Recensioni per
Atra Mors
di Celtica

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/11/17, ore 19:24
Cap. 1:

ciao sono passat per lo scambio del gruppo fb.
ma quanto tempo era che non leggevo una tua storia?
troppo credo.
mi è piaciuta molto questa storia. sei riuscita a farmi trovare abbastanza medioevo da fari respirare qull'aria di superstizione e morte che fa tanto peste del '300. forse l'unica critica che potrei muoverti è che io ci avrei messo un po' di religiosità, però nella mia testa il medioevo è un mondo dove per metà si ammazza il prossimo (l'infedele) e per l'atra metà si prega e si usa il flagello per guadagnarsi il paradiso. (si vede che non è l'epoca storica che preferisco?) comunque è questione di visioni personali e, ripeto, la tua storia mi è piaciuta moltissimo.
mi è piaciuto il personaggio di Rodolfo (nome molto originale tra l'altro). la sua ostinazione nel cercare di salvare la donna di cui è innamorato (che poi i salassi non siano proprio il modo migliore per combattere una malattia non poteva saperlo) e l'orrose al pensiero di cosa capiterà al cadavere della donna.
alla fine mi è anche uscita una lacrimuccia, sigh.
complimenti e a presto, 
Aris

Recensore Master
09/03/17, ore 14:46
Cap. 1:

Prima Recensione Premio per il contest Pazzi/e/ie...d'amore"

Eccomi a recensire un altro tuo raffinato racconto!
Non vedo cosa di nuovo posso dirti sullo stile, se non confermare tutto quello detto finora: prosa impeccabile, cura dei dettagli maniacale e fine; ogni termine e ogni allusione sono simboliche di un intero universo, e tingono questa storia di una profondità assurda.
La cura dei dettagli merita un elogio a sé: si nota la ricerca e l'approfondimento della materia, quei piccoli accenni che un lettore attento può cogliere e usare per immergersi a tutto tondo nell'epoca e nella scena da te descritta.
La peste dilaga con le navi che giungono dall'oriente, portata dai ratti che ne invadono le stive. Il panico dilaga, l'oscurità si fa nefasta e tutto ciò a cui gli uomini del Medioevo possono ricorrere sono rimedi flebili e un'insana predilezione verso superstizioni e malocchi, credenze popolano che raccolgono la fede di un popolo disperato e un'era buia e putrescente.
Hai pitturato con maestria un'epoca buia dove il degrado e l'inettitudine del moribondo la fanno da padroni. I lazzaretti sono l'emblema di un mondo che si abbandona a se stesso e che si aggrappa alla forza di una fede marcia e a un potere ingordo e egoista.
Simbolico e devastante il tentativo inascoltato e messo a tacere con l'estrema azione di una madre che tenta di avere salva la sua vita e quella della bambina. Non c'era distinzione tra infetto e sano, la paura - anzi, il panico - affogava il cuore e infettava il metro di giudizio, rendendo dovuto e naturale l'assassinio di una donna e di una bambina per una fuga di sopravvivenza.
In tutta questa oscurità brilla il dolore di Rodolfo!

- Ma ora la vita sembra fuggire dal suo corpo, come nugoli di topi fuggono dalle navi in quarantena.

Bellissima questo macabro paragone: la morte dilaga come la peste, non facendo distinzioni tra ciò che è importante per Rodolfo e lo sfondo sfocato della sua città contagiata.
Nel suo animo stanco e prostrato si mischiano le illusioni di un rimedio "scientifico" e la perdizione verso la ricerca di cause dettate da vecchie credenze e superstizioni volgari, che prendono forza proprio dal dolore di un uomo devastato dentro e fuori.
La fine è un vero declino verso la vacuità di un'esistenza ormai senza scopo: Rodolfo può anche baciarla, spegnersi nell'atavico silenzio dei condannati a morte, tanto sa che non c'è salvezza. Le bellezza e il pudore di un funerale che si fa a una persona amata... si perde anche quello in quello squallore, tutto diventa una fossa comune che annienta l'anima prima del corpo.
Questa storia è angosciata e tetra, calata perfettamente nei cui antri di quell'epoca, che contamina persino l'amore di un uomo verso una donna; esso - l'amore - infatti non può godere della speranza o del folle tentativo di salvarsi; ma si rotola nel fango di un mondo buio degradando verso la mesta sentenza comune. La malattia non fa distinzione!
Mi piace molto il titolo in latino: non solo rispecchia l'epoca e parte della sua "cultura" nera, ma è anche il modo più diretto e esteticamente curato per dire "peste bubbonica". La tua eleganza si mostra anche in questo. Complimenti!
A presto!

