Recensioni per
Galeotto fu Enrico VIII e la sua autobiografia
di La Tigre Blanche

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Per ora abbandono le vesti della donna che ha ridicolmente pianto durante l’intera lettura della storia per richiamare a me la serietà necessaria a fare una recensione intelligente che non si limiti a una serie di scleri fisici e mentali.
Innanzitutto vorrei dare le mie impressioni sull’ambientazione: tu dici che sono tanta brava a rendere il luogo in cui colloco le mie storie, ma tu? Insomma, la tua attenzione a rendere ogni singolo particolare, anche il più irrilevante e inutile alla trama – vedi le fantomatiche mutande appese al lampadario che, seriamente, come diamine hanno fatto a fare una parabola simile e atterrare alla Louis Armstrong sulla Luna con tanto di “Un piccolo passo per le mutande, un grande passo per Tomas”? – rende perfettamente il paesaggio in tutti i suoi minuscoli dettagli, che si tratti dell’infernale casino in cui versa l’appartamento – R.I.P. Frandszk, insegna agli angeli come dissimulare un’evidente omosessualità – o del tic all’occhio o ancora del mio prossimo argomento di discussione.
Lui.
Cloruro di Carbonile.
Ho riso come una scema nel momento in cui ho letto “labrador paffuto” – anche se in fondo è ciò che quella tenerissima pallina di ciccia con la passione per le crocchette è, un cucciolo adottato da Frandszk che “pretends to be an asshole but DOGS” e che spazza il pavimento, muovendo il suo culo peloso, con una coda che meglio della scopa elettrica ultima generazione della Folletto: grazie per averlo inserito nella storia, è stata La cosa in più. Tutti amano CloCl – e CloCl ama il porn gratuito, visto come se ne sta tranquillamente sul pavimento a fare il suo lavoro da elettrodomestico guardando tutto contento il suo padrone che cavalca rabbiosamente Tomas.
E a proposito di tal padrone, direi di iniziare dal nostro polacco preferito per la prossima rubrica: “Personaggi gay che fingono di non aver nessun istinto sessuale represso nei confronti dei propri coinquilini.”
Frandszk, in tutta la sua rumorosa presenza, è fantastico, dal momento esatto in cui rientra a casa e si ritrova a Jumanjii fra boxer levitanti, cagnolini uggiolanti e lituani stravaccati sul divano privi di alcuna voglia di vivere – lo stesso desiderio di vivere che immagino l’abbia crudelmente abbandonato quando si è reso conto che toccava di nuovo a lui fare la mammina e massaia; tutte le reazioni che hai descritto – l’infantile tentativo di fare rumore e annunciarsi a Lituania, la tremenda calma prima della tempesta, il suo urlare improperi risultando sempre e comunque un adorabile “pulcino strepitante” e la sua stilettata finale, quel “Se fai il bravo bambino, te lo ridò” con tanto di sogghigno bastardo e ricatto in stile mafioso, senza tralasciare ovviamente la sua incredulità e dio, la zampata mi ha strappato una risata da iena – sono perfettamente in character, perlomeno secondo la mia opinione. Frandszk è esattamente come dovrebbe essere: molto incazzato, molto stressato, che tenta di imporsi con tutte le sue fiere filippiche e i suoi sbotti d’ira, ma che alla fine, volente o nolente, ha una tenerezza tutta sua, un essere a tratti così piccolo, forse indifeso, continuamente sull’orlo di una crisi di nervi e, parole santissime di Tomas, delicato e bello. Perché Frandszk, nella sua stranezza e nel suo carattere a suo modo ingestibile e decisamente irritante, lo è.
E ora passiamo al mio glorioso marito – di cui questa storia mi ha fatto innamorare ancora di più e credimi, non credevo che fosse fisicamente possibile – e inizio il mio discorso citando un passaggio del testo che credo di sapere ormai a memoria: “Diresse infine lo sguardo di ghiaccio verso il divano e un ghigno malefico  si disegnò sul viso, deformandone i tratti affilati, quando intravide lui, Tomas Laurinaitis, studente universitario di ventidue anni, un paio di odiosi occhiali da vista blu oltremare e piercings e tatuaggi a ricoprire il corpo statuario sempre avvolto da abiti formali che stonavano terribilmente col suo carattere rozzo e arrogante e disgustoso.” Le mie ovaie mi hanno fatto un salutino e sono andate in un viaggio di piacere per i prossimi due anni. Dai. Ora non venite a dirmi che non è bellissimo.
Non smetterò mai di apprezzare infinitamente le scrittrici che mettono in rilievo i contrasti più strani, che sia quello tra la natura irascibile di Tomas e il suo essere un nerd di storia o quello fra l’aspetto da cattivo ragazzo e l’impuntarsi sul vestirsi in maniera decorosa – non c’è niente di più sexy, scusatemelo, di un ragazzo della mia età che, invece dei soliti jeans al culo e i cappelli con scritto #SWAG , indossa una camicia e un paio di pantaloni messi decentemente: tralasciando questa parentesi a cui nessuno importava un beato nulla, sono estremamente soddisfatta della descrizione di Tomas e farò finta di non aver lanciato un grido da pterodattilo quando ho letto degli occhiali, dei tatuaggi, dei piercings, del fisico, della camicia e della cravatta e di tutto il ben di Dio che quell’uomo può vantarsi di avere.
