Recensioni per
Rainbow of Blood
di Ayepandayay

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
28/12/15, ore 02:16
Cap. 1:

Ciao, sono qui per lo scambio di Facebook :D scusa il ritardo, le vacanze e la mia famiglia (vedi: mia madre che rompe le scatole per ragioni che ha capito solo lei) si sono messe in mezzo.
Okay, bando alle ciance, passiamo alla storia.
Innanzi tutto dal punto di vista strutturale, mi è sembrata a posto. Lo stile è scorrevole e non mi pare proprio che la grammatica abbia problemi. Bel lavoro :3
La storia è davvero molto interessante, mi ha incuriosita da subito e presa sempre più man mano che proseguivo nella lettura. L’idea di fondo mi piace moltissimo, anche se penso che nello sviluppo avresti potuto cambiare l’ordine di un paio di avvenimenti, ad esempio lasciare un po’ più a lungo un’aria di mistero attorno alla storia di Elex, andando man mano a svelare particolari per poi ricomporre tutta la scena e dedicarti alla battaglia della Città Nera, di cui avrei decisamente voluto leggere di più.
Ovviamente è un mio parere, e non è una critica perché ho comunque decisamente apprezzato ciò che ho letto, mi ha lasciata con un bel po’ di domande e sono molto curiosa di sapere come intendi far evolvere la storia. Btw secondo me Helen viene da questa Terra 2.0… Molto probabilmente mi sbaglio ma fino a prova contraria il mio headcanon resterà tale u.u
Complimenti e alla prossima!

Vic

Recensore Junior
19/12/15, ore 22:37
Cap. 1:

Salve! Sono passata per lo scambio a catena. :)

Ok, leggendo mi sono subito accorta che questa recensione aveva la possibilità di diventare molto lunga. Per comodità mia e tua, ho deciso di articolarla in più punti separati, di modo che risultasse di facile consultazione quando vorrai leggerla (o rileggerla, come spero).

Premetto che i miei sono semplicemente consigli, assolutamente sindacabili e per nulla incontrovertibili; sono formulati con lo scopo di aiutarti e, insieme, darti una sincera opinione sulla storia che mi hai sottoposto, che ho letto con tutta l'attenzione che ogni testo merita da un recensore.

Partiamo dunque con questo mio papiro.

GRAMMATICA E STILE

- In generale, la grammatica è molto buona. La storia si legge in modo scorrevole, e se riscontro errori, i più frequenti sono piccole ripetizioni di termini o di espressioni, reiterati a breve distanza tra loro. A volte, alcune parole che utilizzi risultano poco precise, anche afferrando il significato che desideri dare, oppure poco eleganti, ma si tratta di leggerezze che possono essere facilmente risolte rileggendo e facendo pratica di scrittura.

Ecco una lista delle imprecisioni che ho trovato leggendo (il più completa possibile):


"tranquillizzante" --> Il termine non è molto elegante. "Rassicurante" sarebbe forse più adatto alla frase.

"reggesse" --> Capisco sosa intendi; tuttavia, trovo che un sinonimo come "tenesse" sia più preciso ed elegante.

"mani" / "mani" --> Una piccola ripetizione di termini. Potresti usare "dita" al posto del primo "mani", per variare.

"e tutto quello che era stato una protezione per lei" --> La frase è un po' convoluta. La snellirei con "la sua unica protezione".

"portò" \ "si portò" --> Un'altra piccola ripetizione.

"verso un qualche posto" --> Anche qui, non mi convince del tutto. Potresti usare "verso un imprecisato luogo"

"la città più a nord" --> Senza una virgola tra "città" e "più", pare tu ti stia riferendo alla città più a nord esistente in Ellex. XD

"Dopo essere stata presa a schiaffi e pugni involontariamente" --> Non ho ben capito, qui, come la scena si svolga: come può essere presa a schiaffi e pugni involontariamente?

