Recensioni per
L'odio è un veleno prezioso
di ValorosaViperaGentile

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/09/16, ore 19:56
Cap. 1:

Recensione premio

Mi hai davvero ammaliata! Questo contest, da quanto ho capito, prevedeva l'uso di un veleno come tema portante e...  cavolo, più che parlare di tema portante direi ESSENZA dell'intera storia! Il veleno rappresenta il tormentato legame tra Caésar e Lucrezia, il testo gioca continuamente su metafore che rimandano all'avvelenamento in amore, in politica, nelle strategie di conquista. Mi ha affascinato non poco la scelta del titolo, poiché rimanda a una citazione baudleariana in cui vengono nominati gli stessi Borgia: è una scelta azzeccatissima per la storia, la rende estremamente realistica. Mi hanno colpito molto l'introspezione, la passione malata e danneggiata che lega i protagonisti e l'andamento della narrazione spezzato tra passato e presente. Gli effetti distruttivi della Belladonna li apprendiamo solamente alla fine, ma nelle parole di Caésar sono presenti continui riferimenti; se qualcuno leggesse la storia senza conoscere il tema del contest, inoltre, non li troverebbe forzati, perché sono stati inseriti con naturalezza, davvero brava! Hai uno stile particolare che in questa storia si è rivelato l'anima perfetta per la trama, ho letto tutto d'un fiato, nonostante le numerose citazioni che di solito non apprezzo. Ci sono alcuni passaggi che mi hanno colpito particolarmente: 
"Negli scacchi, i bei discorsi non contano tanto quanto negli affari di Stato, te lo riconosco; tuttavia, c'è maniera di parlare senza parlare, con le azioni. Ogni giocatore tenta di leggere nella mente dell'altro, carpire la strategia oltre gli atti: che sia per mia stoltezza se ti concedo la sicurezza di avvicinarti pericolosamente al mio Re? Oppure, che sia volontà di distruggerti?""
Questo è estremamente affascinante, ma mi ha colpito ancor più questo: "Se dovessi uccidere un'amante, è l'arma che sceglierei. Dicono sia un mezzo codardo, il veleno, ma c'è della poesia in questo: fermare il respiro a chi ci ha fermato il cuore con quanto di più simile all'amore: una fine lenta, come finisce l'animo umano."
Mi hanno davvero lasciato senza parole, il secondo in modo particolare: lo trovo rappresentativo dell'intera storia, portavoce dell'intensità di quella passione che hai raccontato, di quel legame malato basato su un inganno, di un'amarezza di fondo verso la vita stessa, della STRATEGIA dietro alla seduzione e alla persuasione.
Complimenti vivissimi, questa storia è intensa e travolgente, nonostante il prompt sia noto già dall'inizio riesce a stupire comunque col finale. Bravissima!


 

Recensore Veterano
06/05/16, ore 15:48
Cap. 1:

Prima classificata al contest "You are my poison.."

Grammatica/Stile: 14.5/15
 Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
 Originalità: 10/10
 Uso veleno/citazione/canzone: 5/5
 Gradimento personale: 4.5/5
 Totale: 49/50