La sua indifferenza irritante nei confronti di Frandszk è esilarante e seriamente, credevo durasse di meno e arrivasse alle mani molto tempo prima di quando l’hai descritto tu: mettere l’autobiografia di Enrico VII come classica goccia che fa traboccare il vaso è stata un’idea geniale, sappilo, e credo che la sua reazione al giretto volante del libro dalle sue mani al pavimento sia, come posso dire, “applicabile” a tutti coloro che, come me e te, ti mordono una mano se solo ti azzardi a interrompermi nella lettura, tra l’altro gettandomi via il romanzo di turno. Imperdonabile. Tomas, I feel you. Poi i cori Vines che non son partiti alla sua glaciale stilettata “Forse non ti è chiaro che, rispetto a te, persino il libriccino dell’alfabeto per bambini risulta più interessante” a causa di cui ho sentito la pazienza di Frandszk spezzarsi con un sonoro crack e gli ingranaggi del suo cervello lavorare furiosamente per meditare un piano di omicidio nel giro di mezzo secondo e grazie, Tomas, che indossi cravatte; peccato poi per l’assenza di un nodo scorsoio e io lo ribadisco, una delle cose che mi fa più ridere è immaginare Tomas che ondeggia avanti e indietro in stile pendolo fra il poggiolo del divano e Frandszk a cavalcioni in stile rodeo – dove è il simbolo della pedoluna? – con una faccia di sasso e un gigantesco “da fuck?” che lampeggia a neon nella sua testolina.
Altro aspetto di Tomas è che “Sì, io sono un figo e non ho intenzione di sproloquiarmi in stronzate amorose e romantiche tipo ‘pelle di porcellana’ e cose simili” ma alla fine, mi dispiace ammetterlo, lui sarà anche interessato al lato erotico della situazione – come biasimarlo, con Frandszk in uno stato simile sotto di sé, sul divano e con uno spettatore canino a fissarli? – ma credo che, a discapito del suo carattere generalmente difficile, si comporti come un uomo tutto d’un pezzo solo per nascondere il disagio che entrambi hanno nei confronti di sentimenti “normali”: di conseguenza condiscono tutto e danno colpa a un mero desiderio carnale. Tanto sappiamo tutti che non è così e che alla fine, Frandszk è solo un pulcino da proteggere e Tomas un nerd a cui non dispiacerebbe leggere di Enrico VII con il suo coinquilino spaparanzato addosso a guardare la televisione con tanto di cagnolino ciccione ansante al fianco in un remake al “Un divano per tre.”
Io vorrei tanto parlare anche del loro bacio, ma mi son resa conto che questa recensione si sta pericolosamente avviando alle tre pagine di Word e alla 1.300 parole e siccome io sono buona non- ok, scherzavo, parliamone.
Io non potevo immaginare un bacio più IC di questo. Non c’è nessuna romanticheria, nessuna gentilezza, nessuna cortesia nel modo in cui, senza tanti complimenti, Tomas lo bacia e Frandszk, fintamente controvoglia, si ritrova a rispondere allo stesso bacio che, come detto precedentemente, si è ritrovato a sognare – 1.300 PAROLE, BB – diverse notti, con un’indigestione in corso o meno. Ma ancora più IC è la reazione di entrambi al gesto. Tomas che se ne vanta? Ci sta. Frandszk che lo guarda con una scintilla di puro istinto omicida? Ci sta. Cicatrici alla Scar? Ci sta. Frandszk che ama il “Re Leone”? Questa è probabilmente la cosa tecnicamente più vera di tutta la situazione e ci sta al quadrato. E non riesco a non spendere una riga sul modo in cui Frandszk deve trattenersi dal ridere di fronte al muso imbronciato di Tomas, che è una cosa così carina che non lo so: questa scena me la sono immaginata con una nitidezza che mi ha fatto salire i livelli di glucosio – e tu non l’hai scritto, ma _Rouge sa che il tasso di zucchero nel sangue di Tom ha fatto lo stesso – e tu come al solito hai uno stile di scrittura incredibile.
E nulla.
Con la parte tecnica credo di aver finito.
Possiamo passare alla parte sentimentale?
So che te l’ho ripetuto già tante volte, ma non credo che siano abbastanza per trasmetterti quanto io sia contenta e quanto soprattutto io ti ringrazi e ti ammiri per ciò che hai fatto: mi hai reso fiera del mio aver strenuamente continuato a scrivere 2P!LietPol e vedere che la coppia ha riscosso successo fino a questo punto quando iniziata l’avventura non pensavo nemmeno di ricevere delle recensioni è una cosa che mi rende felice come poche cose al mondo.
Hai fatto un lavoro incredibile.
GRAZIE! <3
(vado a preparare le valigie, tanto il fandom non ha più bisogno delle mie 2P!)
 
Arianna