Recensioni per
Il profumo dei ciliegi
di Adeia Di Elferas

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
03/05/16, ore 20:48

Molto carina! Mi sono sempre piaciuti i personaggi di Kaoru e Mariko. Ho sempre ammirato la relazione speciale che avevano. :)

Recensore Veterano
20/03/16, ore 19:52


Seconda classificata al contest "Most Loved [Seconda edizione] - Il mio personaggio, il tuo personaggio" indetto da Stratovella sul forum di EFP

Grammatica e sintassi: 6/10
Nel complesso la storia è scritta bene. Adoperi le giuste pause e scegli termini molto semplici, ma adatti ad esprimere quello che vuoi dire. Mi è dispiaciuto trovare molti errori di battitura, anche nella stessa riga, per cui ti consiglio di rileggere sempre almeno un paio di volte prima di pubblicare.
Ho notato che ogni volta che vai a capo si forma, credo in automatico, uno spazio di troppo all'inizio della frase. Non so quale software usi per la scrittura, ma credo che word sia il migliore, perché oltre a evitare questo tipo di errore, evidenzia gli errori di battitura in modo che tu possa individuarli facilmente.
Seguono maggiori dettagli:

- Ho notato che vai molto a capo, anche quando non servirebbe. Se la frase che segue ha una connessione diretta con quella appena conclusa non c'è ragione di spezzare il periodo, a meno che tu non voglia dare una svolta alla scena.
Riporto qualche esempio dove questa scelta non serve: […] per scaricare un po' la tensione.
Da lì a sette giorni - Non andrei a capo, anzi: dopo “tensione” metterei i due punti, in quanto stai per spiegare il motivo della tensione di Mariko. Tendi a fare questo errore anche durante i dialoghi: “Bene, allora io vado.” annunciò Kaoru, che cominciava a trovare simpatica quella ragazzina pallida e spaurita.
La squadrò con un po' più di attenzione...” se è sempre di Kaoru a parlare non c'è ragione di spezzare il discorso;
- avrebbe potuto passare alle superiori – Qui mi dilungherò un po', ma lo faccio semplicemente perché si tratta di un errore molto frequente che ho piacere di spiegare a chiunque avrà modo di leggere questo giudizio. In presenza di qualsiasi verbo servile (volere, potere, dovere) la scelta dell'ausiliare che lo precede dipende dal verbo che lo segue: se questo verbo (per esempio “mangiare”) nei tempi composti vuole il verbo avere (ho mangiato, hai mangiato...) sarà corretto utlizzare “avere”, altrimenti si userà “essere”. In questo caso, il verbo giusto è ovviamente il verbo “avere” (non dici “sono mangiato”, a meno che l'azione non sia passiva).
Il verbo “passare” può volere sia “essere” che “avere” a seconda del contesto in cui lo si usa. Nelle frasi “Mariko passa la palla” e “Mariko passa alle superiori” questo verbo ha due significati diversi. Questa distinzione è molto importante perché da essa dipende la scelta dell'ausiliare: si dice “ho passato” e non “sono passato” per dire che hai passato una palla, così come si dice “sono passato” e non “ho passato” per dire che sei passato alle superiori.
Esempi:
1. Avrebbe potuto passare la palla al suo compagno, ma era troppo lontano.
2. Sarebbe potuto passare in serie A, ma doveva ancora allenarsi molto.
Quindi, tornando alla tua storia, la frase corretta è “sarebbe potuta passare alle superiori”;
- Mariko aveva lo sguardo puntato verso la scuole – errore di battitura, “scuola”;
- […] così piena di energia e forza vitale... Indossava – dopo i tre puntini di sospensione ci va la lettera minuscola;
- […] Indossava dei vestiti sportivi, ma per Mariko era elegante come se fosse stata in vestito da sera – ripetizione del termine “vestito”. Metterei “abito da sera”, anche perché è la forma più comune per indicare questo tipo di capo;
- […] o anche solo per poterla conoscere meglio...! - dopo i tre puntini di sospensione ci va sempre uno spazio, anche se vuoi inserire un altro segno di interpunzione come il punto esclamativo;
- Mariko la segu con lo sguardo – errore di battitura: manca la “ì” di “seguì”;
- […] fino a che non riuscì più a distnguerla – stessa frase, altro errore di battitura: manca la “i” di “distinguerla”;
- Mariko era tra quelle che non avevano portato con sé l'ombrella – errore di battitura, “ombrello”;
- Kaoru fece un debole sorriso e disse solo: - Ripetizione: sostituirei “fece” con “abbozzò” in quanto hai usato lo stesso verbo nella frase precedente, quando è Mariko a parlare;
-Mariko si sentiva quasi stupida, nel fare di nuovo quello che aveva fatto – c'è una virgola di troppo tra “stupida” e “nel”.