Recensore Master
10/02/17, ore 18:13
Cap. 1:

Ciao carissima,
di recensione in recensione, ho trovato questa tua bella flashfic e ho deciso di fermarmi a leggerla.
La peste: terribile flagello che nel Medioevo ha decimato la popolazione dell'Europa, generando miti e superstizioni. La medicina all'epoca era ancora in una fase in bilico tra la stregoneria e la religione, inoltre nessuno sapeva quale fosse l'agente eziologico della terribile malattia.
Hai descritto molto bene la progressiva presa di coscienza del medico di essere impotente ad arrestare la malattia, la consapevolezza che i rimedi sono inutili e che tutta la città, isolata, sta lentamente morendo.
Lei subirà lo stesso fato di tutti gli altri: sarà buttata in una fossa comune con la calce viva come disinfettante. Non importa che sia la sua amata, che abbia un legame particolare con lui. Come a dire che la morte, quando arriva, non guarda in faccia a nessuno, colpisce e dopo non c'è più niente.
La morte infatti è atra, che è un nero con la connotazione della disperazione, oltre a quello del colore luttuoso. Dopo la morte non c'è più nulla, quindi salutala adesso finché è viva.
Molto bella e struggente, complimenti.

Nuovo recensore
08/11/16, ore 19:05
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Vorrei proporre questa storia tra le scelte del sito per diversi motivi.
Innanzitutto vorrei dire che è molto difficile parlare del MedioEvo perché è un'epoca buia e profondamente per il degrado che essa ha portato progressivamente.
È un'era dove si parla più di guerre e ordini sociali che d'altro, molte cose sono sottovalutate ed è tutto così accennato e violento al tempo stesso che quasi viene il desiderio di scoprire qualcosa di specifico.
Per quanto riguarda la letteratura, il MedioEvo è periodo di amori tormentati, quasi fiabeschi e poco chiari ma penso che l'autrice abbia inquadrato in maniera progressiva e più approfondita una storia d'affetto incondizionato nello scenario disastroso che dona la peste. Certo, è "solo" una flash ma è straordinariamente espressiva del sentimento perfetto dei due amanti, del periodo in questione e c'è voglia di raccontare, di stupire, non si ha paura di risultare schietti nel parlare di quello che succede progressivamente e drammaticamente alla donna protagonista.
È possibile cogliere molto degli aspetti del Rodolfo, il protagonista maschile, come è riuscito a incontrare la donna della sua vita, a dare forza alla sua occupazione e come faccia sempre il possibile per sopravvivere e far sopravvivere chi gli capita in cura.
È un uomo determinato, forse più rispetto alla media degli uomini dell'epoca, è una sorta di precursore romantico che però deve arrendersi al ciclo della natura e delle cose più forti di lui: una voce un po' fuori dal coro ma senza dubbio intrigante per il contrasto.
Cruda e libera di spaziare negli argomenti e struggente al punto tale da avermi commosso alla fine.
Bella, una chicca per chiunque ami l'amore e l'angst che c'è attorno a questa sensazione.

Recensore Veterano
02/11/16, ore 18:34
Cap. 1:

Ciao ! Finalmente passo a lasciare la prima recensione premio che hai ottenuto. Ti faccio ancora i complimenti per la storia che hai presentato al mio contest, ma ora passiamo a questa. Lo storico è uno dei generi che preferisco e devo ammettere che questa storia mi piace molto è scritta davvero bene e rispetta a pieno il periodo e il dramma della peste. Ti faccio i miei complimenti, perché rendere a pieno sia il tempo storico che i personaggi e le sofferenze legate a una epidemia del genere non è cosa facile, quindi tanto di cappello.

