Recensioni per
Falling from the sky, achieving freedom.
di iaia_86

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
29/10/16, ore 20:36
Cap. 7:

[Valutazione del contest Non vedo, non sento, non parlo]

(La lascio a questo capitolo perché nella versione che mi hai mandato non è presente l'epilogo.)

Titolo:
Onestamente non mi piace la scelta di dare a storie in italiano titoli (specie se titoli lunghi) in lingua straniera senza motivi particolari (legati ad esempio alla trama): secondo me questo cambiamento non aggiunge nulla, anzi, mi infastidisce proprio… ma questo ormai è risaputo, e non mi ci soffermo oltre.
Il significato del titolo invece mi è piaciuto molto: è davvero molto particolare, poetico e malinconico al punto giusto per incuriosire il lettore e invogliarlo a leggere la storia.



Sviluppo della scimmietta:
La trama della tua storia è molto corposa, ricca di informazioni e colpi di scena, e la scimmietta “non parlo” passa inevitabilmente in secondo piano: con tutti i problemi che ci sono, il fatto che qualcuno sia senza voce non è qualcosa di cui preoccuparsi più di tanto.
Inoltre, il tuo protagonista è molto più turbato dalle cirostanze in cui ha perso la voce, che dalla perdita in sé… anche se ho apprezzato che abbia trovato da solo un modo alternativo per comunicare con quei pochi che gli stanno veramente a cuore.
A conti fatti, anche se avrei preferito che ti fossi soffermata di più su di lui e su quello che prova per questa mancanza, direi che comunque hai rispettato le indicazioni del contest.



Uso dell’immagine:
L’immagine è descritta accuratamente (mi ha colpita che tu abbia citato persino quel pezzettino di filo spinato che si vede ai margini della pozza) e ben contestualizzata all’interno della storia.



Caratterizzazione dei personaggi:
In questa storia ci sono davvero tanti personaggi (molti di più della media delle storie relativamente brevi che sono abituata a leggere), compresi due protagonisti. Iniziamo proprio da uno di loro, il primo che viene presentato.

Nel prologo Nijem è un ragazzino di soli dodici anni, tanto spaventato da quel futuro che altri avevano scelto per lui da volergli sfuggire – e tanto sveglio e determinato da riuscirci.
In questa prima parte si toccano quasi con mano i sentimenti misti di paura e speranza del protagonista, e inoltre mi è piaciuto molto come hai sottolineato (quando sbarra un solo accesso alla stanza dei paracaduti per poi fuggire dall’altro) che, nonostante le apparenze, Nijem rimane un ragazzino di dodici anni, e come tale ha ancora “l’innocenza della sua età”.

Quando lo ritroviamo nel secondo capitolo sono passati ben tredici anni. Ormai Nijem è un giovane uomo che di innocente non ha più nulla, ancora provato da quella fuga che gli è costata la voce e una gamba. È evidente che adesso è abituato a lottare per la sopravvivenza, e anche che questa lotta l’ha reso cinico e apparentemente insensibile alle sofferenze altrui.
Una cosa che mi ha lasciato perplessa è la sua collezione di mandibole, non per il dettaglio macabro in sé (questi son gusti), ma perché nonostante sia una cosa non da poco la butti lì come se niente fosse, senza spiegare il perché sia nata quest’insana mania (che tra l’altro, visto che ne ha soltanto due, si potrebbe presumere essere recente… oppure no?). Senza contare che poi la citi un’unica altra volta (nella descrizione di lui dal punto di vista di Iaria) e mai più. Sinceramente questo non mi è piaciuto, avrei preferito qualche spiegazione in più su questa sua “collezione” – oppure che non l’avessi proprio tirata in ballo.
Invece ho molto apprezzato la sua reazione quando si rende conto che la donna che ha appena portato al suo rifugio altri non è che la soldatessa che tredici anni prima l’ha privato della voce: questa improvvisa scoperta riporta a galla tutta la paura di un Nijem ragazzino, e ho trovato estremamente naturale che si sia fatto prendere momentaneamente dal panico visto tutto il carico emotivo che gli è piombato addosso.

Vederlo nel terzo capitolo attraverso gli occhi di Iaria inizialmente disorienta un po’, perché sembra quasi più bestia che uomo. Un “selvaggio”, come lo descrive lei stessa, e un nemico… eppure anche dietro questa patina di diffidenza e paura vediamo il vero Nijem, quello che, nonostante le apparenze e con modi decisamente poco ortodossi, si adopera per salvare la vita di quegli estranei senza chiedere nulla in cambio.