"Nonostante tutto era contenta di aver mangiato tanto indefiniti giorni prima, almeno la fame non sarebbe stata la causa della propria morte." --> Una frase che si potrebbe migliorare, magari gestendola meglio. Per esempio, potresti dire: "Perlomeno, non sarebbe morta di fame. Non ricordava più esattamente quando, ma si era ingozzata fino a scoppiare. Ne era certa: sentiva ancora il cibo pesarle sullo stomaco gonfio."

"ma" / "ma" --> Piccola ripetizione.

"immerse la testa completamente nell’acqua" / "riemerse" --> L'accoppiata "immerse" & "riemerse" non delle migliori. Potresti ovviare con "Ficcò la testa nell'acqua, completamente; [...] riemerse...".

"E poi i suoni" / "suono" --> Sostituirei il punto fermo coi due punti, in quanto la frase seguente è direttamente retta dalla prima. Inoltre, tra "poi" e "suoni" metterei una virgola, che cadenza meglio il tono di lettura. C'è una piccola ripetizione, a seguito, facilmente risolvibile con un sinonimo.

"colpita" / "colpo" / "colpì" --> Anche qui, alcune piccole ripetizioni.

"prendeva una decisione" / "prendeva una decisione" --> L'espressione viene ripetuta a distanza ravvicinata in modo esattamente identico. Potresti variare utilizzando qualcosa di simile, come "mettersi in testa una cosa".

"una specie di carro volante" --> Questa frase risulta davvero goffa. La sostituirei del tutto, non liquidando la descrizione del mezzo di trasporto, che aiuterebbe a creare la giusta atmosfera.

"progettato" / "progettato" --> Ripetizione.

"occhi" / "occhi" --> Ripetizione.

"con tono" --> La giusta preposizione è in \ nel.

"passi" / "passo" --> Altra piccola ripetizione.

"L’uomo avvicinò le dita al polso del cadavere e spalancò gli occhi quando si rese conto che quello non era un cadavere." --> Metterei: "... e si rese conto che cadavere non era."

Chiunque quella persona fosse, era ancora viva. --> Trovo che "persona" appesantisca inutilmente la frase.

"persona" / "persona" --> Piccola ripetizione.

"sul tavolo vi" --> Il "vi" è pleonastico.

"sala" / "sala" --> Altra piccola ripetizione.

"entrare" / "entrò" --> Magari potresti usare un sinonimo per variare, anche qui.

"aura" --> Qui forse volevi dire "aria"?

"le avevano detto che nelle Volpi c’erano sicuramente i migliori medici di Elex, si sentì discriminata" --> Per la consecutio temporum, in questo caso non dovresti usare il passato remoto, ma il trapassato prossimo.

"ragazzina" / "ragazzina" --> Questa ripetizione finisce per confondere il lettore, essendoci due "ragazzine".

"sopracciglio confuso" --> Manca una virgola tra "sopracciglio" e "confuso".

"vi erano" --> Anche qui, il "vi" è pleonastico.

"aveva provato a tenere in mano un’ascia apparentemente leggera, ma aveva dovuto posarla subito, perché in realtà troppo pesante." --> Non c'è nulla di errato nella frase, ma la snellirei per una più piacevole lettura, oppure darei un certo "carattere". Magari potresti buttarla sull'ironia: "... aveva provato a tenere in mano un'ascia che, sì, pareva leggera, ma si era rivelata più pesante di loro due messe insieme".

"con tono" --> "In tono".

"battaglia" / "battaglia" --> Piccola ripetizione.

"ragazzina" / "ragazzina" --> Come sopra.

"furono sostituiti" / "fu stipulato" / "fu percepito" / "fu" --> Anche qui, per la consecutio temporum dovresti usare il trapassato prossimo.

"molte persone" --> Non si tratta di un errore, tuttavia ti sconsiglierei di usare "persone" e sostituire il tutto con "molti".


