Recensioni per
Fottuto Zayn Malik.
di MaBhoo

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Junior
02/06/16, ore 23:28

Con la presente intendo scusarmi per la recensione che ho lasciato, ho passato un brutto periodo che ha causato queste mie righe piene di stranezze, ma ciò non giustifica il mio comportamento. Preciso il mio futuro impegno affinchè non si verifichino più tali circostanze. Spero di non aver causato offesa a nessuno. Non era assolutamente nulla di personale e sono cose che non pensavo assolutamente.
Ti auguro il meglio e buone feste.
(Recensione modificata il 23/04/2019 - 09:42 pm)

Nuovo recensore
17/05/16, ore 12:14

Ciao.
Ti lascio questa recensione per dirti che non ci siamo, per niente. Sarò sincera, quindi non ti offendere. Di fanfiction orrende ne ho lette tantissime, ma questa le supera tutte. Innanzitutto, non ho capito nulla di quello che hai scritto. Capisco che è la tua prima fanfiction ma, tesoro mio.. questa storia non sta nè in cielo e nè in terra.
Primo punto; hai iniziato a scrivere con il presente, poi hai continuato con il passato e un'altra volta con il presente. Errore assolutamente gravissimo.
Secondo punto; ancora non riesci a distinguere che "gli" è maschile e "le" è femminile? Che vergogna.
Terzo punto; in questi due capitoli ho letto solamente parolacce. Ma io mi chiedo, hai mai letto un libro? O semplicemente una fanfiction scritta BENE? A quanto pare no, mi dispiace ma questa fanfiction che stai cercando di scrivere, è un'offesa a chi davvero ci mette l'anima e l'impegno per scrivere una storia degna di essere letta sul serio.
Quarto punto; hai trattato l'argomento della violenza e dello stupro in una maniera talmente infantile, senza tener conto che stai affrontando delle tematiche delicate e importanti.
Quinto punto; credimi se ti dico che sono stata tutto il tempo a rileggere le frasi senza senso più volte, dato che è tutto così confuso.
Sesto punto; le fanfiction dovrebbero suscitare curiosità, dolcezza e passione al lettore, non ribrezzo. Credimi, non sono una scrittrice professionista, ma di storie ne ho scritte a bizzeffe, mille volte meglio di questa e ti dirò, non le ho mai pubblicate proprio perché non penso di essere così brava da far leggere un qualcosa scritto da me, ma dopo aver letto la tua storia capisco di aver sbagliato e che in confronto a questo scarabocchio, io scrivo libri.
Settimo punto; hai scritto nello spazio autrice se vale la pena continuarla. Ed è un profondo no, se hai intenzione di scrivere ancora così, non andrai da nessuna parte. Nessuno si fermerà a leggere, quindi ti consiglio di documentarti sullo svolgimento vero e proprio di una storia e poi, potrai provare a scrivere. Penso di aver detto tutto quello che pensavo. Tanto so già che farai di testa tua, e soprattutto ignorerai questa recensione, che secondo me, dovresti leggere più di una volta se ci tieni a migliorare e a capire i tuoi errori.

Un bacio!

