Recensioni per
Senza neanche chiedere
di Alphabet Loser

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/10/16, ore 23:34

Recensione premio per il contest “Gelosia”

Eccomi qui per la recensione che giustamente ti spetta; mi spiace molto per il ritardo, ma è stato un periodo folle (nonostante l'estate in mezzo).

Innanzitutto parto con il dirti che non sono una grande amante della prima persona: sono del parere che renderla bene e essere coinvolgente sia molto difficile; ciononostante lo scritto, forse anche coadiuvato dal fatto che fosse relativamente breve, mi è tutto sommato piaciuto.

I pensieri del protagonista sono resi bene, per cui è facile immedesimarsi in lui. Dopotutto, credo che tutti nella nostra giovinezza abbiamo provato sia un'infatuazione unilaterale sia un desiderio di fuggire dalla vita di tutti i giorni.

Stilisticamente lo scritto si presenta con una buona forma: ci sono frasi semplici alternate ad altre più poetiche ed evocative che creano un buon bilanciamento. A volte, a mio parere, tendi a esagerare con alcuni pensieri, rendendo forse il tutto un po' surreale e quasi 'da film'. In tal senso, per esempio, mi ha fatto un po' sorridere che il protagonista pensasse che una tra le sue due opzioni per sopravvivere in una città sconosciuta fosse quella di prostituirsi. Insomma, capisco che siano pensieri liberi a cui spesso non vi si debba dare un fondamento nella vita reale, ma mi sembrava un po' esagerato come volo pindarico, ecco; un po' troppo su un'impronta tragica. Alla fine il protagonista è un ragazzo come tanti, afflitto da normali problemi.

Un'altra cosa che ho notato è il fatto che tu abbia spezzato tantissimo i periodi. Forse era un tuo modo per dare più impatto a ogni singola frase, ma a mio parere ottieni anche l'effetto di bloccare la fluidità delle tue parole; anche a livello concettuale, dal momento che si tratta dei pensieri del protagonista, che dovrebbero quindi scorrere liberamente. Avrei, quindi, ecceduto più con le virgole che con i punti.
Ti faccio un esempio:
Odio non saper riconoscere le costellazioni. Essendone però così attratto.

Grammaticalmente la storia si presenta corretta, a parte pochissimi refusi. Per esempio:
Quanto (→ Quando) succederà, però, immagino sarà abbastanza forte e sconosciuto da farmi venire la nausea e perdere l'equilibrio.
Mi ha lasciato , da solo, nella stazione. → è il protagonista che parla in prima persona, è più logico quindi scrivere 'mi ha lasciato qui, da solo, nella stazione'.

Trattandosi di un testo scritto in prima persona, la caratterizzazione del personaggio principale traspare con una certa vividezza. Nonostante qualche pensiero magari scontato, come quello del paragone sui treni persi e le occasioni mancate, ci sono state alcune riflessioni che mi hanno positivamente colpita; soprattutto i dettagli più irrilevanti, che però creano un'ambientazione a tutto tondo.
L'atmosfera tipica della stazione che si respira è probabilmente ciò che più ho apprezzato nella tua storia.
Di Alessio, invece, il ragazzo di cui il protagonista è infatuato, non traspare molto.
Per essere un compagno di classe sembra conoscerlo davvero poco; sono più ampie le fantasie e le supposizioni del protagonista su di lui, rispetto a ciò che il ragazzo è veramente. Forse avrei apprezzato qualche dettaglio in più.

Si tratta sicuramente di una storia peculiare, perché alla fine si sofferma solo su un attimo vissuto. Scrivere in prima persona senza esagerare è difficile, come è difficile dare a dei pensieri casuali una certa profondità; devo ammettere che tu ci sei riuscita piuttosto bene, quindi ti faccio i miei complimenti.

Con questo ti saluto,
Aurora

P.s. Scusami per la recensione un po' sconclusionata, ma la trama in sé era, effettivamente, difficile da recensire in modo lineare e chiaro; ho preferito mettere per iscritto alcune impressioni che ho avuto durante la lettura. :)


 

Nuovo recensore
14/06/16, ore 01:42

è incredibile. Il protagonista è me. Cioè, con un paio d'anni in più, ma.. il suo modo di ragionare e di vedere le cose. Il suo essere costantamente in cerca di un qualcosa di indefinito, il sentirti superiore e allo stesso tempo inferiore agli altri. Il suo "amore" per Alessio, che nel mio mondo è un bellissimo angioletto che per nome fa G, il tuo sentirti perso.
"Mi sento di non appartenere a nessun mondo, e mi faccio schifo per questo. Continuo a costruirmi sotto le scarpe un piedistallo infinito. Non sono normale né diverso, ma in bilico nel mezzo."
Giudizio positivo, assolutamente. Lo ammetto, forse sarò un po' di parte, ma questo racconto è meraviglioso.
Ah, altra cosa. Ho provato a cercare, ma non trovo questa "parola giapponese che indica la speranza che succeda qualcosa che sappiamo non accadrà", e ti prego, non rispondere a questa recensione fin quando non saprai dirmi quella parola (spero non sia una richiesta estremamente noiosa e antipatica). Detto questo, saluti!

Recensore Master
14/06/16, ore 00:00

Ciao, partecipo anch’io al contest e, visto che si trattava di un’originale, sono passata di qua a leggere per curiosità.
La storia mi ha colpito fin da subito. Hai uno stile piacevolissimo e un modo di narrare molto poetico. Direi che hai usato uno stile colloquiale e semplice, ma al contempo corretto, pulito, scorrevole. Insomma, nulla a che vedere con certi strafalcioni che si leggono in giro, in cui il tentativo di rendere lo stile più informale fallisce appesantendo in modo  insopportabile la lettura.
L’introspezione del ragazzo protagonista è resa molto bene. I suoi pensieri sono spesso incoerenti e pazzi. Si denota una personalità sognatrice a cui la società ha tarpato le ali, una personalità poetica e artistica che non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Questa è una delle parti che mi hanno colpito di più:
“Sono troppo pavido per essere un artista. Sono troppo innamorato per stare solo, sono troppo disperato per stare tra la gente. […] Mi sento di non appartenere a nessun mondo, e mi faccio schifo per questo.”
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui ti sei soffermata su certi dettagli all’apparenza insignificanti, come il mozzicone di sigaretta schiacciato con la punta della scarpa, la lattina di birra abbandonata a terra, le traversine fra i binari…
Bellissimo anche il parallelismo tra stelle (e costellazioni sconosciute), e gli sconosciuti che si incontrano tutti i giorni per strada.
Insomma, se dovessi elencare tutte le cose che mi sono piaciute dovrei citarti tutto il testo. Complimenti! :)
Alla prossima,
Monique