Recensioni per
La teoria dei limiti (da applicarsi all'amore)
di aniasolary
Ciao, eccomi finalmente alla fine della tua breve storia. Prima di lasciare sul mio blog una recensione ho trovato opportuno lasciare un commento anche qui. Mi è piaciuta molto seppur in alcuni casi la storia è poco chiara, ha una sua profondità sentimentale che viene ben descritta. Una storia molto originale che mescola mondi distinti in un unico luogo d'amore incompreso, mi è piaciuto l'inserimento di terminologie appropriate e specifiche all'ambiente ma soprattutto la passione che travolge Dedé e Sebastian nel loro intimo come se fosse un bisogno maniacale dell'altro, una necessità di sopravvivenza. Ho trovato triste l'intera storia, avvolta da questa pesantezza costante del "non essere liberi" e capisco (ora) cosa significhi dover nascondere tutto quello che si è per un giudizio che spaventa e che potrebbe impedirti di vivere. Mi hanno lasciato un miscuglio indefinito di emozioni le tue parole e per queato voglio ringraziarti, una storia breve ma appassionante che faticherò a dimenticare. Per la recensione nel blog posso inviarti privatamente il link ma sicuramente, trovando il tempo giusto, passerò a leggere qualcos'altro di tuo. Alla prossima, ottimo lavoro! |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Inizio facendoti dei complimenti enormi, davvero. |
Guardo molto a lungo il corpo di un scritto |
Toh, eccomi qua! Avevo detto che passavo e son passata: per le storie brevi riesco ad essere più aderente ai propositi >.> |
Io boh, forse muoio per l'ennesima volta con questo sottofondo musicale. |
Bene, credo che adesso due righe siano doverose per recensire questa storia, visto che è da un sacco che ti tampinavo per averla ^^ |
C'è poco da fare, gli ultimi capitoli sono sempre i miei preferiti XD però è un vero peccato che sia finita così presto... sono sicuro che ti rifarai molto presto con una long molto long XD |
Hai scelto proprio un ottimo tempismo, nel pubblicare proprio il 17 maggio ^^ |
Ti scrivo qui solo per far aumentare il numero delle recensioni, tanto i miei scleri li senti dal vivo ogni giorno della tua vita :') |
Ania, comincio a pensare che tu sia molto, mooolto sadica e che davvero, nella camera in cui scrivi, tu faccia in realtà magie esoteriche o qualcosa del genere. Io avrei voluto iniziare a studiare Linguistica Generale, avendo l'esame tra un mese scarso, ma Sebastian e Dedé mi hanno letteralmente scombussolata, sconquassata, distrutta. Hai presente quando una scarica potente di emozioni ti invade e tu rimani lì, fermo e impotente, senza sapere come fronteggiarla, se rimanere pietrificato o scoppiare in lacrime? Io sono esattamente in questo stato, la mia tazza di tè ai frutti di bosco che sta languendo sul tavolo della cucina e le dispense che mi fissano. Credimi Ania, sono riuscita a visualizzare TUTTO ciò che tu hai cercato (con successo) di portare in vita. Tutto, tutto, tutto, dalla gratitudine di Anders di fronte alla promessa di Sebastião di accompagnarlo a Parigi, il luogo dell'anima della defunta signora Damgaard, fino all'ultima notte di amore catartico che tu hai narrato. Sembrava di essere lì, Ania, davanti al loro amore, all'ingiustizia che li circonda, al dolore che attanaglia entrambi perché devono difendersi a vicenda dall'ottusità del mondo. Fa male vedere (perché sì, si vede!) una tale purezza di sentimenti fronteggiata da una tale, vischiosa e vomitevole crudeltà. E fa bene vedere quanto la mente meravigliosamente elastica e fluida del filosofo danese si ribelli a tutto questo, e di come quella del matematico brasiliano le si affidi totalmente come un corpo che galleggia armoniosamente su un impetuoso e infinito specchio d'acqua. Mi ha fatto sorridere il complimento di John Nash (my love 💟 aww) a Sebé riguardo il passo in avanti sulla scia dell'ipotesi di Riemann e sono morta dalle risate al pensiero di come si vesta Dedé. Un "tedesco in vacanza", ops! 😂 |
Tu mi ringrazio per averti dato una possibilità, e io ricambio i ringraziamenti verso di te, Ania, per aver scritto una storia così. Davvero, sono davvero felice di averla letta e ti dirò perché: non so se lo sai (forse no xD) ma la primissima originale che abbia mai letto su efp è stata proprio una slash e quella è poi andata a finire fra le mie storie preferite quindi sì, alla fine l'importante è che una cosa sia scritta benissimo e che le emozioni escano fuori a "pioggia", o forse è meglio dire a tempesta come in questo caso xD tutti i personaggi, tutti, sono caratterizzati benissimo e il fatto che sia ambientata in Brasile dà quel tocco di originalità in più che apprezzo tantissimo, soprattutto nel periodo in cui Londra, New York e simili la fanno da padrone u.u beh, quindi volevo farti i complimenti in questa recensione e capisco bene quanto questa storia sia sentita, perché lo si capisce in ogni rigo che scrivi e lo dico da (ormai) tuo affezionato lettore ^^ alla prossima! |