 
Grammatica/Stile:
Ammetto che il primo impatto con la vostra storia è stato piuttosto traumatico, ho letto la prima parte e mi sono chiesta se davvero sono tagliata per fare da giudice.
 Premettendo che la grammatica è perfetta (non ho notato alcun errore e, se anche mi fosse sfuggito qualcosa, deve comunque essere una svista di poco conto), premettendo anche che lo stile che dapprima mi ha terrorizzato si è rivelato poi una delle carte vincenti, avendo fatto da solo gran parte del lavoro di ambientazione, sono stata però moralmente costretta a togliervi mezzo punto.
 Perché? Perché per quanto io abbia enormemente apprezzato il vostro stile accurato e pertinente, sono riuscita a fare mia la storia solo alla terza lettura (con pagina Wikipedia riguardo alla famiglia dei Borgia aperta, per altro).
 Non metto in dubbio il vostro impegno per la precisione di ogni frase e avvenimento che avete riportato (come già avevo avuto modo di vedere nella storia di ValorosaViperaGentile per l’altro mio contest), ma temo che il tutto sia risultato troppo ‘pesante’ in questa storia neanche così tanto lunga.
 Non sono particolarmente acculturata su quel determinato periodo storico che voi avete, invece, saggiamente scelto, ma ho paura che la grande quantità di precisissime e puntigliose informazioni insieme alla grande ricercatezza nel linguaggio abbiano complicato troppo la storia, altrimenti ricca e lineare, con una trama avvincente.
 ATTENZIONE che con questo non voglio assolutamente criticare il vostro stile, né tantomeno il vostro indubbio impegno, che anzi ho apprezzato moltissimo.
 Dico solo che, personalmente, avrei evitato così tanti riferimenti alla loro storia, mi sarei limitata a quelli salienti e importanti ai fini della narrazione, per costringere il lettore in quella lettura ricca e scorrevole che la vostra Originale presenta in moltissimi punti.
 Spero di essermi spiegata, se così non fosse e aveste ancora dubbi sul mio giudizio (che ricordo ancora una volta essere Personale) non esitate a chiedermi chiarimenti.
 Ma, detto questo, lo stile ricercato e, per certi versi, quasi altisonante, ha dato davvero una marcia in più alla storia, permettendo una migliore e totalizzante possibilità per il lettore di entrare nella vita dei due principali personaggi come fosse propria.
 Poi l’alternarsi fra presente e passato, con diversi flashback, è una tecnica che amo sia utilizzare che leggere, perciò idea geniale.
 I miei complimenti, davvero.

Caratterizzazione dei personaggi:
 Un ottimo lavoro, ragazze, bravissime.
 Non credo sia facile rendere così bene due personaggi simili, riuscendo inoltre a descriverli durante la loro giovinezza e poi più avanti con gli anni, riportando alla perfezione il loro cambiamento nel tempo, attraverso le vicende che entrambi hanno subito.
 Il loro rapporto, poi, deve essere veramente complicato da riassumere in sole 5.000 parole, ma ci siete riuscite con una ‘scioltezza’ a dir poco sconvolgente.
 Specialmente il contrasto in Lucrezia, questo amore-odio verso il fratello, il vivido ricordo di un César più dolce e gentile con lei, amorevole, rispetto all’amante violento e possessivo che invece ora è diventato.
 In questa storia ho apprezzato moltissimo la crescita di lei, da ragazzina spensierata, ansiosa di sposarsi e che ingenuamente pendeva dalle labbra del fratello, che invece già allora era attratto dalla sua bellezza, fino alla Lucrezia di oggi che si trova costretta in questo rapporto incestuoso di amore-odio, paragonando l’amante al ‘suo veleno’.
Forse mi sarebbe piaciuta una descrizione un poco più dettagliata del carattere di Cèsar, anche del suo prima-dopo, visto che avete fatto un lavoro così stupendo con Lucrezia.
 In ogni caso i vostri personaggi sono a dir poco perfetti, sembra che prendano vita riga dopo riga, avete dato di loro un’immagine completa, a 360°.
 L’introspezione di lei è qualcosa di fantastico, perché è dolorosamente verosimile in ogni aspetto della narrazione.
 Brave, brave e ancora brave.

Originalità:
 Punteggio altissimo anche qui, senza alcuna esitazione.
 Volevo una storia Originale, una storia forte che potesse colpirmi dritta al cuore, che potesse prenderlo e ridurlo in piccole briciole.
 Missione compiuta, ragazze!
 Non deve essere stato facile evitare di scadere nella narrazione banale del loro rapporto incestuoso, voi ne avete dato una visione più ampia e profonda, più straziante.
 L’orrore di ‘essere nati malati’, la paura di non essere nelle grazie di Dio, l’odio che covano l’uno per l’altra e che si mescola con il loro amore.
 Quel desiderio di ferirsi l’un l’altro, farsi del male ancora una volta senza riuscire a frenare i loro istinti.
 Avete preso una storia che poteva facilmente scadere nel ‘banale’, trasformandola invece in qualcosa di intenso, capace di entrarti nell’anima, ed era esattamente ciò che vi avevo espressamente chiesto.
 Dovevate avvelenarmi e così è stato, tantissimi sentiti complimenti.

