Siamo tornati al 221b, finalmente, dopo tanto tempo, dopo tanto viaggiare, come dici tu, alla ricerca di qualcosa che si era perduto. Giusto, perché la vita è un viaggio che si compie esplorando, passo passo, le cose intorno a noi, incontrando persone, perdendole oppure affiancandoci a loro per proseguire insieme. Questo è successo a Sh, John ed Amanda; come ho già detto precedentemente, la ragazza è un personaggio fondamentale nella tua storia in quanto fa da catalizzatore in quel riannodarsi di intrecci, il legame tra il padre ed Holmes, che si credevano ormai consunti e perduti. La lettera di John è una finestra che si apre rassicurante sulle immagini e sulle emozioni che riportano a ciò che sembrava impossibile far rivivere: il 221b ed il pazzo, grande amore che lì si è acceso, tra concitati momenti di investigazione, drammatici momenti di noia, scoperta di uno splendido essere complementari e necessari l’uno all’altro. Sh si è liberato dalla soffocante cappa di malinconia e di disperazione calata su di lui con la separazione da John e, quest’ultimo, è come se avesse riacceso in sé una luce che sembrava spenta. Il detective ha ritrovato i suoi bronci quasi infantili, le sue spietate analisi su ciò che lo circonda, la sua musica, il suo cuore. Watson ha ripreso semplicemente a vivere con chi gli aveva restituito una ragione per esistere. In poche parole Sherlock ha ritrovato John, John ha ritrovato Sherlock. Io, personalmente, ho trovato una delle più belle storie, la tua, che abbia mai letto. Grazie per averla scritta. |
Mi dispiace di essere arrivata a leggere e commentare soltanto alla fine, o quasi, di questa storia. |
Ho seguito questa storia passo passo, alle volte lasciando un messaggio (soprattutto all'inizio) alle volte (più spesso) in silenzio. |
Amanda è un personaggio che, in un crescendo di una credibile caratterizzazione psicologica, hai inserito utilmente nella storia e ne è diventata, secondo me, il perno attorno a cui ruotano rimpianto e desiderio di futuro, malinconia e speranza, disperazione e riscoperta di emozioni e certezze mai perdute. Sh e John, insomma, con il loro eterno rincorrersi, perdersi e ritrovarsi. A lei hai affiancato, quasi in sordina, un' energica Harry Watson e veniamo simpaticamente catturati dalla sua irruenza. "...Sherlock apre la bocca per protestare...la richiude...": anche il carisma singolare del consulting viene messo all'angolo, travolto dalla vitalità della sorella di John. Quadretto simpaticissimo, questo. E le affidi, dal punto di vista narrativo, il difficile compito di rompere il ghiaccio angosciante che imprigiona Holmes ed il suo (ex)blogger ("...non può fare a meno di scoppiare a ridere...una risata liberatoria..."), ottenendo un consolante risultato in cui la tensione si stempera nella speranza di ritornare a sorridere per davvero. Il detective sembra ricaricato, sembra aver ripreso il controllo sulle emozioni ed appare, nel rivolgersi ad Amanda, sicuro e brillante. John, no. Si mostra tormentato e preda di pensieri che lo angosciano. Ma, ben presto, ci accorgiamo che l'energia positiva che emana da Sh nasconde, in realtà una disperata stanchezza interiore ("...il suo viso torna vulnerabile e stanco..."). Amanda se ne accorge e bellissimo è quello stringerlo più forte tra le sue braccia, avendone percepito il dolore che lo assedia. "...Che cosa sono per te, John?...": qui, in confidenza, mi hai trasmesso un'emozione intensa, grazie all'efficacia delle tue parole. Quello che dice, o meglio, pensa Watson, poi, è una delle più belle dichiarazioni d'amore che io abbia avuto il piacere di leggere, veramente. Ne riporto il momento, per me, più commovente:"...Sei il mio inizio, Sherlock, e la mia fine...". Verso la conclusione, il capitolo è un crescendo travolgente di emozioni. Senza fiato. Così chiudo questa recensione e vorrei che ciò che ho scritto non ti suonasse troppo retorico, perché esprime sinceramente ciò che penso. |
Bellissimo capitolo, il finale poi, tanto atteso che mi mancava il respiro, struggente e allegro allo stesso tempo. |
Posso dire che questa è una delle migliori storie che io abbia mai letto. Il modo in cui l'hai scritta è stato fantastico, sembrava di guardare un film. L'idea della figlia di John ritrovata è stata pazzesca, complimenti. Spero scriverai presto un altro capitolo perché io già non vedo l'ora di leggerne un altro. John e Sherlock sono dolcissimi, non sai come ho sclerato durante la lettura di questo capitolo. |
Devastante questo capitolo, riassunto tutto in "La verità è che non è il lavoro o il successo a definire una persona, quanto l’importanza delle relazioni che costruisce – e questo lui l’aveva capito troppo tardi" perfetta per descrivere lo stato d'animo di Sherlock. |
Wow, finalmente Sherlock e John, si incontrano nel presente. Prevedo scintille. |
Ogni capitolo è un'altalena di sentimenti e verità che emergono pian piano. |
Ciao, ti scrivo un commento al volo, ma poi recensirò il resto con calma, perché non posso non dire che questa storia merita di essere letta e amata. |
Fantastica!; penso sia il miglior modo per descrivere questa storia. Ha fatto breccia nel mio cuore già dalla presentazione. |
Hai disperso per un momento la malinconica cappa di sofferenza riacutizzata dal rivedersi dopo anni di Sh e John. E l'hai fatto inserendo la concitazione di un inseguimento e la consapevolezza che Amanda sia in pericolo. In quegli attimi di confusione ed impeto si abbassano le difese personali, è come ritrovare una lontana consuetudine a sfidare il pericolo. I due sembrano riannodare il filo di un discorso perduto. In questo capitolo ritrovo ancora un magnifico Sh, che si erge splendidamente scolpito dalla sofferenza e temprato dalla coscienza di aver incontrato, nella sua vita, l’amore, unico ed irripetibile. La confessione, che lui lascia scaturire dal suo animo verso un prete indegno, è un pezzo veramente da ricordare per l’energia che le parole trasmettono, come schiaffi a chi vorrebbe seminare il male, come carezze per John che, sempre più confuso, viene investito da una corrente impetuosa di emozioni ( “…Non ho ancora smesso di amare….”). Altro momento in cui ci hai regalato qualcosa di potente è quel ritratto di Sh, che tu fai vibrare di luci ed ombre, di vigore e di tenerezza: “…stelle implodono e stelle nascono, la loro luce ed energia filtra prepotente attraverso le cortine iridescenti…”. John è come se stesse assistendo ad un evento naturale che, per la sua forza e bellezza, non ha eguali. Ma Sh è così...Guarda, hai scritto cose veramente notevoli. |
Ciao Clock! |
Ciao! |
Ciao Clock! |