Recensioni per
Slaves
di _Juddy_

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/07/16, ore 23:05
Cap. 1:

Ciao Juddy! *stritol*
Ecco qua la tua fatina carica ed entusiasta! Il direttore mi ha caricata di lavoro coffcoffquell’antipaticocoffcoff
Ma proprio non potevo dargliela vinta, così sono qui, un po’ stanca, confusa ma felice! Perché yay, questo è un regalo bellissimo e particolarmente impegnativo… lo aspettavo da quasi un anno, a questo punto ahaha Gli spoiler che si ricevono non sono mai abbastanza, evidentemente-
Ma hai fatto bene a prenderti il tempo che ti serviva per prepararti a dovere, è stata una bella sfida e si vede che hai dato il meglio di te! A questo punto dovrebbe essere più semplice pubblicare, il tuo stile è maturato assai e anche la caratterizzazione dei personaggi… si vede che c’è un lavoro di preparazione alle spalle di tutto rispetto, io so pure quanto ti ci è voluto e l’apprezzo ancora di più!
Per motivi di ordine mi esprimerò dividendo il testo in tre sequenze, piuttosto palesi in realtà ma funzionali al mio discorso – almeno spero, perché una fanfic così merita un discorso serio e non vorrei degenerare <3

Per la prima parte, innanzitutto vorrei prestare l’attenzione sui colori, le luci e i suoni, perché hanno un’importanza fondamentale anche se potrebbe non essere colta immediatamente. Parli subito di luce, di oro sgargiante, degli eccentrici vestiti del Re, del sole caldo, dell’odore del sudore e del sangue: il sangue è una sostanza che si ferma in ogni senso. L’odore si riconosce immediatamente, si percepisce a lungo, il colore è caratteristico, macchia e la sua traccia rimane.
In un tale palcoscenico, dove anche i sensi dei lettori vengono stimolati dalla descrizione ricca che fornisci, appaiono i protagonisti. Una coppia inusuale, purtroppo non si leggono molte fanfic su di loro anche se meriterebbero di gran lunga, così simile sotto certi aspetti, come il coraggio, la forza di volontà, l’affetto fraterno… si differenziano per altre cose chiaramente, ma insieme generano una qualche genere di energia che mi entusiasma molto. Qui sono, qui si incontrano. E subito vengono accomunati da un gran dolore: entrambi sono accasciati, doloranti ed impotenti, alla mercé di uomini che non hanno a cuore né il loro futuro né la loro umanità. Eppure loro così ostinatamente perseverano a dirsi uomini ed ad amare come uomini. Le loro due sorelle, Haruna e Yuuka, anche loro accomunate da una sorte ignobile e infausta: l’una uccisa, l’altra prigioniera delle braccia di un Re che non la ama. Se per l’una non c’è stata speranza, perché fin dall’inizio della shot ti ritrovi con la consapevolezza che è morta, per l’altra si sente salire nel petto un dolore lancinante, una fitta che brucia senza consumare. Perché non si vuole vedere un’altra morte: il nostro più arcano istinto è la vita, aggiungere morte alla morte non è spontaneo.
Tornando ai nostri due protagonisti, su di loro viene usata una violenza devastante, quando vengono obbligati ad assistere alla dipartita innaturale e sadica di Haruna e agli abbracci maliziosi e perversi a cui Yuuka viene sottoposta dal monarca. Non lo sanno ancora,ma hanno condiviso un momento tanto importante e pesante a livello emotivo che anche semplicemente questo sarebbe bastato per definirli amici. Tuttavia i loro non si sono ancora incontrati seriamente e sarà solo in quel momento che si capiranno per davvero.

