Ciao! Ho apprezzato molto la tua storia, soprattutto per quella caratteristica che pensavi fosse negativa: la leggerezza. Credo che molte storie ormai manchino di leggerezza, forse perché pretendiamo sempre una complessità che dovrebbe renderle delle storie "maggiormente impegnate". La forma è ugualmente abbastanza leggera: anche se alcune frasi sono lunghe, non so mai complesse. Il linguaggio è altalenante tra il letterario (anche se non saprei bene come definirlo, mi viene in mente più che altro la parola "fine") e quello più prettamente quotidiano. Il trapasso tra i due linguaggi non è sgradevole, se non alcune volte, ma solo di poco. Voglio dire, hai una prosa davvero bella, senza nessun errore grammaticale, e sto praticamente trovando il pelo nell'uovo! Il modo migliore per evitare trapassi sgradevoli sarebbe rileggere la storia dopo un po' di tempo. Se le frasi a prosa quotidiana risultano non del tutto comprensibili (perché la mente si aspetta un ordine diverso delle parole) allora bisogna intercalare i due linguaggi in più fasi, o far capire in qualche modo il cambio di registro. L'ultima piccola critica: stai attento alle ripetizioni. La parola "compositore" a un certo punto viene ripetuta tre volte in due righe. Ti ripeto: sono cose davvero minime, davvero, davvero minime. Nel complesso, la storia ha un tocco romantico, dato dalla neve e dalle "perle" musicali (e poi io suono il pianoforte, anche se livello base, e adoro la musica classica) e tenero, nella parte finale. Tutto molto delicato e appunto leggero. Una bella boccata d'aria. Complimenti. Ah, e per aggiungere: io non ho nulla in contrario alle coppie slash, anzi, una delle mie coppie preferite è appunto di questo genere. Ammetto che però, alle volte, viene davvero esagerato, e ho avuto troppi esempi in cui l'aggettivo slash diventava sinonimo automatico di rating rosso. E questa è una cosa che mi dispiace.

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