Suggerimenti (non tolgono punti)

- ~~ - Forse li hai inseriti solo a scopo decorativo, però io toglierei questi due trattini in quanto non hanno nessuna reale utilità;
- Incuriosita dai passi che sentiva farsi sempre più vicini, Kaoru, che stava riposando sulla panchina, tenendo la palla da basket tra le mani, appoggiata all'addome, aprì gli occhi e cercò di vedere chi stava arrivando – Ci sono un po' troppi incisi in questa frase, proverei a renderla in modo più semplice, tipo: Incuriosita dai passi che sentiva farsi sempre più vicini, Kaoru, che riposava sulla panchina con la palla da basket fra le mani appoggiata all'addome, aprì gli occhi per vedere chi stava arrivando. “Appoggiata all'addome” è un dettaglio un po' superfluo, poco interessante, ma se vuoi mantenerlo questa è una possibile soluzione;
- […] si puntellò contro lo stipite del portone per evitar di rovinare in terra – non so se l'hai elisa di proposito, ma manca la “e” a “evitare”. Siccome non ho notato altre elisioni simili a questa te la segnalo. Anche l'espressione “rovinare in terra” appartiene a un linguaggio diverso dal resto della fic. La sostituirei con qualcosa di più semplice, come “cadere a terra”. Inoltre, credo si dica “rovinare a terra” e non “in”, anche se ho sentito svariate volte questa versione, ma ho il sospetto che si tratti di un'espressione dialettale, correggimi se sbaglio.

Titolo e introduzione: 6/10
Il titolo non è dei più originali, è stato usato svariate volte in numerosi raconti, ma si adatta bene alla storia e a quello che succede. “Il profumo dei ciliegi” simboleggia per Mariko qualcosa di molto importante: la riporta a un'atmosfera in cui la figura rassicurante di Kaoru gioca un ruolo fondamentale. Probabilmente, quello di questi alberi è l'odore che Mariko riconduce alla ragazza, e non può fare a meno di trasmettere la stessa idea anche al lettore.
L'introduzione è un po' “fredda”, nel senso che spieghi semplicemente di cosa parlerà il racconto senza fare uso di nessun “teaser”, magari una citazione presa dal testo, così, per stuzzicare la mia curiosità, dandomi un'anteprima dell'atmosfera che troverò all'interno. Ci sono svariati bei momenti che si presterebbero a questo ruolo, scegli quello che secondo te rispecchia l'essenza del tuo racconto e vedrai che saprà rendere giustizia a tutto il resto!

IC mio personaggio (Mariko Shonobu): 15/15
Mi piace moltissimo come hai gestito il personaggio di Mariko in tutte le sue sfaccettature. Al di là degli aspetti più ovvi, come l'abitudine di mordersi le labbra, ho saputo riconoscere moltissime caratteristiche che la contraddistinguono. Non ho avuto neanche per un attimo la sensazione che stessimo parlando di un altro personaggio. Quando la vediamo in compagnia di Nanako, Mariko sembra un'altra persona: ci appare come una ragazza smorfiosa e sicura di sé, quando in realtà è una delle personalità più turbate di tutta la serie (basti pensare alla scena dove “sequestra” Nanako in camera sua). È questo che mi piace di lei: la sua capacità di nascondere le proprie sofferenze e turbamenti dietro una maschera di finta sicurezza dipende dalla persona con cui si trova. Con Nanako è facile, è una ragazza molto ingenua, persino più di lei, per questo le riesce bene mentire. Invece, Kaoru, anzi, il “principe” Kaoru la mette in soggezione come nessun altro. Kaoru è il tipo di donna che Mariko vorrebbe essere, così forte e sicura, ammirata da tutti eppure estremamente modesta nel suo modo di fare, non come la ben più arrogante Fukiko. Probabilmente, in una parte molto profonda del cuore, è proprio quest'ultimo aspetto che Mariko ammira di lei: la capacità di rimanere con i piedi per terra in una realtà dove la popolarità è tutto. Kaoru è colei che riesce addirittura a smontare la società tanto ambita quanto falsa della Sorority, un ambiente a cui Mariko mira soltanto perché ha bisogno di attenzioni, quelle stesse attenzioni a cui non pensa quando si trova in compagia di Kaoru.