Nel quarto capitolo sembra un uomo completamente diverso: una volta tornato in un ambiente sicuro ha abbassato le sue difese, e quindi lo vediamo più rilassato, tanto da concedersi qualche minuto per ammirare il cielo attraverso una pozzanghera, perdendosi nei suoi pensieri.
Inoltre, per la prima volta dal prologo, ritroviamo un’ombra di quell’ingenuità che aveva da ragazzino nelle sue reazioni impacciate agli approcci di Richard: nonostante sia un uomo, ormai, sappiamo dalle parole di Mariat che finora non aveva avuto esperienze in campo sentimentale (probabilmente troppo concentrato sul fuggire al passato e lottare per un futuro incerto), quindi è verosimile che questa sua esuberanza l’abbia colto di sorpresa.
Mi ha colpito positivamente anche il modo in cui risalta il contrasto tra il Nijem che abbiamo visto finora e quello che si rapporta con Vasna e Mariat: con loro tutti i suoi muri crollano, e finalmente riusciamo a intravedere quegli aspetti quotidiani (come le amichevoli prese in giro e i rimproveri bonari) che finora ci erano preclusi.
Ultimo ma non ultimo, ho trovato molto verosimile la reazione sconvolta di Nijem quando scopre, dalle parole di Iaria, che sua madre era perfettamente consapevole del destino a cui l’aveva mandato incontro e da cui era fuggito… anzi, era d’accordo con loro, con i suoi aguzzini.

Nel quinto capitolo torna il Nijem guerriero, e nel sesto lo vediamo combattivo anche se frastornato: è distrutto dalla morte dei suoi amici, e dentro di sé vorrebbe avere più tempo per piangerli e magari dar loro degna sepoltura… ma la vita ormai l’ha forgiato abbastanza da sapere che in battaglia non può permettersi cose del genere, e per quanto dura possa essere deve alzare la testa e andare avanti, combattendo con tutto se stesso per cercare di sopravvivere.
Il capitolo si chiude con Nijem che decide di seguire Iaria per aiutarla a recuperare suo figlio. È una decisione controversa, questa, e mi ha positivamente colpito che abbia deciso di tornare nei luoghi che popolano i suoi incubi non tanto per aiutare lei, ma soprattutto perché vuole fare tutto il possibile per risparmiare ad altri ragazzi innocenti le sue stesse sofferenze. Mi è piaciuto perché se avesse deciso di esporsi così tanto solo per Iaria sarebbe sembrato forzato… insomma,va bene che ormai sono alleati, ma si conoscono da pochissimo tempo mentre per tredici lunghi anni l’ha vista come il demone che gli ha rubato la voce, e rischiare la vita per una persona del genere non l’avrei trovato verosimile.
Anche la sua reazione di fronte alle capsule di crioconservazione mi è piaciuta molto: un misto di angoscia per ciò che gli ricordano e impotenza perché, nonostante tutti i suoi sforzi, non riesce ad aprirle… per concludere con la risolutezza di chi accetta i suoi limiti, grato di essere almeno riuscito a salvare una di quelle vittime inconsapevoli.


Iaria la intravediamo al termine del prologo e della folle corsa di Nijem verso la libertà (anche se lo scopriamo soltanto in un secondo momento che si tratta proprio di lei) e poi nel primo capitolo la troviamo tredici anni dopo… esattamente come l’avevamo lasciata: è una soldatessa, è fiera di esserlo ed è brava in quello che fa.
Le è stato affidato il comando della missione e lei esegue gli ordini, seria e professionale: non si perde d’animo nonostante i nemici siano numericamente superiori, anzi, sprona perfino i suoi compagni ad attaccare per spianare la strada alla loro flotta.
Tuttavia, quando le cose volgono al peggio, la maschera cade e anche lei mostra il suo lato più umano: è in questo momento che si capisce quanto ancora tenga al padre di suo figlio (nonostante lei lo neghi con tutta se stessa), e anche ovviamente al suo equipaggio; è in questo momento che si lascia veramente andare, e urla tutto il suo dolore e la sua disperazione mentre cerca invano di scaricarle su chi le ha causate tramite il bazooka.