Uso veleno/citazione/canzone:
 Punteggio pienissimo!
 Sicuramente il miglior lavoro da questo punto di vista, dato che tutte e tre le richieste sono state ampiamente discusse all’interno della narrazione, in modo perfetto.
“Io non credo di poter essere migliore di ciò che sono, io sono già il migliore... mi spiace che tu non riesca a comprendere la mia etica. Sono fiero delle decisioni che ho la forza di prendere, fiero di ciò che faccio per quelli come noi. Per la nostra sopravvivenza.”
La citazione è stata riportata quasi identica, l’ho molto apprezzato, e siete riuscite a renderla verosimile e particolarmente azzeccata per il personaggio di Cèsar, ottima idea.
“La seduzione, la persuasione, una volta appresa, può essere asservita al bene o al male; un piccolo male, innocuo e senza conseguenza come la puntura di una vespa, che pure ci pare tanto aggraziata col suo corpo sinuoso, colorato dei nostri colori; un grande male, come quello di un fiore d'aspetto innocente che rende bello lo sguardo della donna ma il cui frutto, ingerito, porta alla morte."
 Ed ecco il veleno. Brave ad esservi informate sulla natura della belladonna, avete fatto in modo che non risultasse un ‘obbligo’, lo avete integrato nella storia con una scioltezza disarmante.
"Se potesse passerebbe il veleno dai denti alla sua bocca, lo inietterebbe con i morsi che ricambia con forza."
"Se dovessi uccidere un'amante, è l'arma che sceglierei. Dicono sia un mezzo codardo, il veleno, ma c'è della poesia in questo: fermare il respiro a chi ci ha fermato il cuore con quanto di più simile all'amore: una fine lenta, come finisce l'animo umano."
 Questi due sono i passaggi che ho preferito, riferiti al veleno. Mi piace come siate riuscite a renderlo parte integrante della narrazione, quasi un personaggio a sé stante.
“Non mi interessa,” le dice, quasi privo di fiato, “l’unico paradiso che mi è concesso è quando sono solo con te. Cosa vuoi in cambio? Ti dirò i miei peccati e lascerò che affili il tuo coltello per punirmi come credi. Sarò di nuovo umano, per te, allora, non una bestia. Mi redimerò. Permetti che ti offra la mia vita.”
Vi giuro, stavo per mettermi a saltellare dalla gioia dopo questo passaggio, ho rischiato di finire al manicomio, perché ho sclerato completamente.
 E chi si aspettava una traduzione quasi letterale di una delle mie canzoni preferite?
 Una canzone che, per altro, non ha PER NIENTE un testo facile, anzi, credo sia uno dei testi più difficili delle ultime canzoni uscite.
 Ma la cosa più impressionante è che non sembra esserci neanche una parola fuori posto, ho dovuto rileggere due volte la stessa frase per riconoscerla perché la stavo lasciando correre come ‘frase stupenda, ma mi ricorda qualcosa’.
In quel determinato momento sembrano le parole che Cèsar avrebbe detto alla sua amante, e non posso non complimentarmi fino alla nausea per questo.

Gradimento personale:
 Credo sia largamente intuibile quanto mi sia piaciuta la vostra storia, siete state in grado di farmi vivere il loro dramma in meno di 5000 parole, con una grammatica infallibile e uno stile molto più che adatto, caratterizzando i personaggi in modo pressoché perfetto, con un’originalità che di certo non mi aspettavo e rispettando celermente ogni ‘obbligo’ che avevate scelto.
 (Se vi state chiedendo il perché dello 0.5 è solamente a causa della difficoltà di comprensione in alcuni punti, per quella marea di informazioni che avrei leggermente limitato. Vi ricordo però che il vostro lavoro di approfondimento sulla loro storia meriterebbe da solo una medaglia.)
 Che altro dire? Non saprei mettere una fine decente al mio commento che non siano i soliti complimenti, perciò…
Amen, amen, amen.