Un Bacio e alla prossima :3

Recensore Master
14/06/16, ore 16:18
Cap. 1:

Macciao! Prima di tutto, voglio dirti che si nota che ami lo storico, perchè mentre leggevo ho subito capito che la scrittrice, quindi tu, sapeva benissimo cosa stava scrivendo.
Questa OS è molto ben costruita, alterna alla perfezione i sentimenti con gli avvenimenti storici; è ben dettagliata, ricca di particolari che ti fanno calare nel periodo storico, ma non manca di sentimento e pathos.
Molto toccante, oltre l'addio ultimo dei due innamorati, è stata la parte in cui descrivi lo sfortunato destino della madre e della figlia, delle suppliche della prima e di come ingiustamente sono morte sotto i colpi dei dardi. Davvero una scena toccante in cui ho sentito il mio cuore stringersi.
Complimenti anche per il flusso di coscienza, di come i pensieri di Rodolfo si susseguono lucidi mentre la malattia sembra impossessarsi anche di lui e del suo corpo affaticato. Insomma, tutto questo per dirti che hai fatto un ottimo lavoro. Brava! ;)

Alla prossima,
V.

Recensore Veterano
02/06/16, ore 19:21
Cap. 1:

Who. I odio le coppie innamorate che pucciosamente arrivano dopo 400 pagine di odi et amo a ritrovarsi, perdonarsi e infine sposarsi e vivere felici e contenti. Odio i finali romantici, e (se per metti l'inciso) nei miei lavori le persone muoiono, soffrono e il vero amore c'è, ma è sempre frustrato e i finali recano con loro non solo gioie, ma anche dolori ( sorvolo su quell'assurdo scritto-mia opera-che è appuntamento al buio.)
Ecco quindi che mi trovo davanti uno scritto che non solo è leggibile nella sua scorrevolezza e nella sua semplicità, ma che ho adorato leggere e rileggere, proprio perché si incardina perfettamente nella realtà storica di quel tempo e rientra nella mia ottica.
Ad una analisi approfondita mi accorgo che il lavoro presenta si un lieto fine, ma non è poi così lieto; mi spiego meglio: il tuo lavoro tradisce, e questa è l'unica e lieve critica, una ossatura schematica che funziona grosso modo così- evento generale-evento particolare- fine.
Ciò che mi è piaciuto davvero è che in tutti e tre i punti non ci sono inesattezze o voglia di strafare, è tutto pulito e scorrevole e non viene voglia di cambiare un'oncia di tutto ciò.
L'inizio è perfetto, crudo, schietto e ci cala perfettamente nella storia.
Poi, usando gli stilemi cinematografici, dopo una panoramica, una carrellata a zoom ci porta dentro le mura e inquadra il personaggio principale, che pare, e anche questo è ottimo, più un soggetto scelto a caso, forse per l'inutilità dei suoi tentativi, che il reale protagonista.
E infine, il finale da l'idea di qualcosa di ineluttabile, ma che se credi nell'aldilà di speranzoso, almeno dopo la morte si rincontreranno.
Per concludere questa "breve" recensione, non so se conosci il film, o il libro, Storia di una ladra di libri, ecco la storia mi ha ricordato quello; cioè è come se su tutta la storia aleggiasse la morte e fosse lei a od osservare il tutto, e sembra che scelga il cerusico proprio per un suo divertimento:" Ma guarda tu, quel povero innamorato, quanto si dà da fare , povero sciocco innamorato, tanto vedrai che muore e inutile."
Mi è piaciuto da morire, ti do quattro bandiere verdi e mezzo ( non mi piace la votazione positiva, neutra o critica, la trovo troppo semplificante, ok sta bene, si, ma io nelle mie recensioni preferisco anche dare un numero variabile di bandiere verdi.)
Ad un altro lavoro.

Recensore Veterano
18/05/16, ore 23:07
Cap. 1:

Allora...
Ciao, sono passata qui a recensirti perché...
È il tuo compleanno! TANTISSIMI AUGURI!!!!!! 🎂💓💓

