Eccomi qui per la recensione che fu promessa
e sua è una bandiera di verde e di commenti u.u
Iniziamo questa storia, che narri in una prima persona che altelana tra il divertente e scafato ed il peperino, con una sorta di panoramica grigia sulla situazione, più che sui personaggi, in cui gli stessi si vengono a trovare. Non conoscendo Hunger Games non so dirti che citare il natale sia corretto o meno - se lo ricordano ancora oppure no? Boh!- ma l'usarlo, l'affiancarlo ad un paragrafo dentro una stesura che ci parla di, sostanzialmente, tributi umani aiuta ad accettare lo status quo.
E questo l'approvo; vende bene il senso di "meh, la morale è la vostra. Da noi è così e va così e suppongo che tra dieci anni andrà ancora così." Dunque un ingresso davvero niente male e che mi è piaciuto. Sembra esserci anche un sorta di volutaa confusione nel come la nostra protagonista ci dice le cose tornando due volte sullo starsene in camera sua; questo sottolinea che è una persona normale e che può distrarsi.
Un buon inizio!
Ma i DIstretti non andrebbero detti come "Primo Distretto, Secondo Distretto" invece che "Distretto Uno, Distretto Due etcetera etcetera"? Di nuovo, io non so quindi se puoi illuminarmi... è che mi fa un po' strano leggere Distretto 1!
Carina la panoramica sulla vita dei figli dei Vincitori; l'aspettativa che si nutre in merito a loro, unito al concetto degli hunger games, parlano di un marketing della morte e della violenza spettacolare. Da quel che ricordo, i Giochi dei Morti di Fame servono a tenere buona la popolazione, dare loro un piccolo fiocco di neve di speranza e distrarre da altri problemi. Con questa costruzione, non solo nell'atto dei giochi stessi ma nella lunga corsa sino alla loro attuazione, non è impossibile capire perché attraggano: interessano tutti, dall'inizio alla fine d'ogni edizione, e nessuno è una rotella dentellata più grande delle altre oppure esclusa.
Sono tutte componenti della grande macchina, Shade come molti altri, e la macchina gira. Ha un po' un sapore di spiegone ma gli spiegoni in prima persona sono, quando fatti con questa verve, accettabilissimi: in genere io sono contrario agli spiegoni, anzi prediligo il buttarti dentro la mischia senza dirti che il minimo necessario del minimo necessario e lasciandoti poi la fatica di comporre le tessere... però quando qualcosa mi viene spiegato in maniera nitida, con la giusta scansione tra "così sono i fatti" e "questo è quello che penso", lo spiegone si trasforma in un opera di worldbuilding niente male e la complimento.
Peraltro è interessante vedere la psicologia di questa società! Poche domande, poche remore, così è, così si fa.
Mi piace u.u
Però attenzione a mantenere lo stesso registro: se Shade viene addestrata ad uccidere sin dalla più tenera età, come succedeva storicamente, il prospetto di vedere qualcuno morire non dovrebbe colpirla tantissimo. Insegna ad un bambino che uccidere è Ok e che se ne va della tua vita puoi prendere quella di unaltra persona ed hai una buona probabilità che, senza interventi esterni, esso cresca ascrivendo alla vita (altrui) un valore mooooolto più basso rispetto alla sua.
Il fatto che Shade s'impressioni per la morte della ragazza-tributo dei giochi precedenti è, secondo me, un po' fuori luogo rispetto a come ce la narri poche righe prima: l'hanno cresciuta per non avere pietà, non deve averne. Non dico debba ridere ma secondo me confermerebbe di più se le sue reazioni fossero meno forti e più "ah, è come un cane..."
Attenta! Coltellata al cuore, non accoltellata al cuore! Accoltellare è l'atto di sferrare una coltellata, accoltellata è una persona che l'ha ricevuto!
Circa la parte che chiude il pezzo, con il lungo dialogo tra Ivory e Shade... qui sono un po' indeciso :/ da un lato è un torrente di frasi ed informazioni che ci dicono non poche cose sui personaggi. La costruzione è piacevole, ha una sua frettolosità che mi è piaciuta ma dall'altro lato quei dialoghi sono molto "ben costruiti".
Nel senso che non so quanto sarebbero quello che una diciottenne ed un ventenne si direbbero tra loro in una simile occasione, con un registro così eloquente e dettagliato. Non dico buttarsi l'uno addosso all'altra come dei cani, no, però in certi punti le frasi mi hanno dato un senso di "come ben sai", sopratutto da Ivory nel parlare di Shade.
Ora lei può avergli raccontato la sua vita ma... queste cose ci vengono dette da Shade diversi paragrafi sopra e lui ce le ripete, per quanto di bocca sua: è come in quelle serie tv statunitensi dove i dialoghi cercano di fare world-building oppure profondità del personaggio dicendo cose che l'altro interlocutore o già conosce o dovrebbe già sapere. Lo so che è dura da evitare ma secondo me meno si dice, in questi ambiti intendo, e più si lascia intendere vale di più di fare dire ai personaggi tante cose sugli altri che questi o già sanno oppure ci hanno detto con i loro pensieri prima.
Però scorre veloce e si alterna bene, la sua costruzione mi è piaciuta qui! ^.^
Ti lascio una bandierina verde per questo primo capitolo e conto, domani, di passare dal secondo! :)
E se non domani, appena avrò l'occasione: mi sta interessando!
Brava!
Bandierina meritata u.u
|