Recensore Junior
31/03/16, ore 15:41
Cap. 1:

Yo!
Allora, devo ammettere che è stata una lettura piuttosto impegnativa, il che era esattamente ciò che volevi d'altronde.
Ma andiamo con ordine. Hai una capacità di scrittura (almeno per quanto riguarda le scene statiche dato che dinamiche non ce ne sono) davvero impressionanti, anche se forse talvolta tendi un pochino a calcare la mano con dettagli forse esagerati (ma questo è molto opinabile, dato che magari sono io che ne metto pochi).
Dannatamente suggestivo è il paragone con gli scacchi avviluppa tutta l'opera, con un paio di scene assolutamente suggestive e di sicuro effetto. In particolar modo mi viene da pensare a quella in cui César muove il re e parla. Oltre alla bellezza dell'immagine in sé, hai creato in me la sensazione di avere davanti la suddetta scena, con idea che non tarderei a definire spiccatamente cinematografica.
Le scene carnali sono dipinte in maniera ossessiva, sanguigna e quasi violenta, senza tuttavia ma discendere nella volgarità, cosa che il tuo lessico assolutamente mostruoso non poteva che impedire.
Bella anche la "reinterpretazione" storica, se vogliamo dire così, in cui ti muovi agilmente. Non è facile, complimenti.
L'unica critica che mi sento di fare è quella che dicevo su, ma è molto personale. Io avrei leggermente snellito l'opera, senza ovviamente renderla scevra dell'atmosfera che intendevi dare (e che sei riuscita largamente a dare). Ci sono un paio di refusetti assolutamente di poco conto, ma non importa ( e te li hanno anche già mostrati, noto).
Credo di aver detto tutto: innalzo una bandiera verde in tuo onore e ti saluto! Ciao ciao!

Recensore Veterano
19/03/16, ore 14:01
Cap. 1:

Finalmente sono qua a recensire questo vostro sforzo congiunto, che non vedevo l'ora di leggere per motivi facilmente intuibili: primo, è un racconto storico su dei personaggi che mi sto scoprendo ad amare sempre di più, di raro fascino e che so affrontati con la più completa serietà da chi, come voi, ne ha una erudizione totale, e un approccio a dir poco esaustivo e guidato dal più ampio rispetto.
Secondo, beh... Un pezzo scritto da quattro mani da due delle mie autrici preferite mi ingolosisce per forza, come potrebbe essere altrimenti? ;)