Ok, terminato lo schizzo preliminare, vediamo di cominciare la vera recensione. Mi scuso se non sarà totalmente accurata, ma purtroppo ho poco internet e davvero poco tempo... spero che almeno il pensiero sia gradito ahah
Allora, premetto che ho sempre adorato le storie di genere storico, specie se non sono basate su eventi troppo "importanti" o comunque strabusati dal suddetto fandom- in quel caso, credo che le storie si facciano davvero ripetitive nella maggior parte dei casi e che in un certo senso non rispettino la tragedia subìta... Quindi, nel tuo caso è stato interessante trovare una storia che comunque non era stata molto trattata in precedenza, nonostante la tematica sia di grande impatto.
La peste è sempre stata una malattia terribile, vista come "collera divina" (come hai riportato anche tu nella storia) proprio perché sia una cura che una prevenzione erano assolutamente sconosciute. E ciò rendeva il tutto di una disperazione senza fine.
Già soltanto l'incipit della storia mi ha colpito molto: trovo che la descrizione quasi lapidaria della donna e dalla bambina uccise sia particolarmente adatta alla situazione, perché immerge il lettore nella giusta atmosfera, pur mantenendo una certa distanza, così da far intendere che comunque atti del genere erano quasi quotidiani all'epoca.
Anche il punto di vista dell'uomo, Rodolfo, è molto curato. Riusciamo a cogliere la sua personalità e alcuni tratti della sua vita solo proseguendo la lettura. E, allo stesso modo, inquadriamo il suo rapporto con la povera donna. Le relazioni tra uomini e donne con grande differenza d'età erano dovute principalmente a matrimoni combinati sino a poco tempo fa: perciò, dato che era evidente l'amore disperato con cui lui si aggrappava a lei, credevo che si trattasse di un giovane di circa la stessa età della donna. Lo scoprire che non era così mi ha sconvolto, anche se non saprei dirti esattamente il motivo... semplicemente non me lo aspettavo. Ha reso la storia sia più dolce, sia più disperata- proprio per il dolore di dover aggiungere ai giorni della propria vecchaia un lutto del genere, la morte di una donna scivolata via nonostante tutte le cure tentate...
Davvero molto curato, come anche la frase finale che porta a un pensiero sottinteso, quasi di consolazione: se morirà anche lui, almeno potranno rivedersi, anche se senza baciarsi come invece possono fare ora. Straziante, ma puro, in un certo senso, bisognoso di vita, anche se portatrice di dolore.
Passando a tutt'altro in modo forse un po' brusco, dal punto di vista grammaticale e sintattico, non ho notato errori, anche perché, sinceramente, ero troppo presa dalla storia.
Che altro dire, complimenti! Davvero uno sviluppo curato e interessante!
Spero di leggerti di nuovo presto.
Ancora auguri di buon compleanno,
Baci
Nox

Recensore Junior
18/05/16, ore 22:45
Cap. 1:

Bene, sono qui per l’iniziativa delle recensioni di compleanno de Il Giardino di EFP. Ho deciso di recensire questa flash per due motivi. 1) È una originale, quindi non ho problemi di fandom. 2) È una delle storie che ha meno recensioni, quindi preferisco passare prima di qui.
La prima domanda che mi sorge leggendo – è solo una curiosità – è se i personaggi siano del tutto inventati o se affondino le loro radici in qualche specifico evento storico. Lo chiedo perché Rodolfo non è un nome comune e man mano che la lettura prosegue sembra quasi che tu stia trasmettendo una voce dal passato.
Certo questa considerazione non inficia l’apprezzamento della storia. Ho dovuto rileggere la flash più di una volta per capirla, ma lo dico come un complimento.
L’inizio coinvolge il lettore, trascinandolo nell’atmosfera del racconto, insieme al vento della peste che soffia. Si comincia a capire cosa sta succedendo e si respira non solo la paura ma anche la rassegnazione che l’epidemia ha portato, senza fare distinzione alcuna.
Se devo farti un breve appunto, non ritengo necessario l’uso dei tre puntini di sospensione dopo “Ma a te non importa”.
Oltre all’inevitabile rammarico che pervade l’intera storia, come ci si aspetterebbe dal tema, si percepisce anche quasi una certa carnalità nella descrizione della malattia e del suo decorso. L’uso del verbo “possedere” riferito alla peste sembra paragonare il male a un’amante pericolosa e possessiva.
Altro appunto en passant: “come nugoli di topi fuggono” à “come i nugoli di topi …”
E tornando alla storia per l’ultima volta, è di sicuro cruda, ma deve essere così. Perché la malattia – e soprattutto una malattia come la peste – è sporca, con i fluidi di un corpo che ha perso ogni controllo su se stesso. E anche lo stile di scrittura che hai scelto, asciutto con giusto un pizzico di poesia degno di un vecchio innamorato, ben si adatta al contesto.
Detto questo, buon compleanno.