La seconda parte è decisamente più oscura, umida e acromatica. La tua narrazione qui abbandona le grandi descrizioni per farsi più introspettiva e concentrarsi sullo scambio di battute dei personaggi: tuttavia, con l’assenza della luce, non scompare il dolore. Si fa più sordo e meno rumoroso pure, non sbraita, morde o si dimena: tuttavia c’è, si percepisce in ogni dove.
La scena più violenta è quella del flash-back/sogno di Yuuto, che precede il delirio vero e proprio e che lo illustra, dove il ragazzo, coerentemente al canon e alla sua caratterizzazione più fraterna è pronto a qualsiasi genere di disonore e livido pur di evitare ad Haruna una qualche sorta di sofferenza. Nell’anime poi è lui stesso a diventare per lei una sofferenza, ma a fin di bene: anche qui in un certo senso la sua debolezza ha la meglio, in fondo non è un supereroe e collassa, permettendo così che Haruna venga sottoposta a maltrattamenti ed infine alla morte. Questo nefando preludio degenera e Kidou si trova sempre più in balia dell’amarezza. Senza perdere di vista la coppia protagonista, il primo approccio è piuttosto ruvido: Kidou si dimostra sordo e disinteressato ai problemi di Gouenji, non gli vuole dare confidenza alcuna nonostante si trovino nella stessa situazione disperata. Lo ignora come vorrebbe ignorare se stesso e la propria situazione. Tuttavia, come prima dicevo che si ostinavano ad essere uomini, anche in questo momento Yuuto adotta un atteggiamento di compassione e carità per il suo compagno, soccorrendolo durante la notte. Atteggiamento che viene ricambiato, appena il biondo riapre gli occhi. E qui si sente l’immensa forza di un legame di affetto, quale può essere l’amicizia, l’amore, la fratellanza: è una forza che poco conosce ma che tanto sa fare, è ingenua ma determinata e riesce in ogni intento, da quello più banale a quello più incredibile. Per affetto quanto si dona: dall’affetto quanto si impara.
Eppure non è sufficiente a trattenere il delirio, la follia: perché puoi essere abbracciato da tutto il mondo, ma quando ti viene da piangere e il mondo ti crolla addosso non ce la fai lo stesso. Così Kidou fa, gli è crollato il mondo addosso e non ce la fa, non ce la può fare. In un momento di disperazione tale, trova un amico. Eh sì che questo è incredibile. Mi sono commossa, a pensarci. E’ una cosa così dolce… Soffre per i suoi genitori che non l’hanno saputo crescere, soffre per Haruna che non ha saputo salvare, soffre per se stesso che non sa più lottare, ma ammira Gouenji, perché in Gouenji ha visto la sua afflizione ma anche qualcosa che brilla. E’ speranza, quella speranza che a lui è stata sottratta. Allora come un fiume in piena gli va addosso e patetico, tremante, terribilmente fragile si racconta a quel riflesso più luminoso di se stesso, a quel riflesso più forte che ha ancora la forza di lottare e riscattarsi.
Rimane uomo, nonostante lo squilibrio dei suoi sensi, della sua vita in generale: rimane uomo e si addormenta fra le sue braccia.
Gli amici ci sono vicini anche quando dormiamo, è una delle rassicurazioni più piacevoli che si possa mai provare.

La terza parte è la conclusione. Una conclusione bella, nonostante la morte di Kidou. Una conclusione che soddisfa, che non lascia il cuore pesante, che sa di riscatto, che sa di futuro.
Kidou è morto, ma nella sua morte non c’è il delirante discorso di uno squilibrato, c’è anzi lo scintillio determinato negli occhi di un uomo libero che sa quello che vuole e combatte per averlo. Un soldato, un eroe. Muore ma vince, perché morendo fa chinare la testa al Re e permette al suo amico di riabbracciare la sorella, di essere per lei quel fratello che lui voleva essere ancora. Non c’è gelosia nel loro rapporto, solo la lucida consapevolezza che uno può proseguire e l’altro deve fermarsi. Gouenji piange amaramente la notte prima del loro scontro all’ultimo sangue, piange perché sa che deve fare la cosa giusta, per sé, per Kidou, per Haruna e per Yuuka. Hanno tutti sofferto troppo, oltre non si può andare. Eppure è doloroso, uccidere un amico. Sapere che dopo quel momento, non potrà più parlarci, guardarlo negli occhi, sentirlo vicino… Dopo aver condiviso tanto, la separazione è sofferta. Cosa hanno condiviso insieme, due notti e tre giorni? No, non è solo questo. Il tempo in questo contesto è irrilevante: hanno condiviso infatti una quantità tale di dolore, rabbia, umiliazione, ricordi e paura che basta a renderli amici. Basta a rendere straziante un addio, che è consolazione per uno, promessa di un futuro per l’altro.

Ti ringrazio per questo testo, ti ringrazio per l’impegno e il tempo che ci hai dedicato. E’ qualcosa di speciale e molto significativo: mi sono commossa, accidenti!
Ti saluto adesso carissima, ma ci sentiamo presto!
Un bacio,

Sissy <3