- Per quanto riguarda lo stile, ho trovato la storia acerba da questo punto di vista. Nonostante la buona grammatica, devi ancora trovare un carattere distintivo che renda la storia esclusivamente "tua". Questo può essere dato anche dalla mancanza di descrizioni vere e proprie (a parte quelle fisiche, di cui parlerò in seguito) e da un'assenza di, non so, giusto pathos per la materia che desideri trattare. Si può dare emozione a una storia anche senza scivolare nel tragico; la prima parte, da questo punto di vista, è decisamente migliore. Scrivendo della condizione di preda braccata in cui Helen versa, riesci a trasmettere il senso di timore che la attanaglia. La scena risulta vivida, ma andando avanti a leggere, questa vividezza si perde un po', scivolando nell'elencazione di una serie di azioni ed eventi che si mangiano i sentimenti di Helen; procedendo ancora, gli eventi si susseguono veloci, senza soffermarsi troppo sui pensieri dei personaggi, sulle ambientazioni, su ricordi che aiutino a creare un'immagine nella mente di chi legge.

In una parola, sei troppo essenziale: dovresti lavorare su come inserire le informazioni, in che modo e in che misura, in modo che risultino in pensieri verosimili e in personaggi che "sentano" di più. In questo modo, il lettore verrà trascinato con loro e spinto ad innamorarsene fino a farsi rapire - che poi è il punto di scrivere una storia.
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Andiamo quindi a parlare di quanto, nello stile di narrazione, non mi ha convinto.

LA NARRAZIONE:

- Restando su un livello stilistico ma che sfocia anche nel narrativo, ho già segnalato una certa secchezza di descrizioni e di emotività; le tensioni dei personaggi vengono nominate ma non vissute, il che si riflette sulla caratterizzazione (che avrà però un punto a sé), e sulla creazione del tuo universo nella mente del lettore.

Soffermandoci un attimo, però, sulla gestione della materia narrata ho notato, nonostante una gestione dei tempi abbastanza buona e ritmata, la tendenza a dilungarsi in modo eccessivo (il tragitto di Helen dal bidone esploso al fiume avrebbe benissimo potuto subire un cut), oppure a fermarsi bruscamente con descrizioni fisiche che diventano preponderanti rispetto alla materia narrata.

Certo, farsi un'idea dei personaggi a livello anche fisico aiuta la visualizzazione; tuttavia, la priorità dovrebbe essere creare l'atmosfera, in modo che le descrizioni dell'aspetto si amalgamino bene con il racconto e non risultino, invece, in una brusca frenata che disorienta il lettore. Dire per esempio: "Era vero, Jeanne aveva un carattere molto simile a quello del padre, ma fisicamente assomigliava molto alla madre: i lunghi capelli castani che le arrivavano alla vita, gli occhi castani un po’ incavati e la pelle olivastra" così dove è messa, non ha molto senso. La priorità dovrebbe essere la partenza di Jeanne per la guerra, i sentimenti del padre resi in modo più complesso che con un semplice "tormento" appena accennato e in funzione della trama - il ritrovamento di Helen nel fiume, conseguenza della sua passeggiata notturna.

La guerra è una parte preponderante del tuo racconto; dovresti dare più spazio ai mezzi di trasporto, all'atmosfera, a ricordi dettagliati di come è cambiata la vita tra il "prima" e il "durante". Certo, inizialmente descrivi l'odore dell'aria così com'era durante il conflitto; ma non basta a trascinare il lettore nel conflitto - ed è possibile, credimi, anche se la guerra è senza nome e tra chi non si conosce. Dovresti lavorare su questo punto, magari leggendo altre opere che ben trattino il tema per cercare di ricreare quel pathos, quella ridda di sentimenti, che spero tu non abbia mai vissuto in prima persona: il cuore pesante, il timore di non vedere tornare le persone amate, l'insicurezza, le difficoltà dei soldati, il regime marziale. Tutti elementi che di certo fanno parte della tua ambientazione, che in parte nomini ma su cui non ti soffermi.