Recensore Veterano
18/05/16, ore 16:14
Cap. 1:

Ciao **
Avevo già dato un'occhiata veloce a questa storia su Wattpad, e devo ammettere che mi aveva catturato molto già dalle prime righe. Hai scelto di rappresentare un tema molto forte e pesante, qualcosa che ha segnato milioni di persone, che ha lasciato un segno indelebile nella storia europea.
Ho avuto i brividi per tutto il tempo, davvero. Hai usato delle parole così chiare e dirette da riuscire ad arrivare dritta al cuore di che legge.
Le emozioni di Rodolfo si sono susseguite una dopo l'altra come se le stessi provando io stessa sulla mia pelle: la paura, il terrore, il rimorso, l'amarezza, la delusione, la tristezza... tutte meravigliosamente chiare, descritte con una maestria da lasciare senza fiato.
Sai già che ammiro il tuo modo di scrivere, che ti reputo una delle migliori scrittrici tra tutte quelle che mi è capitato di trovare / leggere qui su EFP, ma questa volta mi hai lasciata davvero senza parole.
In queste poche righe hai racchiuso il dolore vero di chi è costretto a guardare chi ama morire, di chi non può fare altro se non assistere impotente di fronte all'avanzata della morte. Di chi può solo aspettare il proprio destino senza potersi opporre.
Ti giuro, mi sono venuti i brividi. E alla fine sono rimasta con l'amaro in bocca, sia perché la storia era finita, sia perché stavo davvero cominciando a sperare che Rodolfo trovasse un modo, che all'improvviso accadesse un miracolo, che la Peste allentasse la sua presa sulla donna. E invece non è successo, la realtà è rimasta dura e cruda, esattamente com'è e come appare, e ho apprezzato davvero tantissimo questa tua scelta.
Lo stile è meraviglioso, impeccabile, perfettamente adatto a descrivere lo sconforto e la tristezza di un uomo la cui vita è sul punto di spezzarsi, di un uomo con il cuore a pezzi e l'anima ormai irrimediabilmente segnata dagli orrori che ha visto e vissuto.
Non ho nient'altro da dire, se non bravissima e tanti, tantissimi auguri! Buon compleanno Celtica <3

Un bacio,
TimeFlies

Recensore Master
18/05/16, ore 15:23
Cap. 1:

Ciao!
Mi stupisce sempre come tu riesca in poche parole, o righe, in questo caso, ad esprimere così tanto. I sentimenti che descrivi, questi pensieri sembrano uscire dalla storia per colpire in pieno il cuore, come in questa breve storia!
La peste, un flagello, ne ha uccisi a milioni, non ha risparmiato nessuno, giovani, donne, bambini, anziani e tu hai saputo descrive davvero bene il clima teso, grigio e funereo che aleggia intorno ai due protagonisti. Lei morente, lui innamorato, lei giovane e bella, lui più anziano, ha tentato di salvarla e si capisce che si sarebbe sacrificato per lei, ma nulla può contro il destino nefasto.
Conplimenti, mi hai lasciato con l'amaro in bocca e con il senso di ineluttabilità di fronte alla malattia e alla morte.
Brava!
Ti auguro un felice compleanno!
Tanto auguri!
Ladyhawke83

Recensore Junior
18/05/16, ore 14:07
Cap. 1:

BUON COMPLEANNO!
Tantissimi auguri! Ecco il mio regalino per te!
Gli anni della peste devono essere stati tremendi, il dolore dei malati era paragonabile a quelli dei sani, e qui si capisce perfettamente.
Quest'uomo, Rodolfo, innamorato perso, ha visto morire la sua amata, senza che qualcosa fermasse la sua malattia. È particolarmente toccante io finale, si legge l'amarezza del protagonista, come sia triste il pensiero di quel bacio. L'ultimo.
L'inizio già introduce questa disperazione, che invade non solo Rodolfo, ma tutta la città. La morte di quelle poverette spiega la situazione che stanno vivendo tutti i cittadini, sani e non.
Sono davvero felice di non dover vivere e vedere tutto questo, felicissima. Orrori che non augurerei a nessuno, paragonabili a quelli di una guerra.
Veramente veramente bella! Complimenti e auguri ancora!