Ciao! Non sono solita recensire le storie che trovo su questo sito per un semplice motivo: è difficile che mi colpiscano davvero, difficile che mi facciano arrivare fino alla fine del testo – un po’ perché odio leggere su uno schermo (lo ammetto) e un po’ perché non c’è nulla che riesca a catturare davvero la mia attenzione. Ho aperto la tua storia per caso, vedendone il link sulla home di Facebook – non so se sia stata tu a condividerla, forse è stata una tua amica? Non saprei ma non è importante, in ogni caso! – ed incuriosita dal nome ci ho cliccato. Ho letto la descrizione ed ho capito che ne valeva la pena ed, infatti, così è stato. Prima di dirti che cosa ho apprezzato, però, lascia che io ti faccia notare due piccole cose – quasi insignificanti – che ho notato e che penso potrebbero migliorare e rendere davvero perfetto questo racconto: c’è una minuscola ripetizione del verbo “credere” in una frase che quasi apre il testo (Non mi ha mai costretto a recarmi in chiesa, a credere in qualcosa in cui non riuscissi a credere spontaneamente;) che appesantisce un po’ la lettura di quella riga e non penso che il fatto di inserirlo due volte sia stata una scelta voluta, ovviamente è una cosa nulla ma mi sembrava giusto fartelo notare. Il secondo accorgimento che ci terrei a fare è per quanto riguarda la scelta del corsivo, a parer mio affatica la vista dopo un paio di righe non solo di chi è miope come me, ma in generale di un po' tutti – è abbastanza comune il parere che il corsivo renda più pesante seguire un racconto –, infatti per leggere questa storia l’ho copiata ed incollata su un documento di Word perché mi avevi incuriosito davvero tanto e sapevo già che mi sarebbe piaciuto quello che stavo per leggere, ma la scelta del carattere mi rendeva difficile seguire. Inoltre, proprio a questo proposito, mi piacerebbe sapere: come mai hai deciso di utilizzare proprio il corsivo? Anche questa è una cosa piccola, una tua scelta, ma, anche qui, mi sembrava doveroso dirtelo. Chiusa questa piccola parentesi, ci tengo a dirti che ho apprezzato ogni singola cosa di questo tuo racconto: il tuo modo di scrivere è scorrevole, piacevole ma, soprattutto, delicato. Definire uno stile di scrittura delicato è, per me, una rarità. La delicatezza è la cosa che più cerco di raggiungere non solo nella mia scrittura, ma è qualcosa che spero di trovare anche in quella degli altri e che spesso non c’è. Nella tua storia, però, tutto sembra sussurrare – perché urlare stonerebbe con il contesto – questo aggettivo. Le descrizioni sono qualcosa di magnifico, precise ma mai monotone o noiose, il modo in cui narri è caratterizzato, a parer mio, dal fatto che il testo sembri quasi volutamente poetico, ricercato, ma se poi il lettore si sofferma a percorrere un paio di volte una frase si rende conto che non usi paroloni, non cerchi di impressionare, tu scrivi e basta, ed è proprio questo che affascina ed arriva di più al lettore. O che è arrivato, perlomeno, a me. Ho trovato una bellezza magistrale in alcune frasi di per sé, molto semplici, per esempio: “Ero timido, e d’accordo, ci sono donne che impazziscono per i tipi così e con gli occhiali piccolini sulla punta del naso come li porti tu. Ma devi sapere com’è che si fa. Lo devi vivere.” è una frase semplice, questa, ma per qualche motivo, nel contesto che stavi descrivendo, è riuscita a colpirmi particolarmente. Ho trovato di una dolcezza impressionante una delle scene iniziali, il primo incontro di Sebastião con un altro uomo, ho sentite le sue sensazioni nelle quali, ancora una volta, non ti sei smarrita a narrare, ma che sono arrivate nette. Mi è piaciuto il tuo modo di caratterizzare i personaggi, nonostante non ci siano 1.500 parole di descrizione dedicate ad ognuno di loro, sei riuscita a far notare la distinzione netta che c’è e che – forse – hai voluto sottolineare tra i due amanti che si contrastano: l’ingenuità contro la quasi-vergogna, la maschera di uno e il modo in cui, l’altro, si vive invece a pieno. Ho inserito questa storia tra le seguite e l’ultima volta che mi era successo di fare una cosa del genere risale – e non scherzo – al 2013 e l’ho fatto perché non vedo l’ora di leggere un seguito, di vedere come prosegue, di scoprire il lato matematico di Sebastião che hai detto verrà approfondito nelle parti che posterai successivamente. Ti faccio i miei complimenti, sono sinceramente rimasta colpita e spero che questa storia riesca ad emergere un po’ in questo abisso di racconti che è diventato EFP, perché davvero lo meriterebbe. Finisco il mio sproloquio – il dono della sintesi, purtroppo, non è qualcosa che posseggo – dicendoti che aspetterò con ansia un seguito, un bacio accompagnato da altri complimenti, chilometri.✧ |