Che bello ritrovarti qui! *.*
Comincio con una premessa forse scontata, ma doverosa: trovare questa one-shot appena tornata a casa è stata una piacevolissima sorpresa. A me la brevità non dispiace (così come le storie più corpose, in realtà: anzi,quando sono scritte bene è qualcosa che ammiro, perché a me non riescono proprio XD), soprattutto se farcita di tante cose. E questa lo è.
Primo, mi soffermo sulla "superficie": anche se con poche righe ben studiate, sei riuscita a descrivere benissimo la cornice in cui si muovono Sam e Dean. Ci troviamo con un Sam reso debole dalle prove, un Sam che a malapena riesce a strisciare fuori dal letto, ma che è deciso a finire il lavoro, e un Dean che è sempre più preoccupato per il suo fratellino e cerca di alleggerirgli il carico per quanto può. Mi è piaciuto il dettaglio di Game of Thrones, la coperta che gli scivola dalle spalle e il freddo che sente anche a causa della debolezza fisica (e anche se è sepolto sotto strati e strati di vestiti).
Mi piace il parallelo con il compleanno precedente, quando aveva tutto, eppure mancava qualcosa. Il quadretto che ricorda era quello che aveva sempre sognato (un cane, una fidanzata, una vita che più normale non si può) ma mancava la persona più importante della sua vita, quello che c'è sempre stato, al suo fianco, e che ha imparato ad apprezzare negli ultimi anni. Questa è un'altra cosa che mi è piaciuta: il Sam adolescente c'è stato descritto come un ribelle, forse musone, e per quanto sia indubbio l'affetto per Dean, dubito che, a parte qualche episodio, avesse la maturità per concentrarsi su questo e non sull'assenza di John. Nemmeno all'inizio della prima stagione sembrava gli bastasse la presenza di Dean (complice anche la morte di Jessica), come poi invece è stato nel corso degli anni.
Infine, i regali sia veri che metaforici di Dean. Dean, appunto, è uno che più che parlare dimostra il proprio affetto, e questo si vede benissimo nel gesto di alzarsi e dare una pacca sulla spalla a Sam, nel fargli gli auguri. O nel cucinargli la cena (perché Dean è sempre stato la "mamma" di Sam, in fondo, e avere una cucina vera è una delle cose che gli ha fatto mettere il nido nel bunker) e lasciargli il regalo nel vassoio.
Mi è piaciuta un sacco l'atmosfera "familiare" che hai creato nel descrivere la scena, il fatto che è come essere di fianco a Sam e Dean mentre scambiano poche parole (che tra loro sono più che sufficienti), la sensazione di calore che si ha nel leggere dei ricordi di Sam. E poi mi immagino Dean in giro, magari durante un caso o mentre fa rifornimento per il bunker, che si ferma davanti ad una vetrina, vede il portachiavi e sa che quello è il regalo giusto per Sam, che Sam avrebbe capito anche senza parlare.
A questo punto, non posso che rinnovarti i miei complimenti (e ricordarti che qua stiamo ancora aspettando il seguito di Wash Away -.-). A parte gli scherzi, non voglio farti pressione (perché gli impegni sono tanti, l'ispirazione è la solita stronza e lo capisco; solo, sappi che non me ne sono dimenticata (e lo aspetto con ansia). Alla prossima storia! :) |