Recensore Master
10/05/16, ore 19:52
Cap. 1:

Buonasera.
Intanto non sto bene: sono ''quei giorni'', ma mi son detta che se non lo faccio adesso, non lo farò mai più ergo eccomi qui a farti compagnia. Mi è piaciuta molto, seppure si trattasse di un prompt - a proposito, mi piacerebbe sapere come fai a scrvierli dato che io più che prompt, scriverei la Divina Commedia - e che quindi hai dovuto essere stretta. Però è stato bello conoscere i pensieri di Rodolfo mentre pensa che, lui, un dottore, non è riuscito nemmeno a salvare la donna che amava. Quand'è così, ti viene da chiedere che cosa tu hai che non va, ma poi sai che è colpa del periodo e di tutto quello che c'è attorno e non ci pensi più.
Però il senso di colpa non scompare, per niente. E poi vorresti proseguire ancora e ancora, senza poterne fare a meno e il viso di lei ti ritorna nella testa continuamente. Avresti anche fatto progressi se soltanto avessi avuto più tempo.
Lo stile che hai utilizzato, saturo di virgole quasi come per fermare il tempo, mi ha fatto riflettere sul tuo messaggio e quindi sul fatto che tu volevi dirci fermatevi lettore, a pensare a quel periodo e ai sentimenti di Rodolfo e provate a mettervi nei suoi panni e io l'ho fatto e mi sono sentita attraversare da un brivido. Perché la peste mi ha anche fatto ricordare quel momento in cui ho dovuto studiarmi tutti i Promessi Sposi per portarli all'esame del debito in seconda e mi ricordo molto bene la peste di Don Rodrigo, quel maledetto signorotto. Mamma mia, com'è stato terribile leggere quei capitoli sulla peste e ora che ho letto la tua però con l'aggiunta di due innamorati, bé, è stato tremendo e malinconico. Ci sai proprio fare con gli storici e devo dire che non ho mai letto alcun tuo storico prima d'ora.
Mi piace molto.

Alla prossima,
Au revoir

Recensore Master
10/05/16, ore 01:55
Cap. 1:

Buonasera!
Sono molto contento e sereno nel poterti dire che ho letto questa fic con un groppo in gola, un'emozione piuttosto intricata, come se fosse un coacervo di sensazioni e di idee che spero di poterti esprimere con molta chiarezza con questa recensione.
Il Medioevo è un periodo storico che da piccolo mi ha sempre affascinato probabilmente per le piccole scoperte compiute, forse per le basi che ha gettato a correnti artistiche che tutt'ora adoro, per la cavalleria, anche se ora a mente lucida sono poche le cose che mi permettono di pensarla così superficialmente.
Troppa primitività, poca volontà di comprendere il prossimo e di voler essere cauti nella condizione di disparità che circondava la società, una distinzione che io sinceramente non tenderei mai a sopportare e supportare al tempo stesso.
Nonostante quello che sia successo nel Trecento per via della grande peste, devo dire che ho pensato subito che fosse un bel incipit per raccontare una storia d'amore e la sua tremenda angoscia di fondo.
Sai, la letteratura si è basata molto su questo a quei tempi e lo faceva con un modo molto particolare e sentito, portando alla visione dell'amore in maniera senza dubbio angelicata e bella ma nella sua drammaticità d'effetto e sentita, quando arrivava il momento di trattare questa parte.
E considerando le premesse precedenti e questo ultimo aspetto, devo dire che sono rimasto molto affascinato e colpito dalla flash, in quanto c'è una crudezza e una chiarezza di linguaggio che è molto adeguata al periodo storico e ai colori percepiti, molto freddi e neutri al tempo stesso.
Anzitutto, già il titolo in latino è una piccola chicca che dà ancora più importanza al periodo e al ruolo di certi personaggi all'interno della storia, la loro freddezza nel non piangere e non avere pietà vista la situazione, i dardi che corrono e colpiscono fino alla fine chi risulta minimamente sospettoso... tetro e cupo, come la descrizione del Medioevo per gli storici.
Penso che l'amore abbia avuto molte evoluzioni e molti traguardi superati da quegli anni a questa parte ma nonostante ciò sono veramente convinto di una cosa: qualunque fosse il trattamento e l'idea di una persona, dietro c'era sempre la visione di questo chakra come fonte di salvezza e di rendezione assolute, in quanto vale troppo e siamo persone tendenti alla compagnia, che può realizzarsi in maniera diversa.
Quello tra Rodolfo e la sua amata è un amore sfortunato e figlio dei tempi che vive e che lo annienta contro la loro volontà di costruire qualcosa e nonostante lui tenti in ogni modo di salvarla portandosi allo stremo delle sue capacità: è un gioco amaro con il destino e l'amarezza di non essere abbastanza per permettere un miracolo.
Mi piace la circolarità della storia, il suo modo di raccontare le cose andando al punto stringendo il cerchio e rimanendo sempre avvincente, angosciante ma comunque sempre più profonda man mano che tutto scorre con forza e precisione, senza troppe dispersioni e generalizzazioni varie.
Anche la seconda persona (per me inusuale ma senz'altro corretta, ovviamente) è stata indice di originalità e mi ha permesso di immedesimarmi più in Rodolfo e nel suo tormento, sia quando pervade le vene della sua donna per evitare di dare al lazzaretto una tinta più oscura e tetra di quanto non sia già sia quando decide di baciarla per arrendersi alla consapevolezza che anche lui non ce la farà e quindi preferisce morire pur di rivederla da qualche parte, sperando che la fede lo accontenti.
Le ultime frasi, se non si era proprio capito, le ho apprezzate ed avvertite con un calore e un sentimentalismo unici per questa coppia e in nome di un amore cavalleresco e praticamente equo, come piace a me.
Si nota la tua passione per la storia e per gli scritti di questo tipo ed avendo già avuto l'enorme piacere di leggere tuoi scritti posso affermare di quanto tu sia una conferma con il tuo voler andare a ricercare certi aspetti tipici del tempo e dello spazio, del linguaggio, dell'estrema pulizia grammaticali, del mettere i sentimenti al primo posto e non farli pesare con una sorta di centralità che alla lunga stancherebbe.
Una flash che mette in campo l'amore nella sua forma più drammatica e teatrale in una città qualunque, impegnandosi a parlare di limitatezza e di destino soffocando inesorabilmente moltissime persone che non riescono a salvarsi, con la speranza che l'amore possa farlo mentre lasciano il loro corpo morente.
Bellissima e molto coscienziosa, come idea e sviluppo e ti rinnovo i miei complimenti più sinceri.

