Come promesso, eccomi qui.
A prescindere da tutto, io adoro le storie raccontate in seconda persona.
Mi piace come scrivi, al di là di piccoli errori di forma o di digitazione, che nel contesto di questa storia, delle emozioni che vuoi fare provare, non si sentono neanche. Soprattutto mi è piaciuto il fatto che non mi sarei mai aspettata quello che hai raccontato nella seconda parte. Fino ad un certo punto, infatti, credevo che il dolore della donna fosse “limitato” alla perdita dell’uomo che amava nel senso astratto del termine, a causa di quel litigio, la cui colpa comunque, da quanto hai scritto, sembra da attribuire a lui. A lui, sì, ma di certo non al tal punto da giustificare un destino di questo tipo. Si trattava solo di un’incomprensione, niente di irrisolvibile.
Poi mi è piaciuto tanto, tantissimo, il gesto di lui di accarezzarle la pancia come ultimo atto della sua esistenza, e lei a fare lo stesso ricordando quel momento e i bei momenti insieme. Pochi momenti, rispetto a tutta quella vita che poteva essere. Ma il ricordo di lui, e questa orribile esperienza, le servirà a fortificare ancora di più se stessa, a crescere suo figlio, e, perché no, a trovare un altro uomo da amare.
Sarei curiosa di leggere altro di tuo, originale e non (mmm… vabbè non cito nessuna coppia perché tanto ci intendiamo a chi facciamo riferimento). Se sei riuscita a farci provare brividi scrivendo una storia con un tema così forte, e non facile, sono sicura saprai fare lo stesso addentrandoti in altri contesti. Per ora ti saluto, alla prossima! |