Ehilà!
Sì, sono di nuovo io: questo è davvero un periodaccio per quanto riguarda la scuola, ma questi tuoi testi, seppur brevi, mi sollevano! La lettura risulta piacevole perché l’analisi è presente e ben strutturata. Ho adorato la partenza: non penso sia corretto parlare di anafora visto che non è una poesia, in ogni caso la ripetizione della parola “vincemmo” è significativa, soprattutto considerando la voce narrante.
Kageyama ha una vera e propria ossessione per la vittoria, la vittoria completa, schiacciante, indiscutibile: pur di ottenerla è disposto a tutto. Questo è quello che si dice solitamente quando si definisce il suo modo di agire: tuttavia a me ha sempre fatto molto ridere come cosa. Perché si dà il caso che non sia corretto: Kageyama non è disposto a tutto pur di ottenere la vittoria. Kageyama è un essere umano, Kageyama è disposto a tutto pur di ottenere una rassicurazione, una certezza.
La sua certezza sta in Kidou: se ci facciamo caso nel momento in cui perde Kidou non vince più. Tutte le sue mosse dalla finale del regionale in avanti sono pensate al fine di riavere il ragazzo al suo fianco: la vittoria è una diretta conseguenza, per carità, non dico che di punto in bianco ha smesso di desiderare la vittoria. Però lui in fondo amava il calcio che Kidou sapeva fare: con quel calcio lui amava vincere, degli altri giochi non sapeva proprio che farci.
Fantastico, ho divagato e perso conseguentemente il filo del discorso ewe
Uh, sì- Come dicevo già nell’altra recensione, questi tuoi scritti mi incuriosiscono parecchio perché metti in luce il rapporto fra i due pg come anch’io lo interpretato perciò yay, che sorpresa!
Reiji si rende conto che il ragazzo è diverso da lui, oltre ad essere molto intelligente, qualcosa capirà prima o poi… Teme quel momento, anche se è cosciente che è solo questione di tempo, perché sa che non potrà aiutarlo. E’ stato il suo mentore, la sua guida per tanti anni… Adesso che dovrebbe essere una garanzia per Yuuto, adesso che dovrebbe rassicurarlo non può farlo. Non ne è in grado, non ha tempo… Per quanto ostenti sicurezza, anche Reiji ha i suoi buchi neri nell’autostima. Kidou d’altro canto è un ragazzo come noi, ha i suoi momenti di crisi e non può stare dietro a tutto.
E’ un momento delicatissimo quello descritto nella tua shot, le frasi sono rapide ed essenziali… Devo ammettere che sono colpita da come hai saputo rendere la situazione, tuttavia è tutto posto su una sfera sensoriale-percettiva: mi spiego, hai focalizzato l’attenzione su quello che si vede. I movimenti di Kageyama nella stanza, Kidou piegato, Kidou che piange, Kageyama che lo vede sogghignando amaramente si allontana… Una sequenza rapida di movimenti immersi in una freddezza emotiva. La stessa shot arricchita con impressioni e sensazioni provate da entrambi – o almeno da una delle due parti- a mio parere avrebbe avuto una resa ancora migliore. Questi però sono solo consigli, il tuo stile è ancora un bocciolo e dobbiamo dargli tempo per sbocciare ^^
[. Una lacrima. Lui era debole, dopotutto. Poi si tolse le mani dagli occhi e li vidi. Vidi il rosso. Vidi il sangue. Vidi qualcosa. Dentro di me sobbalzai. ]
Inutile dire come questa parte mi abbia letteralmente preso e dato uno scossone al cuore: l’immediata reazione che Kageyama ha scorgendolo piangere è quella di considerarlo debole. Tuttavia entra in gioco una variabile che il Comandante considera poco, forse perché troppo abituato a guardare tutti dall’alto, che si inchinano: ovvero gli occhi di Yuuto. Sono occhi con una forza divampante dentro, con del rosso, con del sangue. Quel ‘qualcosa’ che ha visto l’ha convinto ad andarsene: perché contro quel ‘qualcosa’ lui non ha anticorpi.
Probabilmente quando al concludersi dello scontro con l’Italia Kageyama si rivolge a Kidou e Fideo dicendo che avrebbe voluto essere come loro si riferisce a quel qualcosa che hanno negli occhi. Quella forza divampante che li spinge a fare l’impossibile… a fare quel salto nel buio e a uscirne indenne.
Kidou si alzerà da quella sedia con gli occhi asciutti, le mani strette a pugno e la volontà di vincere in modo pulito: se Kageyama fosse rientrato in quella stanza, se non avesse avuto paura di quel ragazzo debolmente forte, forse avremmo conosciuto una storia diversa.
Aaaaaw, lo sapevo che avrei divagato, accidenti! Spero di non esser stata troppo pesante da seguire, le fanfic che mi piacciono mi fanno quest’effetto: sto a rifletterci a lungo ^^
Complimenti allora, spero di poter leggere presto qualche tuo altro lavoro!
Sissy |