IC tuo personaggio (Kaoru Orihara): 15/15
Non biasimo affatto la piccola Mariko per la sua ammirazone verso quella che l'adolescenza l'ha superata da un po'. In un ambiente popolato da ragazzine che simulano la vita degli adulti, Kaoru è già una donna: lo vediamo dal modo in cui si pone verso gli altri, dall'atteggiamento con cui affronta la vita nel bene e nel male. È una persona che pone se stessa all'ultimo gradino della piramide: prima, ci sono sempre le persone che ama, anche quelle che conosce da poco. Il fatto che si ricordi di Mariko dopo tutto il tempo che è passato dal loro primo incontro è molto da lei, così come il modo che ha di porsi verso gli altri: “che belle labbra rosse” “puoi dirmi anche un semplice ciao”. Lo ammetto: il “principe Kaoru” di carisma ne ha tanto, non mi sorprende che venga ricollegata all'immagine di un uomo galante piuttosto che a una delicata principessa. È ammaliante, uno dei personaggi più riusciti dell'opera originale. Sono felice che tu abbia deciso di mantenere tutti questi aspetti anche in un periodo previo alla sua malattia: quest'ultima, infatti, non fa che accentuare il suo carattere già forte e sicuro, modellando l'immagine che di Kaoru conosciamo nelle pagine del manga. Adoro le frasi che hai scelto per lei nella tua storia, inparticolare l'ultima battuta: “Ci vediamo tra una settimana, allora. E complimenti per quelle labbra rosse, Mariko Shinobu.” come fai a non innamorarti? Come fai a badare al genere quando una si rivolge a te con quel tono tanto ammaliante? L'hai dipinta benissimo, brava!

Originalità situazione trattata: 13/15
Intanto ho apprezzato moltissimo l'idea di narrare un momento della storia che non abbiamo mai visto: un missing moment appunto. Hai reso molto bene l'atmosfera che circonda le due protagoniste, ma soprattutto hai creato una situazione molto credibile: Mariko è così ansiosa di entrare alle superiori, che addirittura l'anno prima di inziare sente il bisogno di recarsi al Seiran, dove succederà qualcosa di molto speciale. È una scena plausibile che vedrei benissimo anche nell'opera originale, così come i dialoghi descritti. Sembrava davvero di vedere una puntata inedita dell'anime, un missing moment che non ho avuto difficoltà a immaginare nella mia testa con tanto di luci, colori e persino odori.
Non ti do un punteggio pieno semplicemente perché l'idea di partenza non brilla di originalità. Il primo incontro è infatti un topos letterario nelle fanfiction, qualcosa che crea un'emozione nel lettore ancor prima che questo si appresti a leggere. Diciamo che è un punto di partenza più semplice di altri, e indipendentemente da quanto lo si possa trattare bene rimane pur sempre una di quelle idee che vanno sul sicuro.

Gradimento personale: 13/15
La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Si percepisce sempre una certa ansia nell'opera originale: ogni volta pare che stia per accadere qualcosa di tragico e irreparabile, e tu che guardi non puoi fare a meno di provare una certa tensione.
La tua fanfiction mantiene il giusto equilibrio fra questo tipo di sensazione e una placida calma. Si intravede una sottile malinconia, ma giusto perché sai già molte cose. Per il resto, è un racconto che lascia un senso di pace nel cuore. Una cosa che ho apprezzato molto è la struttura che hai scelto per la narrazione degli eventi: ci sono tre momenti, e tutti e tre cominciano e finiscono con il tema dei ciliegi, eccetto la parte centrale. In questa fase, infatti, abbiamo un'immagine della primavera decisamente più malinconica e “buia”. È il periodo in cui Kaoru è malata, in cui Mariko non lo sa ma riesce a percepire che qualcosa sta andando storto nella vita della ragazza: non riesce nemmno più a godere di quel profumo che la inebriò il giorno del loro primo incontro. Un profumo che ritroverà solo alla fine del racconto, con il ritorno della Kaoru che aveva conosciuto l'anno precedente. È un finale che, malgrado tutto, ti lascia sereno, così come lo è la piccola Mariko.

Giudizio globale: 68/80