Quando riprende i sensi, nel capitolo tre, lo fa a causa di un urlo disumano, in un luogo a lei sconosciuto e con una ferita potenzialmente mortale al fianco… e nonostante tutto (forse per l’addestramento o forse per una sua personale straordinaria forza d’animo) riesce a mantenere il sangue freddo, tanto da ingaggiare una lotta impari con quello che crede suo nemico per raggiungere l’unica sua possibilità di salvezza.
Mi è piaciuto molto come, non appena riesce a mettersi in piedi dopo il brusco intervento di Nijem, si prodighi ad aiutare Vince: nonostante l’apparente freddezza Iaria è molto affezionata al suo equipaggio, e in questo frangente traspare in ogni gesto e parola che rivolge al compagno ferito.

Nel capitolo quattro non sappiamo granché di lei, se non che i suoi compagni l’ammirano e la rispettano (ma questo già era evidente nella prontezza e nella fiducia con cui sia Richard che Vince eseguivano i suoi ordini)… e che, alla fine, capisce la vera identità dello sconosciuto che li ha salvati. Capisce che quel giovane uomo è lo stesso che proprio lei ha cercato di uccidere tredici anni prima, perché così le avevano ordinato.

È una svolta importante che si ripercuote anche nel quinto capitolo, in cui Iaria si ritrova suo malgrado a mettere in discussione tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento, e questo anche e soprattutto grazie a (o a causa di) Nijem, che a soli dodici anni ha avuto la forza di ribellarsi a quel sistema che a lei sembrava perfetto, ma forse invece… tanto perfetto non è.
Dopotutto lei stessa ha scoperto che sulla terra si può vivere tranquillamente, mentre le avevano sempre detto il contrario… ed è per quello che aveva accettato di offrire suo figlio per quel progetto che comincia a sembrarle sempre più assurdo.
Il dialogo con Vasna è molto toccante e profondo, ed è bello che le due donne riescano a parlare col cuore in mano di argomenti anche delicati, perché un sincero scambio di opinioni è alla base di ogni solida relazione… e loro hanno una relazione, a quanto pare, ma il lettore può intuirlo soltanto dalla frase “La sacralità insita in quella frase la fece rabbrividire, non la mano che lenta ma decisa si infilava sotto la sua blusa.”, perché fino a quel momento (e poi anche dopo) il loro rapporto è presentato né più né meno che alla stregua di un’affettuosa amicizia.
E, ti dirò, probabilmente l’avrei apprezzato di più. Non fraintendere, mi piacciono molto le coppie fem-slash ben sviluppate, ma in questo caso il voler sottolineare con quell’unica frase che tra loro c’è un qualcosa di tipo romantico mi è parso forzato, e avrei preferito che tu avessi magari lasciato le cose in sospeso, lasciando al lettore la facoltà di vederci ciò che preferiva.
Nella la disperazione di Iaria per la sua morte (che sarebbe stata ugualmente naturale in ogni caso, perché non ci si dispera solo per la perdita di un’amante, ma anche per quella di un’amica) e nella conseguente follia omicida vediamo la rinascita del comandante Keeric, che si affida al suo istinto di soldatessa per riuscire a sopravvivere in quella battaglia impari in cui si è ritrovata coinvolta suo malgrado.
E poi, al termine del capitolo, i ruoli di comandante e di madre si fondono, ed è una donna nuova quella che sta al comando dello Spec-T diretta all’AlphaDue: finalmente ha capito che non è quello il mondo in cui vuole far crescere suo figlio, ed è disposta a combattere con le unghie e con i denti per riuscire a sottrarlo al suo destino.

È sempre questa fusione di madre e comandante ad accompagnarci per tutto l’ultimo capitolo, durante la corsa sfrenata per salvare Nathan, e che alla fine sacrifica la propria vita senza rimpianto, consapevole di essere riuscita nel suo intento: dare a suo figlio la possibilità di vivere libero su quella Terra che l’ha tanto affascinata nel breve periodo in cui ha avuto modo di abitarci.


