Eccomi qui, come promesso!
Ho letto questa tua poesia tutta d'un fiato, assicurandomi di pensare il più possibile a cosa potesse farmi trasmettermi, non avendo visto il film di Woody Allen che citi sopra. Ho captato, almeno in parte della tua poesia, un senso di rammarico, quasi a sottolineare un forte nodo alla gola, sinonimo di avventure passate (riportate in vita dalle folate di vento) i cui effetti non si sono mai veramente assopiti. La seconda parte l'ho intesa molto come una sorta di confronto tra l'autore e la prosa (nello specifico la poesia), conflitto di uomo inebriato dal talento e che non riflette su ciò che scrive, ma si abbandona al puro piacere di farlo per quietare i suoi istinti. La macchina lo accoglie, trasporta i suoi pensieri e lui riesce a dare vita alle proprie emozioni.
Ho accettato meno l'idea di suddividere in questo modo la poesia e il suo testo, fin troppo colmo di virgole (mi chiedo se sia una particolare tecnica poetica, da ignorante quale sono, altrimenti è una cosa da rivedere un pizzico, seppur veicolante enfasi). L'impaginazione non è delle migliori, ma insomma... poco importa personalmente! Nelle poesie deve prevalere il significato emotivo che l'autore vuole esprimere, e molto più ciò che ogni lettore sente nel leggerle. Per cui, l'esterno non è poi così essenziale, malgrado possa attrarre più di una pagina poco accattivante. Insomma, ottimo lavoro! A presto e buona serata,
Makil_
(Recensione modificata il 31/01/2017 - 08:07 pm) |