Ma veniamo al pezzo: la prima cosa che mi colpisce, e mi colpisce forte, è il senso di autenticità che si respira nella caratterizzazione dei due protagonisti, e che li fa uscire fuori dalla pagina scritta, per trasporli in un mondo di carne e sangue, rendendoli vivi e concreti ai miei occhi.
Io non ho la vostra conoscenza nel campo borgiano, ma qualcosina so, e - umilmente - posso dire che non vorrei vederli caratterizzati in altro modo. Sono personaggi di cui è stato detto di tutto e di più - spesso a sproposito, come capita con personaggi storici di una tale levatura (e io ne so qualcosa).
Una volta, un grande biografo di Alessandro, disse che esistono tanto Alessandro quanti sono coloro che ne scrivono, e questo è vero anche per Cesare Borgia e la di lui sorella. A un certo punto bisogna scegliere da che parte schierarsi - scelta da ponderare e da non prendere a cuor leggero - e, per quanto riguarda i Borgia, io mi schiero totalmente dalla vostra parte.
Non solo perché so da quanto dura la vostra frequentazione nei loro confronti, ma perché trovo proprio la caratterizzazione convincente: a tutto tondo, e perfettamente in linea con ciò che si sa di quella famiglia e di quel tempo.
Il temperamento freddo e calcolatore - e al contempo appassionato - di Cesare (costruttore e distruttore, come da voi ben evidenziato nel testo), la sua spietatezza e il legame viscerale con la famiglia; il suo istinto di sopravvivenza - per se stesso e per la famiglia - per la cui salvaguardia è disposto a tutto.
L'incostanza di Lucrezia e al contempo - anche in lei - la costante di questo legame viscerale col proprio sangue, a cui sempre ritorna dopo i voli di corteggiamento che la portano su altri nidi, forse in un desiderio di affermarsi di cui però è fondamentalmente incapace, troppo legata al nido di origine, pure sapendo il prezzo che ciò comporta; questa sua capacità e desiderio di amore quasi universale, e che può farla apparire "leggera", mentre invece è la cifra del suo cuore e della sua capacità di abbracciare e cullare - e che tanto fa infuriare Cesare, che invece è un temperamento accentratore, e non accetta di dividere il suo primato con nessuno.
Queste caratteristiche li rendono antitetici, ma il legame del sangue è troppo forte e spezza ogni reticenza dovuta alla loro diversa natura - e alle proibizioni legate all'incesto - portandoli a incontrarsi e scontrarsi loro malgrado, senza riuscire a venire mai a capo di un rapporto di tale co-dipendenza. Non lo accettano ma neanche lo rifiutano - ne sono in balia, e questo li rende al contempo immensi nelle pulsioni e nelle passioni e anche dolorosamente umani.
Ho amato anche l'evoluzione del loro carattere - e del loro rapporto - che avete messo in luce tramite la contrapposizione speculare trapassato e presente - alternando le scene del flashback a quelle della scena contingente. Si alternano due anime gentili, perse in un gioco di schermaglia amorosa quasi innocente, a due amanti rabbiosi e induriti, in cui ogni stilla dell'innocenza e della gentilezza passata sembra perduta.
Cosa sia accaduto nel frattempo è lasciato alle riflessioni di Lucrezia, colme di rimpianto e amarezza, mentre di Cesare vediamo solo ciò che era e ciò che è diventato, creando una frattura e un senso di straniamento che ben si adatta a un uomo in cui pare così difficile leggere.
Lucrezia è più cristallina, ma non per questo la sua voce è meno amara. Ho sofferto nel vedere ciò che erano - la fiducia, la dolcezza che correva tra loro in ogni gesto e parola, mentre discorrevano amabilmente, nel loro gioco di scacchi - e ciò che sono diventati, quando i giochi sono finiti, e la partita è stata trasportata sul campo di battaglia della vita. Non più discorsi gentili e giri di frase eleganti; i cadaveri disseminati sulla strada sono reali, ed entrambi ora stillano sangue. Il veleno di cui Lucrezia voleva sapere - quasi una curiosità accademica, pour parler - è divenuto anch'esso reale, ed è il sangue e il corpo di suo fratello, ostia avvelenata di un rito sacrilego a cui non può né vuole sottrarsi.

Questi temi sono analizzati usando uno stile complesso, elegante, finanche carico a tratti - ma che aiuta a rendere autentico il tutto, soprattutto grazie all'uso del lessico, che trovo perfetto, perfettamente in linea con il tempo e il luogo descritti. A una prima lettura mi ero segnata le frasi dove sentivo un'esigenza di alleggerimento, ma rileggendo mi sono resa conto che non ce n'era bisogno. Questo è un pezzo che, a mio parere, necessita di più riletture per poter essere realmente colto nelle sue sfumature.
E' concentrato nei temi, nello stile e negli eventi narrati, e la prima lettura serve solo come "sgrossatura": chi, cosa, dove. Può essere ostica a tratti, proprio perché lo stile non aiuta a far scivolare via le informazioni, e il lettore si trova stimolato su molteplici piani, immerso in una complessità che può essere difficile penetrare completamente a un primo acchito. A una seconda lettura, quando l'ossatura di storia e personaggi è penetrata sottopelle, si può finalmente apprezzare la ricchezza di stile ed esposizione, soffermandosi sulla bellezza delle frasi, sulla ricchezza dei temi, per scoprire i molti livelli che stanno sotto la superficie.