Due parole anche sui personaggi secondari principali (perdonami il gioco di parole), perché ciascuno, a modo suo, è stato fondamentale per lo sviluppo della trama:
- Richard: è un uomo forte e determinato, leale con gli amici e con una gran forza d’animo; è consapevole di essere stato fortunato a ricevere una seconda occasione dalla vita (grazie alla crioconservazione) ed è ben deciso a sfruttarla il più possibile.
- Vince: nonostante la sua giovane età è un valoroso soldato che nei momenti cruciali sa dare prova di sangue freddo e prontezza di spirito; anche lui è affezionato ai suoi compagni, e nella missione iniziale era disposto a rischiare la vita per tentare di salvare almeno la loro.
- Vasna: una giovane donna molto più matura di quanto si direbbe dalla sua età, leale (e spesso materna) con gli amici e altruista anche con gli sconosciuti; ha fatto dell’aiutare il prossimo la sua missione di vita, ed è stata disposta a morire per non venir meno ai suoi principi.
- Mariat: spensierato e incline allo scherzo, è l’unico (oltre a Richard) che riesce a far comportare Nijem come il venticinquenne che è con battutine e provocazioni; tuttavia nel momento del bisogno dimostra di saper essere un leader valido e leale, che nonostante fosse consapevole del pericolo ha rifiutato di tradire Iaria e gli altri, perdendo la vita.



Stile e trama:
Il tuo stile è fluido ed eterogeneo, con dialoghi quotidiani, minuziose descrizioni fisiche, resoconti di battaglie e altro ancora.
Il lessico è ricercato (senza però scadere nell’eccessivo) ed è sempre ben contestualizzato; la sintassi è ben curata, ricca di coordinate (prevalentemente per asindeto) che facilitano la lettura e rendono il testo sempre di immediata comprensione.

Ho però notato due errori ricorrenti che, in alcuni punti, interrompono la fluidità della lettura:
- Tendi ad andare a capo molto spesso, a volte anche dove non ce ne sarebbe bisogno (la regola vuole che si vada a capo – iniziando così un nuovo paragrafo – quando il discorso precedente è concluso e si cambia argomento). Es. In fondo, lui era solamente un ragazzino di dodici anni a cui molti dei complotti terrestri erano preclusi.
Neanche sapeva se fossero stati i suoi genitori a volerlo in quel luogo o se loro si fossero opposti a quello che lui aveva subito come un rapimento.
Aveva fatto buon viso a cattivo gioco, rispettando le regole e conformandosi al volere dei suoi aguzzini; questo finché non era arrivato il suo turno
- In molti casi unisci molte frasi semplici tramite punto fermo, e il testo risulta come frammentato. Es. Fu in quel momento che lo vide. Sul polso della sua mano brillava un bracciale a tecnologia micronica (3). Uguale a quello che indossava sempre sua madre.
- O, ancora peggio, si rischia “l’effetto elenco”, specie se tutte le frasi iniziano con un verbo. Es. Posò due dita sulla giugulare del soldato assodando il fatto che fosse vivo. Gli diede uno sguardo complessivo e notò immediatamente il grumo sanguinolento che era diventato il suo piede destro. Lo afferrò con forza sotto le ascelle, sollevandolo e iniziando a trascinarlo verso il suo rifugio a più o meno un chilometro di distanza.

Altri errori sporadici che ho notato sono l’eccesso di virgole in alcuni periodi (Poco più distante da dove si trovavano loro due, potè – ndg: poté – scorgere i capelli ramati della donna, che ora sapeva chiamarsi Iaria, che riposava apparentemente tranquilla sul lettino che le perteneva.) o, al contrario, troppo poche (Avrebbe voluto fargli presente che non lo aveva fatto per loro ma per se stesso e che non era il primo di quegli esseri che uccideva e che solo per colpa di quel dannato sostegno da manutenzionare la situazione si era capovolta.)


La trama è davvero originale e molto complessa… tanto che cercare di svilupparla in così (relativamente) poche parole non le ha certo giovato. In tutta onestà, ho avuto come l’impressione di leggere il riassunto (per quanto articolato e ben scritto) di una storia molto più corposa: sono presenti tutti i punti salienti della trama, ma manca gran parte dei dettagli, dei gesti quotidiani e di tutte le piccole cose di contorno che sembrano inutili, ma in realtà sono indispensabili.
Ad esempio servono per una più completa caratterizzazione dei personaggi, e poi sono necessari per rallentare un po’ laddove ce ne sia di bisogno, perché se è vero che nei tratti dove viene descritta la fuga o la battaglia è giusto che il ritmo della narrazione sia frenetico, nel resto della storia invece sarebbe stato meglio se le cose fossero andate con un po’ più di calma, per così dire: gli eventi si susseguono uno dietro l’altro quasi senza respiro, e il tutto risulta tanto affrettato che il lettore si ritrova come sballottato da una parte all’altra, il che gli impedisce di godersi appieno la storia.

