Eccomi per lo scambio!
Visto che ho capito che tieni a questa storia, cercherò di andare con un po' d'ordine, partendo dalla grammatica e dallo stile.
Voleva lui, Monsieur Henri tirare due colpi di fioretto? -> secondo me, va aggiunta una virgola dopo Henri, perché il nome dovrebbe fungere da inciso.
Il "sì" vuole l'accento.
Oscar lo guardò seria in volto, mentre mormorava qualcosa sull'imprevedibilità della durata dell'impegno del Generale. -> in questo caso, invece, la virgola non va adoperata.
L'uso del trattino, e di conseguenza delle parentetiche, io lo eviterei un pochino, perché inserendone in così poco spazio ne risente la fluidità della lettura. E' come se ogni frase si fermasse per lasciare il posto a un'altra. Forse volevi rendere il pensiero dell'uomo che divaga tra realtà e ricordi e somiglianze, ma questo può funzionare anche se limiti l'uso di questo espediente. Per esempio, nell'ultima frase io avrei messo i due punti; e anche prima, avrei usato un semplice punto piuttosto che un trattino. Ripeto, forse sono io, anche perché nel complesso non sono molti i trattini, ma in qualche modo si fanno notare e con essi cambia la scorrevolezza della lettura, mi spinge a dare un tono differente al testo, un tono più frammezzato.
Hai dato al capitolo un'impronta molto introspettiva, il lettore è portato a seguire il flusso dei pensieri del personaggio POV, che divaga spesso e volentieri. L'inizio mi piace molto. Il fatto che il capitolo si apra con Oscar che si inchina rigidamente all'uomo e che questo, istintivamente, faccia un paragone con il padre è indicatore della caratterizzazione che contraddistingue il personaggio femminile in tutto l'anime e dà all'incontro con i due un aspetto molto rigido e formale, immettendo subito il lettore in un contesto militare. Si respira l'aria di rigore e disciplina che il Generale ha impartito ai suoi figli, ma attraverso la mente più "morbida" di Girodelle possiamo anche vedere i tratti ancora infantili che si notano sotto la maschera di Oscar.
Quindi il contesto e l'atmosfera della scena - un misto di formalità e divertenti incontri - sono resi molto bene.
Personalmente avrei dato più forza allo sfondo, e non solo al contesto come hai fatto tu. Avrei dato una dimensione al luogo in cui si trovano - sono soli nella stanza? Fai accenno ai suoi ragazzi; sono con loro in quel momento? Probabilmente sì, perché Oscar li sta accogliendo, ma io farei sentire la loro presenza, aggiungere un po' di "superfluo", perché in questo momento sono una deduzione a cui il lettore viene portato attraverso i pensieri indiretti dell'uomo, ma il tutto è dato in maniera molto vaga, riflessiva. Darei più concretezza, creando quindi un contrasto tra le parti introspettive dell'uomo - e quindi giocare proprio su frasi come quella in cui, in modo indiretto, accenni alle parole che Oscar pronuncia per accoglierlo - e una concretezza descrittiva della scena fisica, con annessi e connessi. Darei tridimensionalità, usando non solo l'introspezione, ma anche un po' di descrizione.
A livello di impaginazione, ti consiglio di giustificare il testo e compattare il tutto, perché il testo è molto dispersivo. Anche l'occhio vuole la sua parte e, beh, io ho un po' la mania di queste cose, ma mi piace leggere trovandomi un testo da "libro".
Probabilmente non sono questi i suggerimenti che vuoi, ma cerco di procedere per gradi.
Riguardo alla trama: inizio insolito. Attenzione, non è per niente un male, semplicemente mi ha sorpreso. Già non vedere André tra i personaggi nell'introduzione è una specie di sorpresa, trovarmi poi con Oscar piccola, nell'atrio della sua residenza, alle prese con una conversazione muta e piena di aspettativa con Henri Girodelle... beh, ti dico che l'originalità mi ha incuriosito non poco. Un punto a favore.
Mi è piaciuto il modo in cui presenti il personaggio maschile, la sua mente che si divide tra il presente di questa bambina e il passato. L'accenno al fatto che la vita di un militare non va discussa ma ricordata attraverso il silenzio di un camino e un bicchiere condiviso tra amici è stato molto profondo, ha dato forza alle asprezze della vita militare e ha gettato un richiamo verso un passato comunque ostico e difficile, probabilmente che serba qualche dolore o un aneddoto impegnativo.
Il complimento più grande, però, va all'IC del personaggio di Oscar. So che ancora è presto per pronunciarmi come si deve e so che è ancora tutto da vedere, ma come ti ho già detto l'incipit mi ha dato grandi speranze. Hai reso in poche parole il modo in cui è stata educata Oscar, il fatto che lei conosca solo il Generale, e non il padre o l'amico di Girodelle; in lei si può vedere l'infantile rigore dell'orgoglio e della sicurezza, della cura del dettaglio dell'intelligenza, che saranno tratti anche della Oscar adolescente e adulta. La formalità nei suoi modi è resa tenera da quel sorrisetto che ella è già brava a nascondere. Mi hai proprio dato la tenerezza di quest'essere cresciuto in una "caserma" a conduzione famigliare.
Per il momento non ho altro da aggiungere, credo che sia troppo presto, ma continuerò la lettura e recensirò il prossimo capitolo (domani e lunedì).
A presto! |