Prima classificata – Harlequin Valentine
Felix infelixque
Sintassi, ortografia, punteggiatura
Raramente mi capita di attribuire il punteggio pieno alla voce “grammatica”, ma questa volta non ho davvero potuto fare altrimenti: nonostante la lunghezza, infatti, la tua storia è scritta molto bene e non ho riscontrato alcun errore – se non qualche fisiologico refuso del tutto perdonabile.
Dunque, non mi resta altro che farti i miei complimenti e assegnarti un bel 10.
10/10
Appropriatezza lessicale e stile
Anche se l’apprezzamento stilistico ricade nella sfera del gusto personale, cerco sempre di essere il più oggettiva possibile quando mi esprimo relativamente a questo parametro. Per questo motivo, anche se non sono un’amante delle storie narrate al presente, devo comunque riconoscere che tu hai saputo gestire benissimo questo tempo verbale, riuscendo a scrivere comunque una storia scorrevole – spesso, infatti, il tempo presente tende a circoscrivere la narrazione nell’hic et nunc e le azioni descritte sembrano essere un mero e sterile elenco – e a rispettare la consecutio temporum.
Hai alternato in maniera molto efficace periodi sintatticamente complessi a espressioni brevi e concise, senza che si avvertisse uno stacco troppo evidente e stridulo.
Cito un esempio:
“Non ho giaciuto con mio marito se non dopo la sua nascita, come vi ho detto più volte, come ho giurato sull’anima di mio padre. Vi ho mai mentito, mi sono mai tirata indietro di fronte a una verità scomoda? Spero che mi vediate come una donna più onesta di così…”
“Una donna onesta, ma una madre amorevole, disposta a tutto per i suoi figli. Sono parole tue.”
Sì, è così. Sono parole sue.
Apprezzatissima da parte mia la scelta di utilizzare la forma di cortesia “voi” da parte di Vanna verso tutte le persone di sesso maschile che compaiono nella storia, compreso il giovane figlio Cesàr: ciò è attinente in maniera perfetta con le usanze dell’epoca.
Anche dal punto di vista lessicale, il tuo racconto è ammirevole: hai utilizzato diverse parole ricercate – non auliche, certo, ma comunque eleganti e sicuramente non di uso comune – che danno alla storia un sapore ancora più quattrocentesco. Il lessico, così come lo stile, è fondamentale quando si scrive un racconto, specialmente se di genere storico: utilizzare parole che stonano rispetto al contesto storico-culturale in cui sono ambientate le vicende narrate contribuisce a rendere inverosimili, o comunque poco credibili, gli eventi raccontati.
Anche per questo motivo, cioè per la tua capacità di mantenerti fedele al contesto anche dal punto di vista stilistico-letterale, meriti il punteggio pieno.
10/10
Trama: originalità e sviluppo
Inutile dire che quando una storia è scritta bene dal punto di vista grammaticale e stilistico – e la tua lo è! – comprendere la trama diventa estremamente semplice ed è molto più facile apprezzarne l’intreccio.
Dal punto di vista tecnico, il tuo è un racconto di genere storico, ambientato nella seconda metà del ‘400, in cui le vicende personali di Vannozza Cattanei si intrecciano ai conflitti bellici più o meno accesi tra la varie città-stato italiane e passano attraverso la vivida incertezza del presente e la dolce amarezza dei ricordi – perdonami la concessione di un ossimoro.
Con estrema accuratezza, sei andata a sviscerare nella vita serena, ma non troppo, di una donna non più giovanissima, preda delle sue insicurezze, ma decisa a mettere da parte il suo passato pur di non compromettere il benessere psicologico dei figli.
E Vannozza di figli ne ha un bel po’: la sua relazione con Rodrigo Borgia porta alla nascita di ben quattro pargoli e, nel periodo in cui ambienti la tua storia, Vannozza è incinta del quinto figlio. Tutta la vicenda ruota infatti proprio intorno alla felice e al contempo turbolenta relazione con il futuro pontefice: i due, amanti per lungo tempo, hanno sicuramente vissuto insieme un periodo felice, periodo dal quale, però, la giovane ha preferito a un certo punto fuggire, ritenendosi troppo vecchia. L’ultimo figlio che porta in grembo infatti, e forse anche il penultimo che ha dato alla luce, non è di Rodrigo ma del legittimo marito di Vannozza. Proprio l’incertezza sulla paternità dell’ultimo dei presunti figli di Rodrigo contribuisce all’innalzamento di un muro tra i due ex amanti, nonostante l’uomo abbia comunque voluto riconoscere il piccolo. Tra Vannozza e Rodrigo rimane comunque accesso un profondo sentimento, sia esso amore, stima, affetto reciproco o quant’altro, i due continuano in qualche modo a volersi bene e a rispettarsi. Molto bella, dal mio punto di vista, la scena finale in cui la donna sorprende l’ex amante a guardare l’ultimo figlio dato alla luce: non è suo, certo, ma pur consapevole di ciò – e dubbioso circa la paternità di Jofré – ne riconosce la somiglianza con la piccola Lucrezia preferendo volutamente di non citare il suo ultimo bambino.
