Terza Recensione Premio per il contest "Award for best one-shot II Edizione"
E ritorno all'attacco di questa mini long fantasy!
C'è un bel contrasto di nomi e paesaggi tra la prima e seconda parte del primo spezzone: nel primo abbiamo un elenco di territori selvaggi e ostili, dove persino le persone che vi abitano nei pressi sono infide e inospitali, eppure il principe è lì che deve andare, laddove nulla viene dato per niente; nel secondo, invece, abbiamo un mondo agreste, quasi ameno, tranquillo e curato che va via via a inoltrarsi nei meandri di una foresta statica, immobile, che sta quasi in mezzo ai due panorami, quasi come uno spettatore che vuole vedere quale sarà la sorpresa che il fato riserva ai nostri protagonisti.
Anche qui c'è l'errore di mettere le stesse battute di personaggi differenti nello stesso rigo e l'uso di punti all'interno dei dialoghi laddove non è necessario.
E continua la caratterizzazione del principe, al momento di Aldric sappiamo ben poco e poco si può intuire, ma va bene così. Il principe sa davvero poco del mondo e lo dimostra con domande piccate che vanno a farsi sempre più ingenue di fronte alle risposte ricche di esperienza, e quindi di poche parole, di Aldric. Per certi versi mi immaginavo il principe più gentile e rispettoso dei suoi sudditi, invece ho visto dell'altezzosità nel modo in cui si rivolgeva al compagno. Questo può anche essere dato dal fatto che si senta indispettito che il padre gilel'abbia appioppato alle calcagna, e ancora una volta è il suo impulso a mostrarsi padrone della situazione a muoverlo dentro i limiti della foresta, andando contro il consiglio del cavaliere più esperto.
Creature a cui non sa dare un nome! C'è molto di più di semplici belve e animali dentro quella foresta, la qualche a questo punto sembra più un grande mostro che tiene le fauci spalancate in attesa che il pesce idiota abbocchi e ci si infili dentro, per poi richiuderle per sempre. Aldric però non dice e obietta più di quello che è dovuto dal suo ruolo e segue il suo signore con dovere e responsabilità, accettando il rischio pur di proteggerlo. Qui si vedono i primi segni che caratterizzano un cavaliere, molto bene.
Spavaldo il principe, e sciocco. Credo che mi starà un po' su. Questo non vuole dire che lo hai caratterizzato male, anzi, me lo hai fatto stare antipaticoXD Quindi il lavoro è buono.
Se avesse chiesto prima invece di avanzare a capo chino e con le orecchie chiuse, forse adesso non starebbero correndo contro il tempo. Le descrizioni sono poche e semplici, non so se è stata una scelta fatta a misura di questa storia a rating verde o se è qualcosa che nel tempo hai migliorato. Comunque le trovo un po' grezze, con un potenziale non espresso. Probabilmente è il tipo di narratore che mi dà questa sensazione, ma in questo caso più che mai una maggiore cura del dettaglio avrebbe dato più personalità alla narrazione.
Nella parte precedente, la descrizione del paesaggio era stata ad effetto, poiché giocava sui contrasti. In questa seconda parte, mancava un po' di pathos che mi coinvolgesse nell'ansia e nella paura dei personaggi. Troppa fretta, credo.
La caoticità degli eventi che seguono, invece, vanno bene. Anche qui non scendi nei particolari e viene a mancare qualcosa, ma nell'insieme sento la concitazione del momento e l'intervento improvviso di Aldric ha saputo dare quel tocco di frenesia e frettolosità all'azione. Mi è dispiaciuto per il cavallo bianco, ma sembra una morte profetica che è proprio il corsiero bianco destinato alla principessa che le bestie si avventano. Sembra quasi voler dire: ha un prezzo, riaverla indietro... così come uscire indenne da qui richiederà la vita del dono che volevi farle.
Il principe sembra richiamare in mezzo a loro un'amicizia che forse non era mai stata solo tale per il capitano, e che persino lui non aveva nemmeno curato prima di entrare nella foresta. La freddezza e la sua aria arrogante si trasformano in toni più pacati, e credo che sia il riconoscimento per aver avuto salva la vita dal capitano. Inoltre c'è una buona dose di senso di colpa nei confronti del vecchio amico, con cui si scambiava missive nei momenti in cui erano stati separati da giovani: le ferite che l'altro ha riportato per salvarlo sono doppiamente colpa sua, per aver deciso contro anche il parere dell'altro di entrare nella foresta e per essersi buttato impulsivamente contro le creature per salvare il simbolo dell'amore che prova per questa principessa che solo lui crede di poter salvare, a qualunque costo.
Questo atteggiamento che cambia facilmente nei confronti di chi gli sta attorno, mostrano il principe in una veste infantile e un po' sempliciotta nei modi, quale uomo che poco sa di ciò che c'è veramente al di fuori delle mura d'oro in cui è cresciuto. Al contrario, Aldric si mostra come un capitano che ha visto e sopratutto vissuto il male, da solo, lontano dall'amico di infanzia, e anche questo è in mezzo ai due, a separarli ma pronto anche a disseminare non pochi problemi lungo il viaggio.
Per ora concludo qui.
A presto! |