Appena ho visto il titolo di questa fanfiction sotto il tuo nome nella lista degli autori preferiti il mio cuoricino ha stappato lo champagne.
La aspettavo da una decina di mesi, ossia da quando mi sono imbattuta per la prima volta in una tua storia, dato che, come avrai avuto modo di capire, adoro Riza Hawkeye a livelli dannosi per la salute mentale e non vedevo l'ora di vederla centro di gravità di una storia scritta dai tuoi splendori di manine *^*
Perdonami se non recensisco subito il primo capitolo, ma me lo lascio per quando sarò tranquilla a casuccia con il mio sventurato gatto uwu
Anyways, veniamo a noi.
Ho notato con sommo piacere e una non indifferente ansia che hai deciso di partire con una delle mie scene preferite, soprattutto se guardata con gli occhi di una RoyAi shipper totalmente persa. Sinceramente la prima volta che ho visto l'anime, prima di aver letto il manga, mi aspettavo che Riza terminasse là la sua vita, dato che ormai sembravano morire in massa i bracci destri e tutto stava gradualmente incasinandosi. Sorvolando sulla quantità industriale di feels che mi assalivano come se non ci fosse un domani ogni volta che si presentava lo sguardo straziato del Colonnello, che chiamava disperato il suo Tenente. Mai riferendosi a lei con il suo vero nome, vincolandola stessa all'ordine che aveva dato, quello di non morire, e cercando così di rimanere concentrato sui gradi militari, che facevano trapelare Riza solo in parte, impedendogli di perdere completamente la testa. [Da una parte sono stata felice di vederlo ridotto così, devo ammetterlo u-u]
Quindi, mentre il nostro alchimista sta pensando ai diversi modi per rosolare un essere umano e vendicare l'amat- il suo più fidato sottoposto, la fonte di tante angustie sta pensando di lasciare l'uomo al suo destino e scomparire. La soluzione più semplice e immediata, se posti davanti a tutti gli aspetti negativi che dipingono la realtà, messi quanto mai in evidenza dalle flebili luci che ogni tanto si accendono su questo panorama. La progressiva perdita di conoscenza, unita allo stress accumulato nel corso della giornata, per non dire dell'anno, ha facilmente condotto i suoi pensieri su quella strada. Immersa in quel limbo, dove può semplicemente dimenticarsi di esistere, svanire, opzione quanto mai rafforzata dagli spettri di Ishval, seppur non razionalmente riconosciuti, ovvio che le pare scomodo dover tornare in quel posto che ha richiesto e assorbito tutta la sua forza d'animo. Un po' come d'inverno quando sei raggomitolata nel piumone e ciao vita, io non mi muovo di qua.
Non ci sono persone, in quella sua dimensione che si è creata, c'è solo lei e le calza a pennello. Non ha bisogno di correre dietro uomini che potrebbero morire da un giorno all'altro, lasciandola sola e debole, non ha bisogno di convivere ancora con il suo passato, certamente non in grado di creare un futuro anche solo vivibile, non ha bisogno di costruirsi giorno dopo giorno, di mantenere in piedi la sua dignità. È tutto estremamente semplice. Dopo tutto quel che le è successo sembra anche un po' dovuto, quindi perché non prendersi una pausa? [non intendo dire che è il personaggio che più ha sofferto in questo universo, ovb]
Sia ringraziato Roy che continua a trovare inconcepibile l'idea di vederla morire, e che quindi si lascia scappare quelle parole che mi hanno masticato che è una bellezza, che costringono Riza a uscire dal limbo per avvicinarsi di un passo alla realtà, a quel che è stata e che, in fondo, è, la pace ormai turbata, la bolla in cui era scivolata irrimediabilmente deformata.
La cosa carina è che se il colonnello ha messo la voce, quella che sta provvedendo alla distruzione della pace è lei stessa.
E via con un bellissimo e straziante flashback sul passato di questa bellissima e fortissima donna, parendo proprio da un istante in cui si è mostrata vulnerabile, terrorizzata dalla solitudine, proprio mentre sta per lasciare solo qualcun altro nel presente.
Inutile dire che già adoro questo tuo lavoro, anche se qualcosa mi dice che mi ridurrà molto male, vero? ç-ç
~Evaporo per non stressarti ulteriormente. |