Ciao ~
Ammetto di aver visto di sfuggita il titolo di questa storia nella sezione storica, ma purtroppo non mi sono mai soffermata. Mea culpa, dovevo notare prima anche il tuo nome come autrice e sarei andata a colpo sicuro per una bella lettura! Ma non è colpa né del titolo, né dell’introduzione – quindi anche questa volta non ho nulla da ridire su entrambi – bensì sul periodo storico in sé per sé. Non sono molto ferrata e di solito preferisco sorvolare le specifiche che non mi competono, ecco. Tuttavia c’è da dire che amo imparare cose nuove e che le tue note sono state davvero illuminanti al riguardo!
Tralasciando il fatto che io le abbia lette con una sorta di sarcasmo – presumo che volessi trasmetterlo intenzionalmente, considerato anche il tema che affronti nella storia – ovviamente, perché non mi è mai capitato di vedere un documentario sul tema. E sì, ho trovato divertente il modo in cui hai spiegato le parole di Piero Angela, la questione della prigione-hotel. LOL.
Per quanto riguarda la narrazione, questa vota devo dire che mi ha non solo colpita, ma anche affascinata. Ho adorato l’introspezione folle, la connotazione stralunata e quasi lucida – un paradosso – che gli hai conferito. Mi è piaciuto particolarmente anche il ripetersi di quel (CIT) conosciuto da tutti come il maggiore Jacques-François-Xavier de Whyte, perché dava un senso di realtà alterata al tutto – già alterato di suo.
Devo ammettere che non c’è niente che non vada: tutto, dalla A alla Z, è descritto molto bene. Non ti sei dilungata troppo e, come per l’altra storia che ho recensito poco fa, devo farti i complimenti per l’immediatezza e la fluidità della narrazione.
Molto evocativo il finale, quasi un ironico specchio del destino beffardo.
Ti faccio i miei complimenti, perché è difficile calarsi nei panni di un folle che crede di essere qualcun altro in un contesto completamente diverso a quello cui ha vissuto questo qualcun altro. Senza contare che è psicologicamente pertinente in ogni sua sfaccettatura. Non hai lasciato al caso niente, meno che mai le osservazioni del protagonista – i prigionieri, i Galli, le vesti, la differente composizione della carta rispetto alla pergamena!
Alla prossima,
xoxo |