Recensioni per
E pensare che c’è ancora chi crede alle favole
di tixit

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao Tixit, ho voluto leggere la tua oneshot incuriosita dal fatto che ci hai presentato Bernard e Fersen, due personaggi davvero agli antipodi, sia come status che come temperamento. In Bernard non trovo nulla di particolarmente ooc a parte il fatto riguardante la sua presunta origine nobile e il fatto di non aver conosciuto il padre, ma non avendo letto il manga, mi sono persa alcune informazioni su di lui. Ho constatato che il p.o. v. di Bernard e i suoi pensieri sul conte sono verosimili e razionali; a momenti trapela qualche vena rancorosa e una pungente nota di giornalismo cinico...... soprattutto nel finale, una chiusa che sa di beffa, uguale al Destino che si e'preso gioco della sua poca lungimiranza nei sentimenti e che gli ha costato caro nel suo essere sprovveduto e superficiale circa il brusco stravolgimento epocale che stava investendo la Francia. A proposito di Fersen, con lui sei andata un po'ooc in quanto nell'anime AVVISO'Maria Antonietta del pericolo, magari tardi ma le disse:Dai piccoli fuochi nascono grandi incendi e ci sono gia'stati molti piccoli fuochi"; c'e'da dire però che, ne'Bernard poteva sapere tutto, ne'Fersen fu molto efficace con la regina poche'i sentimenti si sa, ottundono sovente ogni forma di ragionevolezza. Grazie x questa simpatica storia! buona serata!

Recensore Master

In terribile ritardo, ma ci tenevo a lasciare due righe anche qui...perché questa idea del caleidoscopio è bellissima e perché questo punto di vista di Bernard credo sia uno dei miei preferiti. È il punto di vista di un figlio del popolo, di un foglio della rivoluzione, che rimprovera a Fersen l'incapacità di comprendere quello per cui ha combattuto, di trarne insegnamento. Fersen in fondo non era andato in America perché credeva in quegli ideali e Bernard lo sa bene...se qualcosa avesse tratto da quell'esperienza e fosse riuscito a trasmetterlo alla sua amante, la Storia avrebbe avuto forse un altro corso. Lapidaria chiusa, ad effetto...anche Bernard ha capito, ma non lui, così miope da non vedere al di là del proprio naso. Brava...sono curiosa di leggere altri punti di vista, in particolare quello di della Polignac...ti passo la palla! ;)

Recensore Master

"Non credo Le disse mai nulla: navigò miope per una guerra senza averne capito i motivi e tornò miope, esattamente uguale a come era il giorno il cui se ne era andato. Stessa donna nel cuore, stesse idee nella testa."

Bello questo periodo, uno fra tanti che dovrei citare.
Sei brava ad entrare nei vari personaggi, a dare voce a tutti, e tutti che ci offrono una prospettiva diversa su Fersen. Interessante, gustoso e niente affatto facile. Ma tu riesci sempre ad offrirci spunti nuovi, spesso pungenti.

Un bacio,
lu

Recensore Master

Riflessione magnifica sul conte di Fersen fatta con il tuo occhio schietto e sincero che va dritto al nocciolo della questione! E il riferimento alla miopia che spesso colpisce il nostro cervello più che l'occhio, mi trovi particolarmente d'accordo! Brava e unica come sempre! Un abbraccio. ... Sandra

Recensore Master

Ciao sei riuscita nell'impresa di nobiliare Bernard e non cosa da poco.
Lui rivoluzionario convinto, giornalista intellettuale imbevuto dei principi di eguaglianza non può che guardare con occhio critico e attento alla rivoluzione americana. Non risparmia i suoi dubbi ma quello che lo tormenta è come questo esemplare di uomo Fersen, uomo di una certa cultura che ha partecipato attivamente alle manovre diplomatiche non abbia capito nulla di quello che ha vissuto.
Un idiota totale che non ha aiutato la donna che diceva di amare e che non ha visto una vera donna che palpita va per lui.
Che differenza rispetto a Rosalie che lo vedeva come un dio.

Recensore Master

Mi piace il punto di vista di Bernard. La miopia come male di una società intera.

Recensore Master

Bernard e il conte di Fersen sono due uomini molto lontani e vicini allo stesso tempo, accomunati dal dolore e dal credere in un amore o in un ideale.