Recensioni per
Entropia:Armonia
di Monique Namie

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
31/01/17, ore 18:04

Ciao!
Come al solito trovo le tue poesie molto belle, ma questa è stata quella che mi ha sorpreso di più, perché di solito è tutto molto aulico e la figura della lumachina mi ha sorpreso e lasciata un attimo interdetta! Non in senso negativo, ma come dire... "riflessivo"! :P Sono rimasta un attimo ferma a rileggere, perché era un elemento che non mi aspettavo! 
Comunque, dopo, sono riuscita a immergermi nuovamente nella lettura e ad immaginare ciò che descrivi. Quindi ancora complimenti, come sempre.

A presto!

Recensore Master
22/01/17, ore 16:42

ciao sono passata per lo scambio recensioni del gruppo fb.
avevo letto questa poesia in estate ed ero anche convinta di averla già recensita, invece mi ritrovo a farlo oggi. sinceramente non ricordo l'interpretazione che ne diedi mesi fa, però oggi mi sono chiesta cosa stessi leggendo. in un certo senso mi sono sentita Alice che sprofonda nella tana del Bianconiglio: non so dove sia il sotto o il sopra, se sono al buio o se vedo delle luci, non so nemmeno se le cose che descrivi (l'orologio, la festa eccetera) sino reali, dei ricordi, dei sogni o cosa. sappiamo che c'è una persona che potrebbe accendere la luce e scacciare le tenebre ma non lo fa, tuttavia rimane con gli occhi aperti perché,  probabilmente, solo così riesce a percepire le parole del vento o la melodia dell'unverso. ma il buio che circonda questa persona quanto è reale? è un buio dettato solo dall'assenza di luce o esprime qualcosa in più?
è tutto sovrapposto, ma non confuso. si vede che sai cosa vuoi scrivere e lasciare il lettore nel dubbio, o permettergli di scegliere l'interpretazione più adatta a lui. non credo sia una cosa facile da ottenere con una poesia, io almeno non ne sarei capace, per cui non posso che farti tanti complimenti.
a presto
Aris

Recensore Veterano
20/01/17, ore 18:25

Ciao!
Questa poesia è piena di immagini bellissime. La prima strofa mi ha fatto pensare alla fiaba di Biancaneve, :D In effetti tu parli di un volto immortale, ma la scena del bacio tra il principe e la principessa che crede morta mi ha fatto sempre pensare a qualcosa di ultraterreno, come se si parlasse della vita eterna! 
La seconda strofa mi ha invece ricordato una frase che introduce un brano di Piovani: parla di un principe che è circondato da palazzi troppo alti al cospetto dei quali si sente piccolo e, per sentirsi più grande di loro, deve guardarli da lontano. Non c'entra niente con l'amore che sento nella tua poesia, ma l'idea della lontananza che rende (paradossalmente) le cose più facili mi ha fatto fare questo collegamento.
In generale, è un componimento che descrive un amore universale e cosmico, o meglio, un amore tra individui che passa ad avvolgere tutto, e per me che passo le giornate a cercare "cosmic lovers" su tumblr è perfetta!

Complimenti e a presto!

Recensore Veterano
22/11/16, ore 10:55

Ciao Monique! Mi dispiace che la raccolta sia finita così, era molto bella.

Comunque questa ultima poesia l'ho trovata davvero triste, però carina.
Musicale anche se breve.
Brava!
Spero di ritrovare ancora qualche altra tua poesia.
Un abbraccio...

Anwel

Recensore Veterano
26/10/16, ore 23:31

Ciao cara!

Credo di avertelo detto già in un'altra occasione, ma ogni volta che trovo poesie così mi emoziono. Non solo non sono abituata a commentare poesia non "scolastica" e quindi di cui conosco gli autori, ma c'è dell'altro. Scrivere poesia è davvero molto difficile e tu sei davvero in grado di presentare testi strutturati a livello tecnico e sentimentale, già solo per questo, meriteresti molti complimenti! Venendo alla poesia stessa, posso dirti che mi ha emozionata. Al buio dei propri pensieri o forse del suo stesso essere, il protagonista ha davvero la possibilità di sondare se stesso e i misteri dell'universo. E' come se al personaggio singolo sia al contempo associato anche l'infinito o qualcosa di trascendente che non trova una spiegazione definitiva. Il buio diventa un mezzo per non vedere quello che abbiamo davanti (non farci limitare dagli occhi insieme) e sondare altro, i nostri pensieri e altri sensi che spesso siamo abituati a mettere in secondo piano.

