Questo racconto ormai lo conosco molto intimamente - così come conosco il finale - ma, per non rischiare di spoilerare la lettura agli altri commentatori (e sarebbe un peccato mortale!) mi soffermerò a commentare solo questo primo capitolo, lasciandoti le mie impressioni via via che proseguirai nella pubblicazione.
Innanzitutto sai che adoro sia il genere che il contesto storico in cui hai ambientato la vicenda; in questo primo capitolo è ancora presto per poter assaporare tutte le sfumature 'gialle' di questa storia, ma già dalle prime battute la fa da padrona un'atmosfera vagamente inquietante, che fa percepire un sottotesto di tensione impalpabile, come una corrente a basso voltaggio.
Lo si percepisce nel modo in cui ci presenti la protagonista - così inquieta, così chiusa in sé, persa in tormenti la cui natura resta vaga ma che sembrano intrappolarla in una prigione invisibile le cui pareti sono il suo corpo - e la sua mente.
Complice anche il brillante gioco di parole del nome, Madeline appare come un'anima lunare (e lunatica?) che scivola sulla realtà verso un mondo tutto suo, abitato da fantasmi e visioni oscure.
Anche il contesto contribuisce molto a questa sensazione di minaccia incombente: l'epoca vittoriana è l'ideale per una favola gotica - con la sua società chiusa e inquadrata in dettami rigidi, i suoi riti sociali e domestici così predeterminati, e le aspettative soffocanti riversate su uomini e donne.
Sei riuscita, fin dalle prime righe - con la conversazione tra Mrs. Barlow e zia Martha - a descrivere pienamente questo contesto, oltre a tutti i dettagli storici ben inseriti nella narrazione: la Stagione del debutto, gli abiti, le usanze domestiche, i tocchi letterari, il modo di parlare e di pensare - tutto concorre a creare un senso di autenticità, sebbene il contesto storico non sia il focus del racconto, ma piuttosto uno sfondo sul quale i protagonisti si muovono e agiscono. Per questo era importante che non diventasse preponderante, ma fungesse da 'quinta teatrale' ben dettagliata, sulla quale stagliare i caratteri.
E ci sei riuscita benissimo: fin da questo primo capitolo i personaggi risultano immediatamente caratterizzati, e 'bucano la pagina' arrivando immediati al lettore. Di Maddy ho già detto, ma che dire della zia Martha - affettuosa e bonaria, ma non scevra di un lato garrulo e mondano? Che dire di Kate - perfetto esempio di domestica vittoriana dal grande senso pratico, e al contempo affettuosamente legata alla famglia che accudisce? Persino Mrs Barlow ha un suo carattere - pettegola e un po' invidiosa -, senza contare poi i due manovali, che par di vederli con le loro camicie di stoffa grezza e l'odore muschiato di sudore.
L'entrata in scena dello specchio chiude il capitolo con un vero e proprio cliffhanger, perché bisognerebbe essere ciechi per non cogliere il senso di minaccia che emana quell'oggetto - e che tu sei stata brava a far intuire con quella menzione sul fatto che tutti i precedenti proprietari l'hanno riportato indietro, e attraverso quel movimento furtivo che forse era Kate - e forse no.
Un'ottima gestione della suspence, dunque, in un primo capitolo che - come in tutti i mistery che si rispettino - deve fungere da introduzione senza svelare troppo, dettare il 'carattere' della storia, e mettere le pulci nelle orecchie del lettore - che dovrà aspettarsi un viaggio rocambolesco e pieno di curve a gomito. Qua non siamo in una favoletta di coniglietti in pizzi e crinoline; qua si fa sul serio.
Una regia ben congegnata, dunque, sorretta da uno stile elegante e fluido, privo di sbavature.
Un ottimo lavoro, sotto tutti i punti di vista. |