Se non ti assegno il punteggio pieno relativamente a questo parametro, è solo perché questo tipo di storie – amore, tresche, relazioni aperte – sono abbastanza comuni tra gli scrittori amatoriali e, per quanto il racconto possa essere ben scritto, perde qualcosina in quanto a originalità. Ciò però non incide minimamente sul giudizio positivo complessivo che ho del tuo lavoro.
9/10
Caratterizzazione dei personaggi
Anche se implicitamente, ho già detto qualcosa circa i personaggi principali della tua storia.
Inutile dire quanto siano ben caratterizzati e quanto sia stato facile per me immaginarli, sia fisicamente che mentalmente. Cominciando proprio dalla protagonista assoluta, di lei si può cogliere, attraverso le righe del tuo racconto, sia la prorompente fisicità datale dallo stato di gravidanza, sia il carattere forte, ma non deciso a tal punto da consentirle di portare avanti la relazione con Rodrigo.
Nella tua storia, infatti, lasci intendere più o meno esplicitamente, che sia stata lei a troncare il rapporto perché ormai convinta di essere troppo vecchia e poco attraente agli occhi dell’uomo. Dunque, piuttosto che subire l’umiliazione di essere sostituita con un’altra donna, preferisce essere lei a chiudere la relazione. Ciò non le impedisce però di continuare ad amare Rodrigo e di nutrire per lui un profondo rispetto, nonostante sia ora imbrigliata a tutti gli effetti in un matrimonio dal quale sta per diventare di nuovo madre.
Di Rodrigo metti in evidenza i tratti fisici attraverso la somiglianza con i suoi figli ma, al di là di ciò, quello che conta veramente è il modo in cui presenti al lettore il suo carattere: egli è un uomo deciso, potente, ricco; ama incondizionatamente i suoi figli – tutti – e si prodiga per tentare di preservarne l’incolumità in occasione degli scontri bellici venturi. Facendo ciò, ovviamente, non può che salvarne anche la madre. Nonostante Vannozza non sia più legata a lui sentimentalmente e sia addirittura incinta di un altro uomo, Rodrigo non si esime dal trovarle un luogo sicuro in cui trascorrere le ultime settimane di gestazione.
Anche su Giorgio, il marito di Vannozza, dici molte cose. Sebbene lei non sia innamorata di lui – non lo scrivi esplicitamente, ma lo lasci intendere senza ombra di dubbio – ella non può non riconoscere come, in fondo, egli sia un brav’uomo e stia realmente affezionando ai figli del potente Rodrigo.
Insomma, anche i personaggi apparentemente secondari, hanno una caratterizzazione tale da renderli assolutamente realistici. A questa lista, ovviamente, non si può non aggiungere il piccolo Cesàr, bambino intelligente, forse un po’ troppo perspicace per la sua età, che riesce a cogliere tutti i pensieri della sua adorata madre. Molto dolci e degne di riflessione sono le chiacchierate tra il giovanissimo Cesàr e Vannozza: il piccolo non si esime dall’esternare ciò che pensa e questo porta la madre a rimembrare, forse nolente, alcuni momenti del suo passato, quando ancora era l’amante di Rodrigo ed era la donna che metteva al mondo i suoi figli.
Ottimo lavoro.
10/10
Attinenza alla citazione e al genere obbligatorio
Non ho praticamente nulla da ridire circa l’utilizzo del genere obbligatorio e della citazione: entrambi sono stati inseriti ed elaborati in maniera assolutamente corretta.
Il motivo per cui non ti assegno il punteggio pieno – ma questo mezzo punto che ti tolgo ha più che altro un valore simbolico – è che in alcune altre storie partecipanti al contest, gli autori sono riusciti a creare intorno alla citazione la trama della loro storia, inserendo la frase scelta non soltanto una volta, ma riprendendola in più punti.
Lo ripeto: è un cavillo, e l’utilizzo che hai fatto tu della citazione è comunque perfetto.
9,5/10
Gradimento personale
Forse aggiungere altro è superfluo, ma comunque è mio dovere di giudice rispondere a tutti i parametri di valutazione da me inseriti nel bando. E allora: complimenti!
La tua storia è ricca di passione, più di quanta se ne riesca a cogliere nei racconti di genere erotico. Non compaiono atti sessuali in questo tuo lavoro, ma il groviglio di sentimenti che emerge dalla mente dei personaggi è più che sufficiente a far venire i brividi al lettore e a coinvolgerlo pienamente. Ho apprezzato praticamente tutto della tua storia, a cominciare dalla trama fino alla tua interpretazione dei personaggi e di sicuro è evidente quanto la storia in sé, e forse di questo periodo in particolare, ti appassioni.
Concludo ringraziandoti sinceramente per l’esaustività delle note a pie’ di pagina e per la postfazione: entrambe mi sono state utilissime per comprendere meglio la trama.
48,5/50 |