Le descrizioni fisiche piazzate in momenti poco appropriati si ripetono, anche nel caso di Julian e di Arabelle. Il paragone che tracci tra Arabelle e la sorella dovrebbe propendere di più sul carattere, che sulla fisicità, che potresti solo accennare.

Ci sono molti modi per descrivere un personaggio senza fermare la narrazione; basta inserire le caratteristiche con discrezione, anche in frasi che si concentrino su altro. Ti faccio un esempio pratico (sperando di non risultare pedante):

"Irene sorride. Gianluigi la osservò preoccupato: dietro l'aria coraggiosa, sapeva che doveva star soffrendo molto, e la tristezza si rifletteva sulla sua pelle pallida, sulle guance esangui. Tacque, mentre lei batteva le palpebre, facendo fremere le ciglia chiare. C'era rossore, attorno all'azzurro delle sue iridi".

Questo solo per fare un esempio. La stessa cosa capita con la descrizione della camera di Thomas, quando Helen ne esce: non ha molto senso raccontare i dettagli dell'arredamento della stanza per arrivare a dire che Helen ammira Thomas per il suo sogno, se non crei un ponte tra le due cose. Magari, nella stanza ha appeso disegni, quadri, poster che simboleggino il sogno che Helen ammira in lui.

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Chiudo il capitolo descrizioni per segnalare altri elementi che frenano la narrazione, perché il lettore è costretto a porsi delle domande su quello che sta leggendo.

1) Il fatto che il padre decida di uscire di casa e smettere di tormentarsi, per poi fermarsi sul fiume e tormentarsi ancora per la sorte della figlia maggiore in battaglia, andrebbe gestito meglio. Per la fretta di presentare il salvataggio di Helen, sacrifichi l'interiorità di questo personaggio maschile a cui pure vuoi dare risalto più in là nella storia. Dovresti rallentare, mostrare il filo conduttore dei suoi pensieri, delle sue emozioni. Mostrarle, non nominarle.
Questa frase, poi: "Camminava con passo pesante mentre si accarezzava la lunga barba scura e faceva ricadere le grosse mani sull’altrettanto grossa pancia." è un buon punto di partenza; tuttavia dovresti mettere un "poi" tra "e" e "faceva", per dare sequenzialità alle azioni; inoltre, non basta davvero a mostrare la paura di un padre che potrebbe perdere la figlia. Dovrebbe stare letteralmente impazzendo.

2) Arabelle e la medicina.

Personalmente, che una ragazza giovane come Arabelle ne sappia, di medicina, tanto da "percepire in qualche modo" che qualcosa non andava, e poi farle dedurre dal colpo alla nuca che il cervello di Helen è stato danneggiato, è un po' troppo azzardato. Ti soffermi nella mente di Arabelle; dunque, dovresti farle formulare pensieri più simili a quelli di un medico, o di una guaritrice. Liquidare il tutto con "in qualche modo" non dà né verosimiglianza al personaggio, né, nel bene o nel male, lo avvicina al lettore. Questa frase: "Si sentiva impotente, e anche se sapeva benissimo di non poterci fare nulla, era così frustrante la consapevolezza di essere inutile." è estremamente ridondante. Ribadisci il concetto per tre volte, senza che nulla aggiunga al personaggio. E' l'orgoglio, a parlare? L'impotenza di vedersi scivolare via la vita di un essere umano per la propria incapacità? Tu, che costruisci il personaggio, puoi comprenderlo bene; chi legge ha bisogno di essere guidato, e tu devi inserire delle linee che possano accompagnare il lettore alla comprensione.