Inoltre ci sono alcune questioni che in questa storia hai dato per scontate ma che, secondo me, non lo sono, e avrebbero invece avuto bisogno di qualche spiegazione in più. Ti faccio alcuni esempi:
- L’imboscata in cui Iaria, Richard e Vince cadono nel primo capitolo: chi li stava attaccando e perché? L’imboscata è per definizione qualcosa di programmato, il che lascia presupporre che i nemici sapevano che li avrebbero trovati lì, quindi cos’è successo? C’è stata una fuga di notizie o una qualche spia interna?
- Perché il governo del cielo vuol far credere a tutti che sulla Terra non si può vivere? Ed è una menzogna totale o effettivamente ci sono dei problemi? C’è una qualche guerra in corso tra cielo e Terra?
- Questo “Progetto Ripopolazione Terra”, con conseguente crioconservazione dei ragazzi, è davvero volto al bene futuro della razza umana, o c’è qualcos’altro sotto?
- Cos’è questa “città di controllo” in cui si sono rifugiati Nijem e gli altri? E che significa che loro sono “l’ultimo baluardo della resistenza”, come dice Vasna a Iaria?

Un’ultima cosa negativa e poi passo a parlarti di ciò che mi è piaciuto (perché non farti ingannare: la tua storia mi è piaciuta molto, è solo che ho preferito darti tutti i bocconi amari all’inizio per togliermi il pensiero).
Il finale non mi ha affatto convinta: dopo tutta quella lunga corsa per la sopravvivenza (e in generale la lunga corsa che è stata da inizio storia per arrivare qui) mi è parsa una chiusura troppo brusca, adatta magari al finale di capitolo ma non al finale vero e proprio; si avverte distintamente che manca qualcosa, come se il testo fosse incompleto.
Ora, io sono andata a guardare la storia pubblicata online e ho letto l’epilogo e so che in effetti il testo che mi hai mandato è veramente incompleto… ma se avessi dovuto dare un voto alla storia che mi hai presentato, avrei considerato il tuo finale insufficiente per i motivi che ti ho spiegato.


Ok, detto questo passiamo alla parte piacevole della valutazione.

Ho apprezzato moltissimo questa storia perché, errori a parte, l’ho trovata molto ben scritta e, soprattutto, molto originale.

Già nel prologo il lettore si ritrova catapultato nel vivo dell’azione, ed è partecipe di tutta la paura e l’emozione di questo piccolo protagonista in fuga verso la libertà.

Mi è piaciuta anche la tua scelta di raccontare come il protagonista maschile ha perso la voce, e anche e soprattutto quella di fare in modo che i due protagonisti fossero legati da un evento così negativo: solitamente (almeno nelle storie che ho letto io) se in una storia ci sono più protagonisti essi sono legati da sentimenti positivi quali amicizia e/o amore, mentre invece qui non sei caduta nel solito cliché.

L’ho trovato un particolare molto originale e inoltre, dando modo al lettore di entrare nella mente di entrambi, hai creato un interessante contrasto nella caratterizzazione: sia Iaria che Nijem sono personaggi positivi, ma entrambi vengono percepiti dall’altro, in un primo momento, come dei nemici, e quindi in modo totalmente negativo.

La storia tra Nijem e Richard aggiunge un tocco di romanticismo che non guasta mai, a mio parere, e anche se in un primo momento credevo che fosse stata troppo “frettolosa” (si conoscono, un paio di giorni dopo c’è il primo bacio e dopo un mese o poco più Nijem sente di essere innamorato), ad una seconda rilettura mi sono detta che… beh, ci sta. Dopotutto siamo in una situazione paradossale, e non è strano che in queste circostanze i rapporti interpersonali (siano di amore o di semplice amicizia) subiscano una notevole accelerata rispetto a quelli nati in un contesto quotidiano e privo di pericoli.

Richard stesso aggiunge un ulteriore punta di originalità ad una storia già originale di per sé: scoprire che in realtà lui è vissuto sulla Terra moltissimi anni prima ed è arrivato in questo tempo soltanto grazie alla crioconservazione inizialmente destabilizza, ma al contempo dà al lettore modo di vedere la cosa attraverso un secondo punto di vista, il che non guasta mai.

