raccontate, non crede che una qualche famiglia un giorno verrà a prenderlo.
Questa è secondo me la vera debolezza di Tom Riddle (e, poi, anche di Voldemort): la mancanza di speranza. Già da bambino lui non crede che potrà conoscere una famiglia che lo ami veramente, da qui - penso - nasca poi il suo rifiuto stesso di essere adottato. Ha perso qualsiasi speranza e, con essa, l'idea stessa di amore.
Un lavoro stupendo e validissimo!!
A presto - e complimentissimi ancora!
Ciao!!
Matteo |