Davvero bellissima, complimenti!

Nuovo recensore
26/10/16, ore 15:24

Molto bella, mi ha ricordato le poesie di Poe. Ci ho visto una persona sola, che evoca un ricordo lontano in cui non lo era. Forse ha perso qualcuno di caro, per questo cerca la solitudine e il buio. La trovo molto strutturata e studiata a livello tecnico, complimenti.

Recensore Veterano
08/10/16, ore 11:24

Ciao Monique
Questa poesia mi ha colpito molto.
L'immagine che hai messo all'inizio della pagina è bellissima, descrive perfettamente la ciò che è altrimenti detto dai versi che seguono.
Le immagini trasmesse sono forti, capaci di dare emozioni e caos, non solo per quanto riguarda la natura e l'ambiente esterno, ma sembra che ciò si trasmetta alle sensazioni e ai pensieri del protagonista.
Sembra inizialmente che il vento dia confusione e paura, ma dopo l'autore trova bellezza e fascino anche in questo tipo di emozioni.
Versi bellissimi, complimenti.

Anwel

Recensore Veterano
28/09/16, ore 16:50

Ciao!
Guarda, le tue composizioni sono sempre molto affascinanti, ed eleganti. L'uso di termini un po' "aulici", a volte, o più che altro... "settoriali", non infastidisce il lettore, ma lo incuriosisce; e anche se ammetto che alcuni versi rimangono un po' oscuri, l'impressione generale è di grande fascino.
L'altro aspetto particolare delle tue poesie è che sono piene di immagini contrastanti, e quindi mentre il lettore immagina situazioni di calma placida (un risveglio invernale, il camminare in giardino) gli vengono presentati elementi quasi apocalittici; è strano, ma ripeto, affascina! 

Ti chiedo scusa per la recensione come sempre piuttosto stramba, ma sappi che è positiva XD, e che comunque la parola chiave dell'effetto che le tue operette hanno su di me è proprio "charmant"! :)

A presto! ^_^

Recensore Veterano
15/09/16, ore 20:19

O mio dio.... questa tua poesia è ancora più bella di "passaggio lento"!!!
Hai messo certe frasi che fanno sognare ed emozionare! Che brava...
Inoltre mi è piaciuto il fatto che l'hai scritta in rima, per questo suona molto scorrevole.
"E anche se il Fato lo dava per spacciato io ho deciso che l'avrei salvato"
Bellissima questa frase e anche tutti gli altri riferimenti alle stelle. Saluti

*Anwel*

Recensore Veterano
15/09/16, ore 20:09

Salve Monique Namie...di tutta questa raccolta, per ora questa è, secondo me la poesia più bella.
In particolare l associazione (anche se all'inizio suona un po'... bavoso) tra una piccola lumaca che striscia senza importanza e la bella, eterea, immensa Galassia.
Tutto il componimento da una sensazione di..... non so dirlo, tipo quando sei triste e guardi le stelle, tipo di immensità.
Scusa se si è capito poco...

Anwel

Recensore Veterano
15/09/16, ore 16:04

Ciao,
Alla prima, ma anche alla seconda lettura, sembra che la protagonista sia la Luna che osserva tutto ciò che le sta attorno, consapevole che col passare del tempo dovrà lasciare il posto al nuovo giorno (questo almeno ho dedotto dal fatto che prima sull'interruttore c'era la mano, in seguito solo due dita...segno del tempo che passa).
In ogni caso un bellissimo componimento che lascia spazio a tante altre possibili interpretazioni.
Complimenti

Un abbraccio
Luca

Recensore Master
21/06/16, ore 14:02

Ciao, sono qui per lo scambio recensioni organizzato dal gruppo Efp famiglia. Dunque, devo fare una premessa che mi pare doverosa. Di solito non leggo poesie su questo sito, mi è capitato in passato ma si è sempre trattato di eccezioni e non ne sono rimasta mai del tutto soddisfatta. Però, quando ho visitato il tuo profilo, sono rimasta affascinata dal titolo di questa raccolta di poesie. Devo confessarti che ero un po' titubante in un primo momento ma dopo averle lette tutte, una dopo l'altra, le ho messe da parte e poi le ho lette tutte di nuovo, e poi di nuovo ancora. Credo d'aver perso il conto delle volte in cui le ho lette (e guarda che ho iniziato fin dal precedente scambio). Alla fine ho creduto fosse doveroso recensire, e farlo a quella che mi era piaciuta di più ovvero 'Caos intangibile'.