3) Questa frase: "Boh, si rispose, e ripose quelle tre domande nella parte della propria mente dove vi erano tutte le milioni di domande cui si era risposto "boh"." è inaccettabile. Semplicemente, si può descrivere come un soufflé che si gonfia, e si sgonfia appena prima di uscire dal forno. Julian si pone verso la questione con troppa leggerezza. Di fronte, ha una ragazzina dell'età di sua sorella potenzialmente in punto di morte. Il pensiero spontaneo è che si trova di fronte una vittima della guerra; liquidare così la questione è davvero svilente per il suo personaggio. Soprattutto per uno che viene presentato come un ragazzo con utopie. D'accordo che sia passivo; ma è lui stesso a riflettere sulla guerra e sulla sua inutilità. Avresti potuto cogliere l'occasione per affrontare la sua interiorità, soffermandoti su Julian. Si tratta di un prologo, certo, ma con un paio di frasi ben piazzate, meno vaghe, avresti avuto più successo.

4) Altre imprecisioni:

a) Qui dici: "[...] annuì la donna, lievemente sorpresa dall’indifferenza della ragazzina". Perché, "indifferenza"? Hai parlato di uno sguardo serio, non di un basso interesse verso la situazione.

b) «Capiremo a quale tribù appartiene quando aprirà gli occhi.» Non ha molto senso, questa frase, rispetto a quello che dici dopo: la mescolanza dei segni particolari delle varie tribù è già ben visibile in Helen nella corporatura, carnagione e capigliatura. Inoltre, sono sicura che durante le visite venga controllato lo stato delle pupille, e dunque il colore delle iridi, di default.

c) Infodump (ovvero, la cascata di informazioni):

In alcuni punti della narrazione, ti fermi a inserire informazioni sui personaggi e sull'ambientazione che risultano poco naturali. Le descrizioni fisiche rientrano in questa categoria, ma anche frasi come: "«Già.» disse solo l’infermiera in tono neutro «Ma il vero problema è l’uniforme. Quella degli Orsi è marrone, dei Leoni blu, dei Topi e delle Pantere nera. Quella delle Volpi dovrebbe essere verde ma… beh, loro non combattono mai.»" risultano poco naturali, perché pronunciate a beneficio del lettore da personaggi che certamente conoscono questa realtà e non hanno bisogno di ricordarsela.

Allo stesso modo: “Un capo tribù non può andare in battaglia, a meno che la battaglia in sé non si svolga sul suo territorio.” Questa era una delle leggi del Codice delle Tribù –l’unico libro di leggi che le quattro tribù avessero in comune.", risulta una frase interamente rivolta al lettore, non un pensiero naturale del personaggio.

Il caso più "grave" è l'escursus sul Trattato che poni alla fine della narrazione: piuttosto che arrestare del tutto il filo della narrazione, avresti potuto costruirei un migliore dialogo per spiegare la situazione al lettore, che in questo modo avrebbe, di rimando, imparato a conoscere padre e figlio e la loro dinamica, che tu solo accenni.


CONCEPT

- Per quanto riguarda il concept, ho trovato interessante riunire i quattro continenti. Tuttavia, non ho ben chiara la geografia che hai voluto creare: com'è possibile che Helen, a piedi, sia riuscita ad arrivare dalla terra dei Topi e delle Pantere fino a quella degli Orsi? La famiglia che l'ha accolta abita al confine?

Anche l'idea delle quattro "razze" mi sta bene, ma fino a un certo punto: dove sono finite le popolazioni orientali, gli individui di colore, ecc.? Perché sono tutti occidentali? Per quale motivo i tratti fisici si mantengono e come hanno fatto a dividersi tra le varie popolazioni se i loro antenati dovevano essere gli abitanti di una Terra già soggetta al melting pot?

A parte i soprannomi affibbiati ai vari popoli, culturalmente, cosa distingue le varie popolazioni? Gli Orsi vengono definiti i migliori "cacciatori", quasi fosse sinonimo di arretratezza, eppure, parlano in maniera forbita, hanno ospedali funzionanti e macchine in grado di trasportarli, contraddicendo questo stereotipo dispregiativo. Dunque, dove sta la differenza in tecnologia?

Sono solo alcune domande che vengono in mente. Certo, si tratta di un prologo, ma le premesse vanno gettate in qualche modo. Magari, tienile presenti per costruire la storia in futuro!

