Buonasera!
Per me è sempre un piacere leggere delle poesie, per cui non ho saputo resistere appena ho notato che ne avevi anche tu.
Prima di passare al parere vero e proprio, ci tengo a sottolineare due errori di tipo ortografico: nel dodicesimo verso quel "mise" dovrebbe essere "mie" a senso logistico e nell'ultimo verso (considerando la terzina conclusiva) manca un verbo per dare un senso compiuto al periodo, come "potrò/possa".
Sono due errorini piuttosto insignificanti, ma ci tengo a farteli perché a furia di rileggere sono saltati all'occhio e il recensore deve anche sottolinearli in modo che vengano corretti.
A parte tutto ciò, ti dirò che la poesia è una composizione libera dal taglio introspettivo e al tempo stesso candido nella sua essenza totalizzante, nonostante si racconti di un qualcosa di misterioso che riesca a addolorare profondamente una donna nel presente, per via di un passato che sembra non voler lasciarla in pace, con le poche luci e numerosissime ombre.
La protagonista trova conforto nello sfogo e nella forza che le parole possano creare fluidità, chiarezza capace di dare potenza e anche un certo senso di libertà, che la renderebbe piuttosto completa e piena di brio per il futuro.
L'immagine dell'acqua del ruscello richiama fortemente questo concetto con semplicità e pura volontà di rappresentazione, creando una sorta di legame tra concreto e astratto che, per quanto mi riguarda, è parecchio presente come concetto che attanaglia chi racconta questo flusso di pensieri e di storia.
Personalmente penso che, considerando certe parti del componimento, possa benissimo parlare sia di una violenza (come già detto prima, che comprenda sia la sfera fisica che emotiva, non necessariamente una sola) come della veemenza che provoca l'assenza e l'indifferenza del destinatario (reale o astratto, non ha importanza) di queste parole, sofferte e sentite nel loro nucleo.
Risulta essere un canto che vuole plasmare delle immagini vivide nel collettivo, legate al mondo della natura, che di per sè ha una volontà piuttosto casuale e distruttiva come la buona letteratura insegna, vuole proseguire per tutte le giornate fino a che non perderà il suo fuoco, placandosi piano piano con il sonno per poi riprendere con l'alba di un nuovo giorno.
Mi è piaciuto davvero tanto l'interrogativo che la donna pone al suo interlocutore, rivolgendogli una domanda dalla quale esige una risposta, in quanto i suoi movimenti e le sue azioni sono così tremende e infelici che hanno creato un po' più di distruzione nel suo animo.
In sostanza, devo dire che il punto di forza della poesia è l'evocazione di sentimenti tramite immagini tra di loro diverse ma collegate in un filo mentale che provoca tutto quel senso di mistero e cupezza, di tormento che dovrebbe essere curato dal provare reciproci sentimenti e viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda.
C'è dramma, quel senso di perdizione totalizzante e di amore che brucia, che può essere lenito solo dal sonno perché non ci si pensa, ma mai guarito fino a che non avverrà un dialogo chiaro tra le due entità.
L'ho apprezzato per quello che ha regalato, cioè un album di fotografie capace di spaziare tra le varie nature dei sentimento, creando una completezza del sentimento provato; e credimi, in poesia è un grande pregio costruire tutto questo con i versi.
I miei più cari complimenti!
Un grande abbraccio,
Watashiwa |