Recensioni per
Impressioni
di HellSINger
Sai che questa è la mia trecentesima recensione? È piacevole sapere che stia capitando proprio qui e adesso, intorno ad una tua poesia, intorno alla tua passione per quelle iridi così avvolgenti e cristalline, infinite come quelle tele impressioniste (e a te le impressioni sono care, così care...) dai mille risvolti cromatici e senza confini da poter tracciare e definire con esattezza. L'indefinito è bello, è il puro sapore dinisiaco per il sublime, sulle orme di Kant e e di quel'ineffabilità che inseguiva e cercava di circoscrivere. E la tua poesia non è meno ambiziosa, come la tua raccolta, così piena di iridi altrui e punti di vista diversi, oscuri o limpidi, ricolimi di vita o flebili come battiti distanziati, troppo giovani o troppo anziani, come Iridi che hanno osservato troppi orizzonti o troppo pochi. |
Leggere e studiare le tue poesie (come se si trattasse di un esperimento in laboratorio; leggerle è poterle studiare in condizioni controllate, è differente quando tu le scrivi) dalle angolature giuste non è mai stato facile, vuoi per la loro forma non proprio ordinata, vuoi per gli errori che ti sfuggono qua e là (ed è una cosa a cui poi ci si abitua, al punto tale da mancarti-mi se non accadesse), vuoi per gli accostamenti bizzarri o per i riferimenti a poesie di mesi prima (vedi l'occhio nero, col quale spiazzeresti chiunque). Le tue poesie non sono facili da leggere. Nondimeno, provarci è comunque un'impresa gratificante, perché già ad una prima occhiata spiccano delle scintille - le prendo in prestito dal mio nickname - che, tra un verso e l'alro, si sparpagliano e formano una trama suggestiva da ricomporre, un bagliore originale che t'appartiene intimamente. |
Oggi sono gli occhi e loro sguardi a fare capolino, sporgendosi fra le tue parole, come a erigere finestre su sfumature tue e diverse dalle tue (o dalle vostre, dovrei dire?). È tenero notare come, per te, costituiscano un motivo ricorrente, un'immagine sulla quale vai sempre a (ri)cascare, hanno un fascino tutto loro che ti entusiasma, che ti rende meno apatica. In un certo senso lo capisco, capisco cosa possa signifircare osservare e studiare quei soli neri e quelle corone solari di cui si circondano, dai colori speziati e sorprendenti - ricordano un po' la tua scrittura, adesso. In quegli occhi sembri ritrovare colore, sul viso e sull'anima, se solo potessi, li uniresti ai tuoi per scoprire quale esperienza cromatica ne verrebbe fuori: devono essere degli occhi molto belli, quasi banali (perché quella sfumatura è comune, basta aprire gli occhi e osservare un certo orizzonte) eppure essenziali, capaci di sciogliere i tuoi tormenti (sciogliere è davvero la parola appropriata), i grumi in gola, di sbloccare quella vitalità nascosta fra i tuoi, di occhi. Sei abituata a nasconderti, quando parli di te, più o meno volontariamente; è una nebbia che non controlli, la tua, una nebbia d'apatia e di freddezza che tuttavia cela qualcosa di ben diverso - e lo riconosci pure tu: |
È sempre, sempre sorprendente la tua capacità intuitiva e come la trascrivi in poesia, mentre ti sfuggono gli errori che rendono disordinata quella forma che per te è evidente (tra i tuoi pensieri). Le tue impressioni hanno qualcosa d'inaspettato, qualcosa che le riempie di significati strani e nascosti, e mentre accosti le parole e te le fai suonare bene, dentro si annidano riferimenti che spaziano e oltrepassano i tuoi stessi intenti. |
Ecco la ragazza di blu. Con la sua consueta abilità di assimilare la propria poetica alla propria prospettiva del mondo - al momento ricoperta da un blu soffuso e allegro. |
Splendida, così splendida... |
Partiamo dal titolo, bellissimo. Borderline. Border-line: linea di confine, espressione che mi è sempre piaciuta e mi è sempre risultata vaga. Le linee di confine sono perlopiù arbitrarie, convenzionali, siamo noi stessi nel corso della storia o delle nostre singole esistenze a imporci e segnalarci delle line di confine che dovremmo o non dovremmo attraversare. Avere dei confini ben precisi ci aiuta a sopravvivere e a vivere tra gli altri, nel mondo circostante, ci aiuta a darci degli obiettivi, ci guarisce; a volte tuttavia creano dei tabù, dei limiti invalicabili che non hanno motivo d'esistere (ogni medicina ha delle controindicazioni, d'altra parte). |
L'ho letta più volte, come assottigliando gli occhi per vedere qualcosa che mi sfugge, e poi l'ho visto: è bella. Provo a spiegarmi: al primo impatto è caotica, sembra perdersi in sé stessa, girare solo intorno ad un nodo che è incapace di sciogliere; poi invece mi è apparso un ordine, in qualche modo un percorso, e mi dà l'impressione che ogni strofa sia stata modellata, curata, smussata, per arrivare a questo. Voglio dire che ha una sua verità, un suo preciso modo di essere giusta. |