Infine, mi è piaciuto moltissimo il messaggio che si evince nel finale: un singolo uomo è apparentemente impotente di fronte a forze più grandi di lui, ma se nel suo piccolo riesce a cambiare la vita anche soltanto di un’unica persona è già una vittoria.



Gradimento personale:
Questa storia mi è piaciuta molto sia per la sua originalità sia per il modo in cui hai strutturato la narrazione (l’alternanza dei due punti di vista l’ha resa molto più dinamica e intrigante), ma continuo a credere che forzandola in un numero limitato di parole tu le abbia come tarpato le ali, impedendole di sviluppare al meglio tutte le sue potenzialità.
 

Recensore Master
06/10/16, ore 17:33
Cap. 8:

6° Classificata al contest "Poker d'immagini" con 45,5 punti su 60.

Stile (grammatica, lessico, impaginazione, titoli, sottotitoli e gradevolezza della lettura): 7/10

La tua storia, piuttosto lunga, è corretta e presenta alcuni errori. Uno che fai ripetutamente è l’accento nella terza persona del passato remoto. In parole come poté e ribatté va usato l’accento acuto perché la vocale si pronuncia chiusa. Sì invece va con l’accento grave.
Ogni tanto scrivi frasi molto lunghe in cui andrebbe inserita una punteggiatura che ne agevoli la lettura.
Un piccola nota riguarda la punteggiatura dei dialoghi. Alla fine di ogni descrizione del discorso diretto va un punto e quindi successivamente una maiuscola anche se il personaggio continua a parlare subito dopo.
Nel complesso la tua storia è scritta bene. Il tuo punto di forza è, a mio parere, l’eccellente lessico, ma nella lettura ogni tanto si inciampa in frasi troppo lunghe e articolate. Non che in sé siano un problema, ma riducendo gli avverbi e aumentando la punteggiatura si alleggerirebbero migliorando l’effetto alla lettura. Per fare un esempio concreto ti cito questa frase:
- “Ma non avrebbe saputo come farlo e poi gli sembrava tanto una di quelle giustificazioni sterili, con il solo scopo di discolparsi per qualcosa che non aveva fatto anche se in realtà probabilmente lo aveva pensato in primo luogo e questo lo infastidiva ancora di più.”
L’impaginazione è semplice ma curata, alcune note arricchiscono il tuo scritto e le ho trovate ben inserite, altre però avrebbero dovuto trovare spazio all’interno nel testo arrichendolo e non essere un surplus a fine capitolo. Piccolo suggerimento al riguardo: i programmi di scrittura offrono la possibilità di inserire le note di modo da poterle leggere anche solo passando con il mouse sul numerino, questo avrebbe favorito il lettore.
Il titolo. Questo è un elemento soggettivo e nel tuo caso forse avrei tolto la seconda parte e lasciato solo Falling from the sky, e poi, ma questo è davvero personale, avrei messo il titolo in italiano, dopo tutto il tuo testo è in italiano.

Trama (assenza di “buchi”, colpi di scena, particolarità, personaggi): 15/20

La tua trama di base è originale e ben costruita, un cerchio che si chiude perfettamente. I personaggi sono descritti bene e subiscono una crescita durante il racconto, oltre al fatto che sono ricchi di sfumature. In particolare molto originale Nijem con il suo handicap.
Ho però trovato gli avvenimenti troppo affrettati uno dopo l’altro, non solo le azioni in sé, ma anche i rapporti tra i personaggi evolvono troppo in fretta. Andando in ordine, la battaglia nei cieli è ben descritta e ha i giusti tempi, il cambio di prospettiva con Nijem è perfetto e il ritrovamento dei feriti anche, ma poi tutto accelera a dismisura. Stiamo leggendo di Iaria la cui ferita viene brutalmente cauterizzata e poi ci ritroviamo una belva davanti. La lotta, la fuga, il ristabilimento e poi l’aggressione della Geneto di cui non avevamo avuto nessun sentore, eppure i protagonisti sapevano che un caduto dal cielo non viene lasciato in vita. Insomma, purtroppo trovo che manchino dei pezzi al tuo racconto, delle motivazioni. Non sappiamo contro chi si battono Iaria e il suo equipaggio all’inizio se non che è una fazione avversaria e non sappiamo perché la Geneto Enterprise mente sulla situazione della Terra, non conosciamo le motivazioni del progetto di criogenesi e più in generale non riusciamo ad avere un’idea generale della situazione politica, sociale e persino geografica in cui si muovono i personaggi. Riguardo invece ai rapporti personali tra i personaggi quando ho letto di Richard che bacia Nijem sono rimasta proprio di stucco. Malgrado ci fossero state una o due battute di Richard certo non potevo aspettarmi un’evoluzione così subitanea. Per Iaria e Vasna va un po’ meglio poiché lasci intendere che è passato del tempo nel quale si è creata la loro relazione.
Insomma, mi spiace perché come ti ho detto i personaggi erano molto interessanti, credo però che la tua storia avrebbe guadagnato molto da un approfondimento del mondo stesso e da un’analisi più profonda dei personaggi, magari riducendoli a Iaria e Nijem e quindi dando più spazio al loro conflitto e alle loro motivazioni fino a giungere al cambiamento in entrambi grazie alla conoscenza dell’altro. Iaria in particolare era un personaggio pieno di potenzialità, un soldato ligio al dovere che arriva a sparare ad un bambino indifeso e che poi si sacrifica per salvare il suo di bambino e dargli il futuro libero che merita.

