Recensioni per
Lost: per ricordare e farsene una ragione
di Always_394

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
03/07/16, ore 06:51

~Quarta classificata al contest "Le storie vere sembra che parlino di noi"
Menzione speciale per il miglior titolo

TOTALE PUNTEGGIO: 20,5/30
 
Sezione PRESENTAZIONE: 4.5/5
Titolo: il migliore del contest. C’è questo “farsene una ragione” che adoro per come va diretto al punto ed è di fatto quello che io, in quanto fangirl sfegatata di Lost, sto ancora cercando di fare da quando è finita la serie.
Rating, genere, note: coerenti con la storia. Niente da segnalare.
Introduzione in 200 parole: molto buona. Utilizzare una parte del testo non mi fa impazzire, lo ripeto in tutti i giudizi, ma in questo caso ho trovato il brano scelto più azzeccato che in altri.
Incipit: altra cosa ottima del tuo elaborato. Quella bara ha un effetto destabilizzante ed incisivo, che attira l’attenzione rendendo impossibile non proseguire la lettura.
 
Sottraggo punti perché:
- Nell’introduzione non è necessario mettere […] prima e dopo il brano per segnalare che sia preso dal testo, se ci sono già le virgolette del discorso diretto.
- Manca l’avvertimento Missing Moment nonostante il tipo di storia lo richieda;
- Per sfruttare al 100% l’effetto della tua frase d’inizio, avresti dovuto isolarla andando a capo subito dopo, tanto più che la frase seguente non è connessa strettamente a quella d’esordio.
 
 
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Sezione ORTOGRAFIA E FORMATTAZIONE: 3/5
È un ambito al quale io do molta importanza, perché “anche l’occhio vuole la sua parte” e una buona resa grafica permette di essere a proprio agio nella lettura. Nel tuo caso ci sono stati un po’ di elementi penalizzanti come l’utilizzo non perfetto del discorso diretto e qualche errore di ortografia.
 
Sottraggo punti perché:
- «Si, è così.»
- «Si sono reale. Tu sei reale. […]

Sì, come affermazione, va accentato per distinguerlo dal pronome riflessivo.
 
- «Sono morto anche io.» parlò a testa bassa, singhiozzando
- «Ti voglio bene papà.» singhiozzò.
- «Beh, non c'è un adesso, qui.» confessò.

Quando il discorso diretto è introdotto dalle virgolette “basse” ed è retto esternamente - cioè c’è un verbo come parlare, singhiozzare, confessare, posizionato all’esterno delle virgolette per descrivere il dialogo che sta avvenendo - la battuta all’interno delle virgolette stesse deve avere la virgola, non il punto fermo. Ci sono altri casi come questi all’interno del testo.
 
- «Ti voglio bene anche io.»
- «Già.» la risposta dell'uomo fu del tutto spontanea.

 In questi casi, la battuta non è retta esternamente, quindi il punto è giusto, ma deve andare fuori dalle virgolette. Inoltre, la frase dopo deve comunque incominciare con la lettera maiuscola. Ci sono altri casi come questo all’interno del testo.
 
- suo padre -o meglio il corpo-
- sarebbero passati oltre tutti insieme -eccetto qualcuno di loro-.

Negli incisi, ci vogliono gli spazi sia prima che dopo i trattini.
 
- Sayar , il buon vecchio Sayar
Non c’è un personaggio con questo nome, in Lost. Se ho capito a chi ti riferisci, l’ortografia corretta del nome è Sawyer.
 
- Un abbraccio affettuoso […] venne rivolto Desmond […]
Dimenticato “a”
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Sezione GRAMMATICA E STILE: 3/5
Mi piace lo stile del tuo elaborato, va dritto al punto senza girare troppo intorno ai concetti. Il lato negativo si uno stile del genere è che la costruzione delle frasi deve essere cristallina o si rischia di risultare troppo simili alla lingua parlata e di essere percepiti come “piatti”.
 
Sottraggo punti perché:
- «Ti voglio bene papà .»
- «Dove siamo papà?»

Ci vuole la virgola davanti agli appellativi come “papà”
 
- ma gli era altrettanto improbabile credere che fosse quell'uomo a parlargli
“Improbabile” non viene usato come riflessivo, in questo caso è più corretto l’utilizzo dell’aggettivo “difficile”, o l’eliminazione della particella riflessiva “gli”.
 
- Conosceva la verità, sapeva cos'era veramente accaduto, a differenza del figlio, e voleva che quest'ultimo riconoscesse quale fosse la realtà.
È saltata la concordanza: il primo verbo va al congiuntivo (”cosa fosse veramente accaduto”) e il secondo all’imperfetto (”qual era la realtà”).
 
- Cominciò a credere che, in realtà, suo padre non fosse morto e che, invece, fosse accaduto tutto nella sua testa. Ma come sarebbe potuto accadere? Aveva visto il suo corpo privo di vita in Australia.
In questo caso, “accadere” è discordante con il resto del paragrafo. Sarebbe più corretto chiedere “come sarebbe potuto essere possibile?”
 
