Recensioni per
La Gemma Che Conteneva Il Mondo
di Aliseia

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/03/17, ore 11:30

Questa storia mi ha lasciato insieme una sensazione di grande, infinita dolcezza e allo stesso tempo tristezza e malinconia. Non mi ero resa conto che questa fosse la storia finale, il proseguimento di E' meglio aver amato e perso, invece qui viene rievocato il periodo in cui Thranduil, con l'aiuto dei suoi Elfi, ha strappato alla morte Thorin, Fili e Kili e si parla anche del ritorno di Thorin a Mirkwood, molti anni dopo la sua guarigione. Mi ha fatto piacere rileggere questa parte ed è stato molto tenero il commiato tra Cabranel e Thranduil, con Cabranel addolorato e geloso per la presenza di Thorin, ma che alla fine sembra davvero più attratto dal suono dell'arpa di Caleloth che dalla voce del suo Re. Emozionante e commovente il momento in cui Cabranel chiede a Thranduil di pronunciare almeno una volta il suo vero nome, Thingalad! Tutta questa parte mi è piaciuta tantissimo e mi è sembrata la degna conclusione della vicenda raccontata in E' meglio aver amato e perso. Devo ammettere, però, che il finale mi ha riempita di malinconia! Io avevo immaginato che Thorin fosse tornato nel Reame Boscoso per vivere per sempre lì con il suo Thranduil (e proprio per questo nel mio headcanon vi avevo fatto stabilire anche Fili e Kili); avevo immaginato che Thorin avesse già acquisito una vita immortale ed eternamente giovane (come i suoi nipoti) per il fatto di essere stato salvato da Thranduil e di aver quindi ricevuto nel suo corpo parte del potere e della magia elfica. Mi ha resa molto triste pensare che, invece, per rimanere con Thranduil debba andare ad Aman per restare in vita e che, quindi, anche Thranduil lasci Mirkwood. Oltre al fatto che tutto ciò sconfessa totalmente ogni cosa che mi ero inventata nel mio headcanon (pensa, hai fatto un po' come gli autori delle serie TV che con le loro scelte spesso fanno a pezzi le nostre fantasie! XD), mi dà una gran tristezza pensare che Thranduil lasci il suo Reame, i suoi amati Elfi, la sua Foresta... E' come se l'incanto e la magia abbandonassero definitivamente il mondo reale, come se tutte le storie di Elfi che hai scritto fino ad ora, con Thranduil che assisteva tutti come un padre affettuoso e compiacente, si fossero concluse per sempre. Non so, capisco che hai pensato di dare un finale definitivo alle tue ff elfiche, ma a me le cose definitive fanno sempre male, preferisco i finali aperti in cui tutto è ancora possibile e i sogni hanno libero accesso.
Non posso dire che la storia non mi sia piaciuta, perché non sarebbe vero, ma mi ha veramente rattristata, invece di scaldarmi il cuore e accendermi la fantasia come avevano fatto tutte le altre. Mi sono sentita come se una porta si fosse chiusa per sempre.
Mi dispiace di non aver fatto una recensione entusiastica come tutte le altre volte, ma le tue ff mi hanno sempre regalato emozioni e anche questa, soltanto che questi sentimenti sono state di senso di perdita e malinconia.
Comunque, anche questo è condividere, perché le tue storie mi toccano sempre nel profondo.
Un abbraccio.
Abby

Nuovo recensore
07/09/16, ore 18:07

Dato che il proposito per questo autunno era quello di dare valore alle cose importanti, cerco di mantenerlo ripartendo da ciò che avevo lasciato in sospeso, tra cui recensire questa splendida storia, in cui compaio anche, immeritatamente, tra le dediche.
Inizio col dirti che ho adorato l'armonia misurata con cui hai gestito l'intero testo: ogni parola sembra vibrare dello stesso movimento ipnotico del pendente di Thranduil.
Sei riuscita a tirare le fila dell'arco narrativo tra la gioia di un trionfo per quell'"audace primavera" dell'elfo e del nano, per cui sembrava non esserci speranza, e la profonda malinconia per un'era che sta finendo. Thranduil parte. E con lui, con gli ultimi elfi che se ne vanno, la magia svanirà dal mondo. Da ora in poi, il re del bosco farà parte soltanto di quella dimensione onirica tramite cui gli occhi moderni conoscono i racconti di fate: inizia il processo di cui si vede il termine nell'altro tuo racconto, in cui i pochi elfi rimasti sulla Terra di Mezzo, trasfigurata dal passare delle ere fino a divenire il nostro universo contemporaneo, sopravvivono grazie a quella poca magia che resta: impalpabile, inafferrabile, eppure ancora presente. Il lembo del cappotto di qualcuno che ha appena voltato l'angolo.
Hai mostrato con estrema grazia l'evoluzione dei sentimenti di Cabranel, che continuerà ad adorare per sempre il suo re, ma allo stesso tempo ha trovato un altro polo di altrettanto valore. Thranduil lo resituì, un tempo, alla vita, e adesso lo lascia andare, restituendogli anche il suo nome. Il suono dell'arpa di Caleloth è quello della natura che segue il suo corso, Cabranel ha ritrovato il suo posto. Il cerchio si è chiuso, Thranduil può davvero partire sereno. Gli elfi, i suoi figli, potranno camminare da soli. Ma il legame resterà sempre, sono parte di lui e non li abbandonerà mai davvero: sarà comunque pronto a riapparire dietro l'angolo, che piaccia o non piaccia al nano.
E a questo proposito, un'ultima parola per Thorin (non vorrei che mi considerasse sgarbata per non averlo ancora considerato). Mi è piaciuta moltissimo l'espressione "i lunghi occhi come ferite nella parete ruvida della montagna", perché trovo che colga a pieno non solo l'aspetto, ma anche il carattere del nano, oltre ad essere splendidamente poetica. Sono felice che tu abbia scelto questa strada per lui. Non era destinato ad essere re, ma trovavo che meritasse, comunque, il riconoscimento della sfida che ha saputo superare: ha riconquistato Erebor e ha vinto su se stesso e sulla malattia del drago. L'essere tornato da Thranduil dimostra anche la consapevolezza di questa vittoria: sa di poter camminare a testa alta, ed ha il coraggio di fare, finalmente, ciò che desidera. Immagino comunque che avrà molto di cui lagnarsi a proposito delle terre immortali, che così poco tengono conto dei nani...ma altrimenti, non sarebbe Thorin. E nella staticità delle terre al di là del mare saranno il richiamo, l'uno per l'altro, alla vitalità della Terra di Mezzo, di cui l"audace primavera" è il simbolo stesso.
Per quanto mi riguarda, non avresti potuto trovare, per questa serie, un finale migliore.
Con affetto,

Orlando

Recensore Master
12/04/16, ore 20:37

Molto carina e anche molto profonda , devo dire che in alcune parti mi è venuto un po da piangere ;-;
Comunque i dialoghi sono scritti molto bene, quindi complimenti *^*
Che carina e molto dolce , ma anche molto profonda questa one shot u.u