Un abbraccio e a presto,

Watashiwa

Recensore Junior
09/05/16, ore 18:44
Cap. 1:

Eccomi!! 😍😍

Esiste una cosa più triste e straziante di questa?? Io penso proprio di no. Non mi sono manco immedesimata nella storia perché non riuscivo (o meglio dire non volevo) ad immaginare come sarebbe vivere tutto quel dolore e vedere tutte quelle persone morte...però cavolo se hai descritto bene, sembra che ci hai vissuto in quel periodo!
Gli storici sono fatti per te Stu, non c'è più nient'altro da dire...Bravaa Stuina mia!!

P.S.: Sempre in attesa del continuo di Myricae e Catene eh!!!

Testo della tua recensione:

Mia cara Stu!! Ripasso di nuvo qua!

BUON COMPLEANNO DALLA TUA CRE!

(Inizio dicendo che il pensierino che sto per farti è in via generale).

Non so perché ho scelto proprio questa per dirti un pò di cose...forse l'ho fatto perché qui vedo più di te, vedo la persona che sei e il modo in cui descrivi i sentimenti, i dolori, la sofferenza delle persone...o forse semplicemente perché so quanto a te piacciono gli storici e in questo giorno speciale per te vorrei rendertelo ancora un pò più speciale.
Con questa storia si capisce quanto sei profonda, riesci ad arrivare al cuore di chi legge e lasci sempre un segno...Ogni cosa che ho letto scritta da te mi ha trasmesso tante di quelle sensazioni che a parole manco si riuscirebbero a spiegare.
E' da tanti anni che ti conosco e che leggo le tue storie e da sempre penso che tu sei questa, sei nata per scrivere, per emozionare le persone, è un dono quello che hai, e lo devi portare avanti sempre, e non arrenderti per niente al mondo!
Io sarò sempre al tuo fianco (anche se non fisicamente), sarò la tua più grande fan, sostenitrice, rompiscatole hhahahahha. Te lo meriti, questo e molto altro!
Continua così mia stuina! Facci emozionare come solo tu sai fare!!

Tantissimi AUGURI!
La Tua Cre
(Recensione modificata il 18/05/2016 - 04:57 pm)

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