Nuovo recensore
13/05/16, ore 22:11









No.
No, scusami, ma no. Cioè, questo secondo capitolo è un “No” categorico dall’inizio alla fine. Io non capisco, sinceramente: non capisco come si possa… scrivere in questo modo sciatto, perché è un modo sciatto ed insipido. Non dà nulla, non trasmette nulla. Non fa sentire nulla. E le storie devono far provare qualcosa al lettore. O forse un sentimento riesce a provocare questa storia: pena. Dall’inizio alla fine.
Intanto, piccolo preambolo, l’impostazione della pagina mette una tristezza non indifferente: mentre nel capitolo primo andavi costantemente accapo anche quando non c’era bisogno, in questo caso non vai nemmeno una volta. So che non tutti conoscano il codice HTML ma esistono degli editor anche online; so anche che si freme dalla voglia di pubblicare un capitolo, però mettiti nei panni di un lettore che legge e vede i propri occhi fare a cazzotti perché vuole smettere di leggere e chiudere la pagina. Sì, l’impaginazione può sembrare un qualcosa di superfluo ma non è così: è la prima cosa che si nota; se l’impaginazione, l’uso del corsivo [mai del grassetto] e una corretta grammatica/sintassi ispira il lettore. Qui ovviamente si perdono le speranze.
Come nella precedente recensione, non si capisce in che contesto ci troviamo: britannico? Americano? Altre parti del mondo? Non essendoci nessuna indicazione geografica, partiamo già dal presupposto che in America e in Inghilterra non si può bere prima dei sedici anni, ma il limite oscilla tra i ventuno e i ventisei. In alcuna festa nessuno si permetterebbe mai in questi luoghi di dare alcol ai minorenni perché incorrerebbero in guai seri, soprattutto perché in questa storia nessuno ha la maggior età per bere. Non so a quali feste tu sia stata né quanti anni tu abbia, ma alle feste dove ci sono minorenni non danno mai alcol [a meno che non ci troviamo in un ristorante, ma questo non è il caso].
Dice il biondino facendomi poi allontanare siccome aveva detto che non mi avrebbe servita più sennò avrei visto gli unicorni per strada al ritorno. Volevi sembrare simpatica? Sappi che non ci sei riuscita. La frase è così sbagliata sintatticamente e grammaticalmente che mi fa crollare le braccia dalla disperazione.
Allora, la scena dello stupro. Orrore. Orrore. Io non capisco perché tu abbia deciso di parlare di un tema così forte: ma non è il parlare vero e proprio, ma il descriverlo in un modo così orribile. Ti soffermi sull’atto e non sull’introspezione psicologica [che, spiegandoci meglio, significa “analisi delle passioni e dei sentimenti”]. Va be’, ma il peggio di questo stupro viene dopo, non ora.
POV’s Cassie. POV’s? Allora, ci ho messo un po’ a capire che fosse “Point of view”: non l’ho mai visto usare in alcun libro che abbia mai letto e ne ho letti molti e di un certo spessore, fino ad ora. Point of view. Di solito nei scritti normali si va accapo magari due volte o si traccia una linea con i trattini [dipende dal gusto dello scrittore] e si cambia immediatamente il punto di vista, lasciando poi al lettore intendere chi stia parlando o meno. Poi, non capisco: fino ad ora è stato scritto dal punto di vista della protagonista, perché cambiarlo? Non capisco davvero. Sarebbe stato meglio decisamente se nel corso della narrazione -sempre dal punto di vista della protagonista- fosse stata lei stessa a descrivere ciò che le aveva detto l’amica o qualcosa del genere. Ma POV’s è la cosa più triste e poco letteraria che abbia mai visto.
Mi prese per mano e mi diede una mano a cercarla. Potevi tranquillamente scrivere: mi prese per mano e mi aiutò a cercarla. È orribile dal punto di vista sonico una ripetizione del genere.
È necessaria tanta volgarità? Piuttosto che scrivere “Cazzo, cazzo, CAZZO!”, non era meglio cominciai ad imprecare? Ma ormai leggendo questa fanfiction non mi meraviglio più di nulla.
Niall mi raggiunse e la prese a mo’ di sposa, si dice la prese in braccio, ma va bene.
Allora, ora parte la cosa meno insensata e meno naturale che si ricollega allo stupro. Quando una ragazza -soprattutto una ragazza così giovane- subisce una violenza tale, soprattutto quando ha la mente annebbiata dai fumi dell’alcol, non ricorda molto bene cosa le sia accaduto. Quel ricordai perfettamente è la cosa più sbagliata: potrebbe avere degli stralci di ricordi, ma non sarebbero mai “perfettamente”. Poi. Ha appena subito una violenza sessuale! Ma siamo seri? La protagonista non alcun pensiero a riguardo? Non si sente male? Quando si subisce uno stupro, succedono cose orribili nella mente di una persona. Ma va be’, in questa ff non c’è uno straccio di pensiero coerente e va bene così.
Ritorna a casa e viene picchiata dal padre. La sfortuna nella vita di una persona ci sta, ma questo è accanimento proprio. Se fossi stata nella protagonista, che a questo punto appare ingenua, avrei preferito o rimanere a casa di colui che ha dato la festa oppure andare direttamente a casa della migliore amica, piuttosto che subire violenza anche dal padre. In certi casi si preferisce il male minore, ma ovviamente da te non mi posso aspettare certi meccanismi logico-psicologici. E soprattutto, perché continui a soffermarti sull’intimo? Davvero una cosa squallida e prima di senso.
Il resto dell’ff è priva di fondamento -non ti soffermi sui dettagli importati, come ad esempio cosa stia leggendo la protagonista-, ma non vorrei che questa recensione sia più lunga del dovuto, so già che verrà ignorata come l’altra.