CARATTERIZZAZIONE

Per quanto riguarda la caratterizzazione:

1) Aldilà dei miei pensieri personali sulla protagonista (con cui non simpatizzo: l'ho trovata un po' troppo presuntuosa), ho alcuni dubbi sulla sua caratterizzazione: la sua reazione di fronte alla perdita di memoria, così entusiasta, l'ho trovata poco verosimile; si vede già vincitrice della gara di canto regionale, ma non si fa cenno di una sua bravura in questo campo, prima. Inoltre, attenzione al non renderla troppo "speciale": si rischia nello scivolare nel "fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale".
2) Per quanto riguarda gli altri personaggi, occhio perché a volte finisci per contraddirti: vuoi che il padre di famiglia abbia autorità, ma sua figlia secondogenita riesce a decidere per sé, quasi intimorendolo; Arabelle viene descritta come isterica, ma non urla che una volta, per poi dimostrarsi calmissima. Thomas è solo accennato: attenzione, è un bambino, ma comunque ha una sua dignità. di Julian ho già parlato; per quanto riguarda Jeanne, è forse l'unica ad aver subito una crescita; tuttavia, com'è possibile che in due anni non sia mai venuto fuori in famiglia il trauma che in guerra l'ha cambiata rendendola tanto fredda?

PUNTI POSITIVI

- Dopo queste mie perplessità, devo comunque aggiungere che non mancano i punti positivi.

La buona grammatica e la scorrevolezza del testo, che ho già menzionato precedentemente, giocano a favore di una lettura piacevole; che poi tu abbia riflettuto su che struttura dare alla tua Terra è evidente ed è sempre un bene. Il canovaccio che hai presentato e le dinamiche trai personaggi, sulla carta sono ben pensate e hanno la potenzialità di essere interessanti, se sviluppate al meglio e con cognizione. Inoltre, il potere che credo di aver individuato in Helen potrebbe avere dei risvolti intriganti, soprattutto una volta che sarà chiara al lettore la direzione che desideri prendere con questo racconto.
Riassumendo, hai gettato semi su un buon terreno; ora, dei prendertene cura affinché in primavera sboccino fiori profumati, eliminando ogni malerba.

In conclusione - e sì, dopo tutto questo papiro, concludo qui - mi sento di consigliarti di non abbandonare assolutamente questa storia, ma prenderti più tempo per ponderarla nei suoi dettagli. Concentrati sul funzionamento del mondo da te creato, sulla coerenza con se stessi dei personaggi - i quali, attenzione, non devono per forza essere tutti positivi, ma in ogni caso accattivanti. Consiglio anche di cercare il secondo parere di una brava beta, che sappia porsi e porti domande simili alle mie; un lettore fisso, che segua la storia nella sua interezza e conosca a prescindere gli obbiettivi che ti sei data circa la trama e i personaggi, ti aiuterà moltissimo a stare concentrata e ti segnalerà qualunque incongruenza.
Una volta che questo lato della tua scrittura sarà meno acerbo, con alla base la buona grammatica che già possiedi, lo stile e la gestione della storia fioriranno da sé. Quindi ti invito assolutamente a non spazientirti o deprimerti, ma a continuare a lavorare duro e a esercitarti, anche con la scrittura di pezzi più brevi in cui tu possa giocare con i vari stili fino a trovarne uno tuo.

Per oggi, mi vedo costretta a lasciarti un giudizio neutro, che non formulo a cuor leggero ma con onestà; tuttavia, hai di fronte a te una lunga strada e tanto tempo per affinare le tue capacità. Sono fiduciosa!

Alla prossima. ^^

Nuovo recensore
15/12/15, ore 12:25
Cap. 1:

Ciao,
​ho letto la tua storia e devo dire che mi ha presa molto,l'ho letta tutta d'un fiato e la prima cosa che ho pensato é stato il tuo modo di scrivere:fluido é coerente... Mi sono subito innamorata dei personaggi

Aspetto il prossimo capitolo...
xo xo