Allora, come ti ho già detto ci sono alcune frasi che andrebbero riviste riguardo i verbi. "Il tonfo del corpo che cade lo sentii solo lei, nascosto sotto il rumore dell’onda che si frastaglia con forza. L’aria gli uscii dai polmoni, non vorrebbe, ne sente già la mancanza"

Allora, cerco di interpretare la metafora.
Tutto parte dalla paura di questa ragazza. La paura la immobilizza e basta a renderla insensibile verso il resto. Dopo arriva il peso delle persone, la paura diventa un peso con il quale è difficile vivere, ma prevale l'istinto di sopravvivenza.
Poi si inizia a soffrire. Non si controllano più gli arti. La ragazza diventa preda della realtà che non riesce più a controllare.
Poi c'è la sabbia, che lei prova ad afferrare ma non riesce. Può essere un sentimento, qualcosa a cui vorremmo aggrapparci ma invece ci ferisce.
A quel punto si cerca di tornare in superficie. Alla normalità.
Però i polmoni sono troppo logori. Troppo dolore. Fuori c'è brutto tempo, il tempo non aiuta, la situazione non aiuta.
A quel punto segue la disperazione. La vita la abbatte un altra volta. Lei inizia a lottare, si illude di farcela ma alla fine viene portata giù. Non gli importa più il dolore, vuole solo salvarsi.
Arriva l'agonia. Vorrebbe salvarsi ma sa di non potercela fare. Vorrebbe quantomeno essere insensibile al dolore, e invece piange di nuovo. Come una maledizione, appunto. Nonostante abbia già sofferto, ogni nuovo dolore si fa sentire.
Alla fine però il dolore finisce. Ma finisce nel nulla, non guarisce. smette perché si muore, e basta.

Beh penso che hai descritto in modo inquietante e distruttivo la vita (sono complimenti, giuro). Cioè non tutte le vite. Quello che accade dopo un grande dolore. Non so.se ho interpretato bene, è ciò che mi è venuto in mente.
Il tuo modo di scrivere mi piace per come sai entrare nei particolari, analizzando ogni secondo. Sei riuscita a creare tensione e a far pensare. Non è facile da capire, è molto artistico.

Complimenti ^^