In effetti l’argomento cui ti sei ispirata per questa ff è stato visto e rivisto, smontato e rimontato da tutte le angolazioni possibili ma, qui da te, non c’è l’odore pesante dell’aria viziata e le pareti che grondano sangue e lacrime: è tutto come fosse ancora nuovo anche se, ahimè, dolente come il cuore di John. Reichenbach ed il periodo immediatamente successivo appunto alla “caduta”, quest’ultimo non rappresentato dalla BBC, per la loro potente carica drammatica sono fonte, ancora oggi, di riflessioni e va ad alimentare il grande mare del fandom. Il dolore di John, comprensibilissimo, come la sua rabbia del resto, spesso è rappresentato talmente denso da risultare assordante, tanta ne è la carica drammatica che molti Autori hanno ritenuto obbligatorio associarlo al gesto conclusivo anche del suo suicidio. Tu parli sì di strazio, di disperazione, di morte ma, verso la fine, è come se il pianto finisse e la voce si abbassasse a toni più sussurrati, quasi a mascherare l’apparentemente folle certezza che tutto non può finire di fronte ad una muta lapide. Hai rappresentato i pensieri di John così, con pudore, e mi chiedo se lui avesse avuto la sensazione, empaticamente parlando, che Sh fosse ancora vivo. Un quadro impressionista, il tuo, lieve e delicato, pur rappresentando un dramma umano straziante, e mi metto anche dalla parte di Sh che se ne stava lì, nascosto tra gli alberi, consapevole che il distacco sarebbe durato molto tempo. |
È bellissima! Sniff sniff. |
Ciao. :) Mi sono imposta almeno per un po' a farmi viva solo da lettrice qui, perciò eccomi. ^^ |
E' bellissima!! |