Guarda, io ho un rapporto quasi simbiotico con la poesia. Ho le mie fisse, i miei autori che leggo, e rileggo, e rileggo all'infinito perché mi pare sempre mi sia sfuggito qualcosa o perché ritengo che un particolare stato emotivo ne influenzi la comprensione o il mesaggio. Ho le mie idee riguardo lo stile e che cosa mi piace e cosa no, e ti posso assicurare che sono ben precise; per questo ero titubante all'inizio. Queste poesie sono una contraddizione costante. Terribilmente delicate eppure quasi violente nel significato. Ognuna è ricca di "perché", ognuna deve dire qualcosa e lo fa con la stessa forza con cui si darebbe un pugno nello stomaco.

"preoccupazione e indifferenza come amanti inseparabili, realtà indivisibili," credo sia il passaggio che ho adorato di più fra tutti quelli, seppur ottimi, che ho avuto modo di leggere. E sono davvero, davvero colpita perché pensavo che questo sito non potesse darmi nulla in proposito. Ma forse all'epoca in cui mi misi a spulciare da queste parti, incappai in scelte "sbagliate".

Complimenti.
Koa

Recensore Veterano
16/06/16, ore 15:59

Ciao!
Come forse ti avrò già detto, io provo a prescindere grande ammirazione per chi compone poesie, perché mi pare una cosa difficilissima! Nel tuo caso, poi, bisogna anche notare la grafica che è veramente bella, quindi complimenti già solo per questo!
Hai scritto che alcune poesie saranno un po' ermetiche, ma questa l'ho trovata molto immediata, forse perché sono macabra XD e infatti, da amante del noir, ho visto nel tuo scritto il buiocome portatore di pace... [che poi qualcuno potrebbe dire, in alcuni casi, che porta la pace eterna, e sì, è vero... ma mi affascina comunque].
I cinque versi finali sono in assoluto i miei preferiti, perché adoro l'immagine del vento che pare sussurrare delle parole e la metafora dei fantasmi mi è piaciuta molto!

A presto dunque e complimenti ancora :)

Recensore Master
17/05/16, ore 21:08

Recensione premio

Mi hai portato in una dimensione onirica, che trascende la vita terrena stessa. Questa poesia è molto criptica perché il messaggio che manda ha molteplici significati, variabili a seconda del vissuto di ciascuno e del personale modo di vedere la realtà. Quello che è importante quando si legge è emozionarsi e riflettere, secondo me. Tu mi hai fatto sia emozionare che riflettere, ho avuto la sensazione di aver ricevuto un abbaglio, mentre leggevo. Ho scorto in queste righe una presenza sospesa tra la vita e la morte, tra spazio e ricordi terreni. I primi versi catturano immediatamente l'attenzione, come un palco teatrale su cui cala il sipario: i passi che il protagonista 'sente' possono essere quelli di alieni o di anime? L'orologio che ticchetta è quello dell'esistenza?
L'indifferenza malcelata, mentre si sentono le grida di una festa lontana, è quella di chi sta morendo e non riesce a nascondere che vorrebbe restare? Le dita in numero ridotto sull'interruttore e i contorni luminosi segnalano che il protagonista si sta "lasciando andare" verso la luce della vita ultraterrena? Il vento parla della vita vissuta, dei rimpianti condensati con le gioie e le soddisfazioni? Non mi è dato sapere, né pretendo che tu mi risponda, ti ho esposto la mia interpretazione per farti capire quanti pensieri abbiano generato queste righe in me. Mi piace leggere poesie e interpretarle liberamente, specie se hanno tanto da regalarmi. Non posso che ringraziarti per essere riuscita a estraniarmi dalla realtà con questa dimensione a sé stante.
(Recensione modificata il 17/05/2016 - 09:09 pm)

