Recensioni per
Empty Heart
di Occhi di nebbia
Come questa storia bellissima mi sia sfuggita, io davvero non me ne capacito. Ciao! :) Sono qui a recensirti perché ho trovato il link nello scambio del gruppo facebook: "EFP famiglia: recensioni,consigli e discussioni". Spulciando il tuo profilo ho pensato di aprire questa perché, beh, il fandom lo conosco molto bene e mi pareva meglio parlare di cose che mi sono note più di altre. |
Ciao :) Grazie per esserti iscritta al mio evento per donare recensioni sotto il periodo di pasqua, so che il periodo pasquale è finito ma ho voluto dare un pò più di tempo per leggere e recensire ^.^ |
Ehilà! |
Ciao! |
Ciao, sono qui per il gioco dell'oca. |
Grammatica e stile: |
Ehy, sono qui per l'oca! |
Ciao! |
Ciao, sono qui per il gioco dell'oca di efp, cercavo una storia introspettiva e vedendo questa su Sherlock mi sono incuriosita, soprattutto per dove si posiziona questa scena, in quel lasso di tempo in cui John è senza Sherlock e credo che sia proprio il periodo ideale su cui scriverci sopra, soprattutto nel genere introspettivo. |
Ciao! |
Ciao! |
Hai ricreato l’atmosfera dolorosa dell’immediato post-Reichenbach, che ha lasciato tutti noi, deliranti johnlockers, lì nel cimitero di fronte alla disperazione composta di Watson e alla figura di Sh nascosta tra gli alberi, a chiederci quanto avremmo dovuto aspettare prima del chiarimento e del ritorno. Secoli, già. Quindi hai affrontato, coraggiosamente, un argomento già da molto e per molto tempo analizzato e destrutturato in modo maniacale sul fandom proprio per meglio cogliere le forti emozioni che ha trasmesso. E che trasmette ancora, questo lo scopro nella tua ff, e posso dirti che lo hai trattato con intensità tale da risultare ancora coinvolgente. Ho trovato non banale il collegamento con il prompt petrarchesco: lì in quel vicolo c’è l’animo di John, abbandonato, desolatamente solo e l’acool l’ha “spogliato” di tutto ciò che attutisce e nasconde ciò che abbiamo dentro. Lui, dentro, ha solo l’immagine di Sh abbandonato su quel marciapiede, con il volto deturpato dal sangue. Riporto il punto che mi ha colpito particolarmente per la sua efficacia: “…con la pancia piena di birra, gli occhi pieni di lacrime, la casa piena di fantasmi, la vita piena di rimpianti e il cuore pieno zeppo di paura…”. Brava. |
Ciao! |
Mi sento così triste per John, ora anche di più. Ma ciò significa che sei riuscita a cogliere appieno la sofferenza di un personaggio che ha perduto troppo. Un uomo empatico, che dopo aver assistito agli orrori della guerra ed essere riuscito finalmente a ricostruirsi una vita grazie a Sherlock, vede le sue certezze sgretolarsi in un terribile attimo. |
Bellissima storia e narrazione, trasmette proprio in pieno i sentimenti interiori di chi ha vissuto un trauma (o ripetuti, come John) e non riesce a reagire, ma si abbandona all'autodistruzione. Immaginarlo così devastato e ricordarlo invece energico e felice accanto a Sherlock fa davvero male. Complimenti, e in bocca al lupo! |