Detto questo, il racconto purtroppo è breve - troppo breve perché questo coacervo di contenuti possa adagiarsi comodamente sulla forma, in un continuum totalmente armonioso. Avete volato alto - e avete fatto bene, anzi benissimo - ma le informazioni sono tante, e sono spesso presentate in modo compresso, tramite lunghi blocchi di esposizione, che rasentano quel "tell" di cui non sono una ferrea oppositrice, ma che certo non aiuta la fluidità e l'immediatezza della narrazione.
Mi riferisco in particolare alle lunghe elucubrazioni di Lucrezia - dove viene fornito il quadro in cui si ambienta la vicenda, e che - sebbene ne intuisca la ragione - rallentano il fluire delle scene e dell'interazione, per sconfinare a tratti in territorio pericoloso. Le informazioni sono date in modo accattivante ed elegante, questo sì, ma la storia respira davvero quando i personaggi interagiscono e parlano in modo diretto (come nei flashback, che sono la mia parte preferita) o quando, nella scena presente, si confrontano - che sia nell'amplesso o nel dialogo diretto non importa.
Mi rendo conto che per diluire questa concentrazione espositiva sarebbe stato necessario allungare di molto, magari creando altre scene dove mostrare ciò che Lucrezia si limita a raccontare; questo avrebbe anche spezzato la specularità delle due scene principale, è vero, ma - per ovviare - forse alcune informazioni potevano essere fornite tramite il dialogo con Cesare, oppure semplicemente omesse.
Il grande dilemma della narrativa storica è rendere un racconto intelligibile senza dover ogni volta perdersi in lunghi inquadramenti informativi, se soprattutto si vuole mantenere salda la fluidità della narrazione; anche qua, bisogna scegliere: o si decide di optare per la comprensione in un pubblico più ampio possibile (e allora la trappola di tell/infodump e annessi e connessi diventa alta, specie in un pezzo breve), o si decide di concentrarsi su un lì e ora particolare, inserendo solo quel poco di inquadramento atto a rendere significative scene e personaggi, demandando al lettore uno sforzo in più, o rischiando di perderselo per strada. Io, personalmente, preferisco il secondo approccio, ma è una scelta assolutamente individuale, e ciò che conta è esserne consapevoli.

Vi lascio, infine, alcune piccole note formali, che mi sono segnata andando avanti nella lettura e rilettura, e che spero possano esservi utili.
Vi faccio i miei più sentiti complimenti per la qualità del vostro lavoro, e spero di potervi di nuovo godere e apprezzare in questo vostro connubio.

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Lontani dal fuoco, non si curano freddo (manca un del)

della volontà ferra (refuso)

e il latino del notaio Beninbene, che, (la virgola davanti a che è a mio parere superflua)

I suoi due fidanzati spagnoli era stata ben felice di perderli senza averli mai davvero conoscerli (conosciuti)

che la rende l’animo (le)

marchiandole pelle coi denti (manca un la)

innaturali voglie che non ha mai alimentato, perché, cieca, (la virgola davanti a perché è superflua)

Nessuna erba di strega potrebbe renderti più bella di quanto non sia già (metterei all'indicativo)

una chimera di d’amore fraterno (un di di troppo)

coperte dalla leggera camicia, giocando lievi col tessuto leggero (ripetizione)

Immagina essere sua moglie, Charlotte (manca un di)

Recensore Veterano
18/03/16, ore 13:19
Cap. 1:

Ciao, sono qui per lo scambio! :)
Ho scelto questa storia poiché l'argomento storico mi è parso molto interessante, trattandosi poi dei famosi Borgia e dei loro intrighi ancora di più ero curiosa :)
Ho trovato carino il fatto che la storia sia, quasi impercettibilmente, anche una song-fic (ho subito riconosciuto parole della canzone di Hozier ed è sorprendente come queste e la storia stiano bene insieme) e la rappresentazione quasi "visiva" di ciò che Lucrezia ha vissuto fino a quel momento e cosa vive poi in presenza del fratello Cesare, con cui c'è questo rapporto che è "innaturale" visto il rapporto di sangue fra loro esistente.
Non ho davvero nulla da eccepire, è tutto scritto alla perfezione e non ci sono errori.
Complimenti!