-L'uomo in giacca e cravatta accentuò un piccolo sorriso fra le labbra
-L'uomo accentuò un piccolo sorriso, vedendo il proprio figlio in quello stato
-Il giovane, dapprima, accentuò un piccolo risolino

La locuzione corretta è “accennare un sorriso”, “accentuare” ha il significato di porre l’accento, enfatizzare.
 
-chiese, poi, in tono rammarico, contorcendo le sopracciglia
La locuzione corretta è “aggrottare le sopracciglia” o “accigliarsi”
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Sezione COESIONE DELL’UNITÀ NARRATIVA: 3/5
Il proposito della storia è ripercorrere brevemente le vicende del personaggio di Jack nell’opera originale e descriverne la scenza finale, “per ricordare e farsene una ragione”, appunto. La narrazione dell’azione che si sta svolgendo - l’incontro fra Jack e suo padre Christian - è punteggiata da momenti di flashback, in puro stile Lost, in cui viene arricchito il sottotesto della narrazione principale. Sulla carta è il modo più corretto di affrontare una fanfiction su questa serie.
Il problema è che nel passaggio dall’immagine alla carta, si va perdendo uno dei punti fondamentali dei flashback di Lost, ossia l’immediatezza. Bisogna raddoppiare gli sforzi per far sì che ci sia un contrasto netto tra i vari livelli temporali e che il lettore capisca quel che lo scrittore si propone di comunicare.
Altro tasto dolente è l’aderenza al prompt: lungi dall’essere la base su cui è costruito l’elaborato, i concetti di “giustificazione”, “sognatore” e “perdere” compaiono quasi di sfuggita.
 
Sottraggo punti perché:
 
- L’aderenza al prompt è migliorabile, come menzionato sopra
 
- Per qualche istante rimase immobile, a fissare la parete di fronte a sé. Con cautela, in seguito, prese coraggio e decise di scoprire chi si celasse dietro quella voce alle sue spalle.
“In seguito” significherebbe che molto tempo dopo essere rimasto immobile, Jack si fece coraggio e si voltò. Dal resto si evince però che l’azione impiega solo “qualche istante” a compiersi, quindi l’uso non è corretto. Un buon sostituto potrebbe essere “alla fine”.
 
- Desiderò per giorni di poter rivedere il proprio padre, dopo così tanto tempo, ma non riusciva a dare complessivamente una spiegazione logica.
Altro piano temporale sfalsato. Il primo verbo andrebbe al trapassato prossimo, in modo da riallineare la sequenza delle azioni che, parafrasando, è “in passato, Jack aveva desiderato rivedere il proprio padre, ma in quel momento in cui lo aveva davanti a sé non riuscì/riusciva a darsi una spiegazione”
 
- La paura, il dolore nel voler rivedere i propri cari , l'istinto di sopravvivenza e di salvezza non stavano più a tormentarli.
Questo passaggio è poco chiaro. Credo che tu intenda il dolore per la mancanza dei propri cari, ma così sembra che rivedere i propri cari sia una cosa negativa.
 
-Christian Shephard era stato un chirurgo […] quando decise di operarlo pur sotto l'effetto dell'alcool. Sin dall'inizio, non comprese il motivo per cui suo padre si trovasse in quel luogo […]. Poi tutto si fece più chiaro: aveva una figlia, Claire, in Australia.
Il soggetto cambia nella seconda frase e cambia ancora nella terza, senza mai essere esplicitato, causando un po’ di confusione in chi legge.
 
- Il volo Oceanic 815, per quanto potesse sembrare assurdo, aveva comunicato lo smarrimento della salma
Altro passaggio poco preciso: dovrebbe essere la compagnia (la Oceanic) a comunicare lo smarrimento, non il volo aereo. Anche l’inciso “per quanto potesse sembrare assurdo” non è contestualizzato bene.
 
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 Sezione ORIGINALITÀ: 3/5
Per i missing moment è arduo essere originali, soprattutto per quelli molto fedeli al canon come il tuo. Anche il colpo di scena finale (Jack vede suo padre, che è morto, perché è morto anche lui) è già contenuto nell’opera originale, quindi niente di “groundbreaking”.
 
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Sezione RICCHEZZA DEI CONTENUTI: 4/5
I personaggi di Jack e Christian sono piuttosto ben delineati; Jack, rispetto all’adulto forte che vediamo nei diversi episodi della serie, sembra quasi ritornare ragazzino davanti al padre che, bonariamente, lo illumina sulla realtà di quanto accaduto (o non accaduto, per meglio dire) da quando il volo Oceanic 815 si è schiantato.
Christian svolge il ruolo di mentore, accompagnando Jack verso la consapevolezza che ci sono diversi livelli di realtà e gli eventi che hanno contraddistinto i suoi ultimi anni, pur rimanendo comunque in qualche modo reali, sono accaduti dopo la morte di Jack.
Il lessico è, tutto sommato, buono, anche se non ricercato. Non ci sono ripetizioni che risultino troppo fastidiose durante la lettura.
 
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Sezione GRADIMENTO PERSONALE
La storia è snella, lineare e riprende fedelmente il finale di una delle mie storie preferite. È stato bello leggerla e assaporare le immagini evocate dallo scorrere delle righe, mi hai fatto venire voglia di riguardare la serie!