Un viaggio di scoperta, un togliere i veli che pian' piano coprono l'esplorare la sessualità. Non c'è volgarità in questa estasi, non c'è pudore, ne confine, ne ignoranza. C'è la completezza e soprattutto la consapevolezza dell'atto in cui ci si da, senza misure. Accecati dalla passione, nella visione di lei che "si concede", bramante il corpo di lui, dov'essa al pensiero si morde il labbro, quando decide che è il momento. E lo decide perchè si sente pronta, perchè è "quel" momento, perchè è ora, perchè il fremito del suo pulsare va placato.


Misia, trovo questa presa di coscienza splendida, nella sua integrità e nella sua forza d'espressione dove hai saputo metaforicamente velare la voglia impetuosa. Ciò che ammiro è la volontà di lei di concedersi ( nel donarsi ), cosa molto diversa se vissuta con occhi maschili. Sono della retrogada, forse, idea che il sesso è il mezzo di comunicazione e di empatia più potente che ci è stato donato. Nella mia visione l'uomo "prende" e la donna "si concede", donando a quest'ultima un atto molto più "complesso e completo" rispetto all'uomo ( ma non da meno intenso ). E' un argomento meraviglioso da trattare sotto diversi aspetti ( lo feci anch'io nella mia raccolta "Dieci visioni di passione" ) e che da a te, come autrice, la libertà necessaria per spezzare i dogmi del pudore che, purtroppo, troppo spesso impediscono ad uno scrittore di esprimere la propria arte. Non è il tuo caso, tu sei meravigliosa. Un abbraccio. Mauro.

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Sembrerebbe una sorta di esplorazione sessuale. Da alcune parole chiave almeno mi pare così. Artemisia Gentileschi è stata un'artista a tutto tondo, ma anche una donna capace di affrontare con dignità ciò che subì. Questa poesia, non so il perchè, ma mi ha fatto venire in mente proprio quell'atto. Magari mi sbaglierò. Comunque, il disegno è davvero raffinato.

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