Recensore Veterano
11/05/16, ore 16:24

Oh, se è bella questa tua poesia. Mi piacciono le sinestesie, mi piacciono le sfumature subatomiche (e di riflesso cosmiche), le contaminazioni che s'incrociano in versi, come i tuoi, che realizzano un ponte fra ciò che è il mondo naturale e ciò che definiamo artificiale, o altre volte fra ciò che è invisibile e ciò che non lo è.
C'è una fiera e nobile eleganza nel modo in cui disponi i versi, le parole, sono ordinate e tutt'altro che entropiche. A proposito, il titolo della tua raccolta mi ha affascinato moltissimo. Premesso che il concetto stesso di entropia, con annessa grandezza e annessi principi della termodinamica, ha un fascino meraviglioso nel suo modo di disvelare ciò che definiamo "mondo fisico" (o natura), è curioso come tu abbia poi associato l'armonia come suo contrario. E ci hai messo i due punti di mezzo: hai creato un interessantissimo gioco di rimandi e significati, con quei due punti a fare da interpunzione (e mostrare una sorta di conseguenza, come se dal disordine poi derivasse, almeno concettualmente, l'ordine stesso) o da operatore logico (un disordine tale da ordinare, o come solo se fosse un rapporto tra due membri, o come se stesse per). E poi hai scelto l'armonia, non la sintropia, valutando l'entropia come dis-harmony (una parola meravigliosa), e le hai opposto qualcosa di tuo, e qua si nota il tuo riflesso interiore. C'è un dislivello che riguarda sì due persone, ma che riguarda soprattutto te e i tuoi contrasti interiori.
La tua poetica non ne risente, tuttavia. Resta piuttosto ordinata e precisa, e mi sarei aspettato meno rigore, lo confesso, ma immagino che a te l'entropia poetica provochi un grosso disagio: tu hai bisogno di capire, non puoi ammettere un ermetismo che vada troppo oltre i limiti da te concessi. E la poesia si lascia comprendere o a volte solo sfiorare, ma nulla perde di senso e nessuna parola perde il suo posto. A partire dalle tue sinestesie interiori, che coi loro attriti mettono in difficoltà il tuo pragmatico principio di realtà, che vorrebbe sfociare in un sogno concreto ed estremamente reale, e ti fa dubitare di te stessa, ti spaventa. Ci sono delle sensazioni troppo intense, delle sinestesie talmente azzardate da farti esitare e da farti mancare il fiato. Sembri quasi domandarti se davvero, quei sentimenti e quelle sensazioni possano essere tuoi. Lo sono?
E poi inizia la poesia, da quel mattino che fa da riferimento concreto, da quel momento in cui ti svegli per una nuova giornata, col freddo che ti avvolge fuori dalle coperte come avvolge l'universo che brucia calore e che si raffredda, espandendosi, mentre la disharmony esplora il tuo corpo e il tuo animo: l'armonia che tanto ti caratterizza vien meno, le fantasie (che ti caratterizzano altrettanto) si fanno più suadenti e meno afferrabili, si moltiplicano e tu, tu che sei abituata a dar loro il tuo assenso, ti trovi immersa in una lista infinita di fantasie da esaminare (tu non sei una persona che lascia vagare liberamente le proprie fantasie, non senza un previo assenso). Bellissima l'immagine del caleidoscopio, con i suoi colori (sono sfumature, sogni interiori) accesi e in movimento (per entropia, magari) e che esplodono per caso, come supernove inattese. E appena metti piede fuori casa, è come se i tuoi sensi siano più propensi a percepire rispetto al solito, come se ci siano più sensazioni da recuperare, come se tutto sia insolitamente e icnredibilmente stridente e pieno, così pieno da:

"da sembrare l'urlo d'un mostro cosmico
schiacciato tra le pieghe dello spazio-tempo."

So che è un po' banale, ma in questo passaggio non potevo non pensare a L'urlo di Munch: sembra davvero un mostro cosmico schiacciato fra quelle pieghe, incastrato in un'opera d'arte che trascende i concetti di spazio e di tempo. La tua descrizione calza a pennello (se mi permetti il gioco di parole).
E in tutto ciò, il mondo stesso, che aveva apparentemente iniziato a offrirti nuove sensazioni, inzia in realtà a sparire e a passare in secondo piano, si disertifica perché, dopotutto, sei tu il punto d'origine di quelle sensazioni, la tua percezione è solo il frutto di quello che sta succedendo dentro di te, di quel diverbio in cui non sai da che parte schierarti. Hai paura di fare la fine di quell'albero incendiato.
Eppure non puoi fare a meno di contare le ore (che ti separano da quella persona a cui tendi), le paure sono tangibili ma non meno tangibile è quel sentimento che si è acceso e che sta piegando il tuo universo interiore, mettendo a contatto zone che avrebbero dovuto restare separate, andando oltre la relatività di Einstein, creando ponti fra mondi troppo diversi: sono sinestesie, infinite e terrbilmente potenti sinestesie. Possiamo chiamarlo amore, o innamoramento, o soltanto entropia.
E tu hai scritto una bella poesia. Bravissima.

Ps. "che mi lancia una meledizione per saluto."

Intendevi maledizione, no?