Nuovo recensore
02/05/16, ore 20:43





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Non è scritta molto bene -forse me lo sarei dovuta aspettare già dalla descrizione della trama, dato che è scontata come se non ci fosse un domani. Sono presenti diversi errori che, è palese, non sono dovuti ad una distrazione.
Non capendo in che città/ambiente/contesto la storia sia inquadrata, utilizzare il termine "Liceo" è completamente erroneo -dato che con Liceo si intende quella scuola ove si insegna e studia Filosofia; il prologo, comunque, è un po' misero: essendo un prologo -ovvero un preambolo, un qualcosa che preannuncia la storia- dovrebbe essere un po' più articolato, di certo non cinque righe scarse!

Il primo capitolo è strutturato malissimo: ci sono salti della storia che non fanno inquadrare bene il contesto temporale. Okay, all'inizio siamo verso circa le sette e mezzo della mattina, ma poi? Non una parola sprecata per le lezioni, né per descrivere un mezzo edificio, la fatica che la protagonista potrebbe aver compiuto per raggiungere la scuola dato il ritardo; non una singola frase per tutto questo, solo per spiegare come è vestita e che tipo di telefono possiede. Dettagli dunque inutili, come l'altezza delle ragazze: piuttosto che scrivere "È alta tot.", potresti invece scriver tipo "È una ragazza piuttosto minuta".

Così come è povera la narrazione -e anche il lessico, mi dispiace dirlo-, è vuoto il personaggio protagonista: non c'è assolutamente una piccola introspezione psicologica. Con ciò non voglio intendere "Devi analizzare attentamente con lessico scientifico e specifico i disturbi che derivano dall'abuso del padre" (perché, piccolo appunto medico, da una situazione del genere, come quella della morte della madre, derivano sempre disturbi più o meno gravi, dipende dal soggetto, ma di disturbi ce ne sono), solo che magari ad un lettore piacerebbe capire cosa sta pensando realmente il protagonista, come si sente trovandosi in una situazione del genere -e questo tipo di descrizione non è mai scontata. Quindi, senza questa chiarificazione sulla psiche del personaggio, quest'ultimo presenta essere frivolo e senza un vero senso -il fatto che ti soffermi a descrivere cosa indossa e cosa possiede, avvalora la mia tesi. Poi: potresti spiegarmi perché specifichi che tipo di intimo indossi? La trovo una cosa perversa, dal mio punto di vista. E soprattutto: specificare che possieda un Iphone6s è davvero necessario? La pone su un livello maggiore? È una persona migliore?


Per quanto riguarda i dialoghi -privi di significato, ma va be', ci si fa anche l'abitudine ad una certa- non si comprende bene chi stia parlando: non sono separati tra loro (perché se così fosse, si capirebbe) e l'utilizzare i trattini non aiuta molto la comprensione.


Molteplici infine sono gli errori di grammatica/sintassi/utilizzo della punteggiatura:



  • Non gli ho mai detto nulla: Non LE ho mai detto QUALCOSA ( non e nulla: doppia negazione afferma);

  • Da quando non c'è più mia madre, è molto meno presente: la seconda virgola è inutile

  • Ok, si va bene ci sarò!: una qualche virgola? un punto? Per caso quando tu parli pronunci tutte le parole d'un fiato senza mai fermarti?

  • E mo' che cazzo me metto!: me metto è un vernacolo, ovvero deriva dal dialetto quindi, in un contesto non specifico come questo, il dialetto non è appropriato;

  • Abito bordò: si scrive bordeaux;

  • Lividi è ripetuto per due volte a poca distanza: è cacofonico;

  • Mi metto un filo di trucco: anche questo deriva dal vernacolo, non è italiano corretto.


 





(Recensione modificata il 02/05/2016 - 10:47 pm)