Gradimento Personale: 6,5/10

Come ho già detto riguardo alla trama la tua storia aveva un ottimo potenziale e trovo che l’inizio promettesse molto bene. Mi è piaciuto il combattimento aereo, anche se ammetto che pensavo si combattesse nello spazio e quando ho capito che era all’interno dell’atmosfera, visto che i velivoli precipitavano, sono rimasta un poco interdetta. Ho apprezzato un po’ meno il resto della storia che, come ti ho detto, ho trovato troppo affrettata, i cambi di scenario e di situazione mi hanno spesso colta di sorpresa, ma non in senso buono.
I personaggi mi sono piaciuti, in particolare Iaria e Nijem, ma anche Richard con il suo umorismo.
Ho apprezzato anche la circolarità della storia che finisce dove tutto è iniziato.

Uso dell’immagine/delle immagini: 13/16

Personaggio 4/4: Lavoro eccellente. Hai descritto Nijem in ogni dettaglio, dall’abbigliamento, alle armi fino all’attitudine e all’espressione del volto. Punteggio pieno meritatissimo.

Paesaggio 2/4: La descrizione c’è, ma nel racconto il luogo si perde completamente dopo questa prima immagine che ne dai. Oltretutto molti dettagli si sono persi e per ciò prendi solo la metà dei punti disponibili.

Oggetto 3/4: Hai utilizzato molto bene l’oggetto, è presente nella storia fin da subito, viene richiamato a metà racconto e vi ritorna, fondamentale alla fine. Piccolo neo però, è che non capisco perché l’unico modo per aprire una vasca di criogenesi sia quell’oggetto, dopo tutto al momento del risveglio la madre dovrebbe essere morta da tempo, come afferma il Consigliere e poi il bambino non appartiene alla madre. Malgrado ciò il bracciale è descritto molto bene e meriti i tre punti.

Scena 4/4: La storia inizia e finisce nell’immagine che hai scelto come scena, oltre al fatto che il concetto di criogenizzare i bambini è al centro della trama. Di nuovo punteggio pieno.

Recensore Veterano
12/07/16, ore 18:29
Cap. 3:

Ehi ciao :)
Sono inciampata piacevolmente sulla tua storia e ho divorato letteralmente i 2 tuoi capitoli in ben che non si dica. Pur non essendo il mio genere, ti faccio intanto i miei più sentiti complimenti per il tuo stile calligrafico, è molto scorrevole, ma al tempo stesso descrivi bene le emozioni e gli avvenimenti, in più non ho trovato errori grammaticali, brava davvero! Spero che aggiornerai presto. Sei davvero brava a scrivere nonché a descrivere. La metto subito fra le seguite!!
ps. se ti va passa da me, ho appena iniziato una nuova storia e mi farebbe tanto piacere che tu passassi magari per darmi consigli o farmi una critica. Se lo farai, ti ringrazio anticipatamente.
un bacione,
mary xx

Nuovo recensore
04/07/16, ore 21:06
Cap. 1:

Affascinante! Cioè non posso esprimermi molto visto che è appena all'inizio, ma è scritta molto bene e credo che la seguirò volentieri!