Recensioni per
b/n
di Setsuka

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/06/16, ore 17:47
Cap. 1:

Non so bene che dire, questa fanfic mi ha lasciato senza parole.
La realtà e profondità con cui tratti la sofferenza e l'anonimità malinconica di Osomatsu è straordinaria.
Ogni piccolo particolare, dall'attenzione per i dettagli come i colori all'attenzione per i pensieri e le insicurezze di Oso, è tutto reso benissimo e con una cura da fare invidia. La foto del sensei dove lui sorride nonostante sia in bianco e nero.
Commovente è dir poco.
E niente, splendida, le mie parole non le rendono giustizia.
Complimenti, davvero.
Neko -

Recensore Veterano
22/03/16, ore 19:22
Cap. 1:

Mentre leggevo mi sembrava di avere di nuovo davanti agli occhi l'immagine di Osomatsu sul tetto. E te lo dico come una cosa buona: quando si parla di tristezza è molto facile scadere nel patetico o nel melodrammatico, e tu invece non lo hai fatto: è una foto in bianco e nero della solitudine. E di Osomatsu, questo Osomatsu che nessuno ha mai visto, e che per la prima volta si rivela con spaventosa chiarezza. Se ci pensi tutti i fratelli sono caratterizzati da un qualche dettaglio che li rende unici... è curioso che l'unicità di Osomatsu sia così legata al rapporto con i fratelli. Sembra che la sua identità si sia strutturata su di loro. E ora, ora che tutti sono andati via... sembra averla persa. È svuotato.
Ho amato i dettagli sui colori, la ricerca del blu del cielo, la riflessione sulla felpa rossa. Le felpe colorate servono a differenziare i fratelli: che senso ha ora il suo rosso, visto che loro sono tutti andati via?
Ho riflettuto anche sulla figura simil-Choromatsu, quella specie di voce della coscienza rifiutata -la schiena voltata, la protesta- eppure accolta con un bisogno spasmodico -l'abbraccio, le lacrime, il desiderio di vedere a tutti i costi Choromatsu in lui-. In particolare, mi ha colpito la storia dell'alloro, che rimanda a gloria, fama, raggiungimento di obiettivi. Una metafora dell'ottenimento del lavoro, forse? Eppure, per quanto rimandi all'elemento che ha distrutto gli equilibri, che li ha allontanati tutti da lui, l'alloro è verde, e il verde viene desiderato. Per cui c'è un'ambivalenza interessante nel non poter che immaginare Choromatsu come affermato e responsabile, e al contempo rinnegare quel pensiero.
Il gatto esp è il tocco finale, l'elemento che esplicita gli 'spilli' nel cuore, che fa sentire Osomatsu patetico ma che, in qualche modo, gli dà anche conforto. In quanto due macchiette senza dimensione, dimenticate e abbandonate, possono capirsi e farsi eco l'un l'altro.
Insomma, davvero un bel lavoro, mi ha emozionata. Sei entrata in Osomatsu e lo hai descritto con sensibilità ma in modo realistico -e solo chi ama un personaggio è incapace di censurarlo, presentandolo invece agli occhi del lettore con pregi e difetti -e capelli unti e forforosi- per renderglielo amabile proprio in virtù della sua disperata umanità.
Padme Undomiel