Per commentare non posso che spezzare questo scritto in due parti, perché mi sembrano talmente distaccate tra loro da chiedermi che cosa ci facciano all'interno della stessa storia. Personalmente, non riesco a vedere che cosa le tenga legate.
Della seconda parte [Tu non mi sei ancora venuta a salvare ... E dimmi un po' tu se mi dovevano rubare anche il dolore] non mi sento di dire niente: è roba tua, solo tua. Sarà una deficienza mia, ma non sono davvero capace di commentare qualcosa che intuisco essere troppo personale, né nelle tue stanze né in quelle di nessun altro. Mi sento sporca a recensire i sentimenti. I sentimenti non si possono recensire, punto e basta... Non ci riesco, è più forte di me. Lo trovo ingiusto, meschino, torbido, perverso. Come un uomo vecchio e sudicio che viola una bambina bianca, pura.
Posso rimanere colpita, oppure no, leggendo qualcosa di totalmente personale, cioè un non componimento, qualcosa che non sia stato soggetto ad un'elaborazione stilistica, ma che potrebbe stare benissimo in un diario segreto. Ma non posso apprezzarlo o disprezzarlo, perché non lo considero materia da giudicare. E allo stesso modo, non critico chi decide di esporre così esplicitamente se stesso: lo faccio anche io ogni tanto, a volte sotto forma di elaborato (poesia o altro), a volte proprio rudemente buttato lì. Non critico chi lo fa: è una scelta e basta. Non fraintendermi, non sto dicendo che mi infastidisca: molto spesso accolgo con grande interesse qualcosa di intimo e personale. Però, perdonami, io recensisco solo componimenti. I flussi d'anima non li tocco.
Dunque, passo a recensire l'unica parte che ho il coraggio di recensire: la prima.
Vuoi che sia sincera? Non l'ho apprezzata tutta quanta, ma solo a tratti, a singhiozzo. Hai descritto svariati ritratti che hai voluto spacciare per allegorie, ma alcuni sembrano contenere davvero immagini metaforiche, altri invece mi sembrano volutamente tirati per i capelli, tanto sconnessi da farmi pensare che nemmeno tu ne conosca il senso; sforzati al fine di incastrare questo pezzo nella categoria Nonsense, ad ogni costo. Io non ne capisco molto, lo ammetto, ma avevo l'impressione che le Nonsense non prevedessero la stesura di immagini assurde sotto ogni punto di vista (come la mamma senza figlio, l'anziana del terzo piano, l'uomo senza faccia). No, credo che richiedano comunque una rielaborazione concettuale, perché sai, anche e soprattutto scrivere cose che contraddicono la logica richiede l'uso della logica! Se bastasse scrivere cose insensate, potrebbero farlo tutti. Invece ho apprezzato l'immagine del leone con la corona di carta e della ballerina: a queste riesco a far corrispondere un diretto richiamo con la realtà, riesco a vedere la logica che sta dietro il voluto stravolgimento della logica. Non so se mi spiego.
Ho l'impressione di essere stata anche più prolissa del solito in questa recensione. Spero di non averti scoraggiato ma di stimolarti a migliorarti, sempre (perché non si finisce mai). Senza, credimi, la presunzione di averti illuminata... Non è quello che intendevo fare. Soltanto uno schietto parere.
Alla prossima, Eleonora. |