Recensore Veterano
16/03/16, ore 23:59
Cap. 1:

Dunque! XD
Esordisco col dire che recensire una storia scritta da te - e a quattro mani con theuncommonreader, quindi in questo caso ancor di più! - è imbarazzante, un po': perché già sul fronte grammatica tutto è perfetto e quindi non si sa cosa dire.
Per quanto riguarda i Borgia, sono abbastanza ignorante: Lucrezia era spesso nominata da una mia prof al liceo ma, essendo che quella prof non mi piaceva, non mi ero mai documentata più di tanto sulla sua figura - una sorta di ripicca personale, ecco! XD Nonostante la mia ignoranza, è ovvio che dietro questa fanfiction ci sia uno studio della storia di quel periodo non indifferente!
Ho trovato molto utili (e illuminanti! XD) le note - mi sono chiesta come mai il numero della nota fosse grande quanto il testo, ma immagino dipenda, purtroppo, da problemi di conversione tra word ed efp - e l'uso della partita a scacchi :D In qualche modo anch'io li collego all'erotismo, sebbene non riesca a spiegare il perché della mia associazione!

Il sentimento violento che lega i due emerge e, in particolare, mi ha colpito un dettaglio apparentemente molto marginale: "La bocca di César sa di uva e fichi, di montone e salse allo zenzero e zafferano, del suo vino di Francia". Ha causato in me sensazioni contrastanti, tra cui anche la nausea :O Non so se l'avevate previsto: se no, posso provare a spiegare la cosa in maniera banale: sono vegetariana e l'idea di un bacio che sappia di montone in qualche modo mi turba (e l'ho scoperto ora!).

In realtà, leggendo, una parte del mio cervello ha anche finto che i due non fossero fratello e sorella, perché l'incesto è qualcosa che mi appare abominevole: tuttavia, il testo mi ha portato a riflettere sul fatto che essere fratello e sorella non è tanto una questione di sangue, quanto di... rapporto, ecco. Quindi dovrei documentarmi per capire esattamente il tipo di rapporto che avevano avuto i due da bambini!

Miei ingrippi a parte, ti/vi faccio i complimenti, anche perché immagino che scrivere in due non sia semplice (avete scritto una parte ciascuna? In ogni caso, pare opera di una sola persona, non si notano cambi di prospettive!) e ti/vi saluto! :)

A presto ^_^

Recensore Master
15/03/16, ore 22:41
Cap. 1:

Eccomi qui :-)) Allora posso dire che ho trovato il racconto molto bello e intrigante, hai saputo tratteggiare il rapporto controverso tra Cesare e Lucrezia, un rapporto d'amore che è distruttore e salvifico allo stesso momento, due persone che si graffiano senza nessuna remora e si curano con baci che sanno di veleno, odio e amore che li uniscono, due sentimenti che sono la loro crocifissione, un amore che può distruggere ogni cosa intorno a sé...mi ha incuriosito il tuo riferimento alla mitologia greca in particolare al mito di Pasifae e del Minotauro, di questa donna che viene colpita da una passione fuori dal comune per un toro, generando il Minotauro, emblema di un amore che sfida ogni convenzione, un amore che viene scelto dagli altri e ti incatena in un vortice senza fine...davvero molto brava, i miei complimenti :-)

Recensore Junior
14/03/16, ore 10:21
Cap. 1:

Buongiorno!
Complimenti per aver scritto meravigliosamente questa one shot breve ma intensa, su uno dei personaggi più controversi (e affascinanti) della storia: Cesare Borgia.
Una lode particolare va alla presenza di concetti storici tutt'altro che superficiali, e che denotano un'eccellente conoscenza del periodo e dei suoi protagonisti, realmente vissuti, dei quali ti appresti a scrivere. Per un'amante della Storia come me, questo aspetto è fondamentale.
Naturalmente, la mia ammirazione va anche al tuo stile di scrittura, raffinato ed elegante, che mi ha immediatamente catturata.
In bocca al lupo per il contest!
Baci baci.