[Valutazione del contest "Giochi o non giochi?"]
Titolo:
Il titolo è sicuramente originale e divertente (il che immagino fosse il tuo scopo), ma mentre la parentesi tonda si spiega da sé ed è assolutamente perfetta per la storia, devo dire che quel “Effetti collaterali” non mi pare molto indicato: immagino che con “effetti collaterali” ti riferisca al Pocky Game (e tutto quel che ne è derivato), ma onestamente trovo che il collegamento tra il gioco e la pseudo rissa citata nella parentesi mi pare un po’ forzato. Sì, è vero che è per quella che Sai ha avuto l’idea del Pocky Game, ma il gioco stesso non mi pare un “effetto collaterale” quanto piuttosto un metodo poco ortodosso per porre fine al litigio – e il bacio è un “effetto collaterale” del gioco stesso.
Sviluppo del gioco:
Il Pocky Game è sicuramente il momento clou della storia, ma forse viene un po’ oscurato da tutta la vicenda dell’afa su Konoha: è da lì che parte tutto, perché è la calura estiva che dà vita al bisticcio tra Sasuke e Naruto per il telecomando dell’aria condizionata, che a sua volta spinge Sai a cercare una soluzione per farli smettere.
A parte questa piccolezza, ho trovato il gioco molto ben integrato nella trama e soprattutto molto importante ai fini della stessa. Mi è anche piaciuto che tu abbia scelto di farlo intendere dai due protagonisti come l’ennesima sfida: considerando i loro trascorsi, direi che è una scelta decisamente appropriata.
Caratterizzazione dei personaggi:
Pur avendo dato ampio spazio alla narrazione fine a se stessa, sei riuscita – anche grazie ai molti discorsi diretti – a delineare un’ottima caratterizzazione di (quasi) tutti i personaggi.
Trovo decisamente plausibile che a Konoha ancora le persone non si fidino molto di Sasuke – dopotutto era un fuorilegge fino a una manciata di mesi prima – e altrettanto plausibile mi pare che invece Naruto e gli altri, che hanno avuto modo di combattere al suo fianco in prima linea, non si facciano problemi ad accamparsi nel suo salotto.
La scena sui nostri eroi si apre con l’ennesimo bisticcio tra Naruto e Sasuke (con un blando intervento di Shikamaru che poi, facendosi vincere dalla pigrizia come sempre, decide di lasciar perdere) e questo direi che è assolutamente normale.
Mi è piaciuta anche quella frecciatina più o meno innocente su Sakura e il suo “animo da medico e da saputella mai sopito”, che fa notare a Naruto – non a torto – quanto sia inutile e anzi dannoso voler abbassare ulteriormente la temperatura in casa.
Col proseguire del bisticcio tra Sasuke e Naruto è evidente che, più che per il controllo del telecomando, i due litighino proprio per il gusto di farlo: è il loro modo di rapportarsi, e ho apprezzato molto che tu abbia sottolineato come queste discussioni in fondo siano mancate a Naruto (e forse anche a Sasuke).
Assolutamente realistico che i due siano finiti subito con l’azzuffarsi come quando erano bambini… mentre non mi ha convinto che, tra tutti, sia stato proprio Sai a proporre il Pocky Game per separarli.
Ora, ammetto che è un po’ che non bazzico nel fandom di Naruto, ma ricordo che già un paio di anni fa Sai era spesso descritto come una persona estremamente maliziosa (e talvolta pure pervertita), pronta sempre a mettersi in mezzo e a cogliere ogni occasione propizia per fare i suoi porci (spesso letteralmente) comodi.
Ecco, il fatto è che Sai non è così, o almeno non lo è nel canon. Lui è un ragazzo cui è stato insegnato a reprimere le proprie emozioni al punto che i primi tempi non riesce nemmeno a comprendere quelle degli altri, e anche se col passare del tempo migliora molto sotto questo aspetto non ce lo vedo proprio a diventare il malizioso manipolatore (a fin di bene, certo) che hai descritto nella tua storia (e che è descritto in moltissime altre storie).
E quel “sorriso inquietante che l’ha reso famoso a noi fangirl” è soltanto il sorriso di uno che non è ancora abituato a sorridere perché per tanti anni non ha mai avuto occasione di farlo, nulla di più e nulla di meno.
Ma chiudiamo la parentesi Sai (per inciso, non è una crociata per difenderlo perché in effetti non mi fa né caldo né freddo come personaggio, è soltanto il mio parere personale sulla sua caratterizzazione) e torniamo a Sasuke e Naruto.
Il Pocky Game è strano e ambiguo come gioco, lo sanno tutti, ma Naruto che accetta la sfida come entusiasmo perché, ehi, è comunque una sfida, è così tremendamente realistico che strappa subito un sorriso divertito.
Così come è comicamente realistica la discussione in cui Sasuke cerca (invano) di farlo ragionare e lui continua nella sua tiritera del “hai paura di perdere”… tanto che alla fine, ovviamente, Sasuke cede alle sue provocazioni e accetta la sfida.
Una sfida che poi sfocia in un bacio passionale e quasi rabbioso, in cui entrambi cercano di prevaricare sull’altro per avere la meglio: altra cosa molto in linea con le loro personalità, perché orgogliosi come sono qualunque cosa diventa un pretesto per “stabilire chi è il più forte” (e perché veramente la tensione erotica tra quei due si taglia col coltello, ma questa è un’altra storia).
Inizialmente non ero molto convinta sul modo in cui il bacio poi si trasforma e i due continuino tranquillamente a pomiciare davanti a tutti, ma poi mi sono resa conto che, in effetti, loro non hanno mai fatto caso più di tanto a chi avevano intorno: quando hanno un conto in sospeso (sia una discussione verbale, una lotta o un bacio come adesso) è come se per loro il resto del mondo svanisse nel nulla. E quindi, sì, è verosimile che sia successo lo stesso in questo caso.
Mi ha fatto sorridere il modo in cui Shikamaru li fa tornare al presente: semplice e schietto, si limita a commentare l’ovvio giusto per interrompere quella situazione che, in effetti, per gli spettatori doveva essere diventata parecchio strana e imbarazzante.
Ho molto apprezzato che Naruto non se ne vada insieme agli altri ma rimanga a casa di Sasuke “a godersi il fresco” come aveva preannunciato: andarsene dopo quello che è successo sarebbe stato come scappare, e Uzumaki Naruto non scappa di fronte a niente e nessuno.
E infatti, mentre Sasuke si crogiola nelle sue paturnie mentali e si arrovella su cosa fare o cosa dire dopo quel bacio, lui con tutta naturalezza se ne esce con quel “voglio rifarlo” che strappa un sorriso al lettore – e fa quasi venire un infarto a Sasuke.
Stile e trama:
Strano. Ecco la parola che più di tutte, per me, descrive il tuo stile.
Il lessico e la struttura sintattica sono curati e talvolta anche piuttosto elaborati, in netto contrasto con il contenuto quotidiano e familiare.
La digressione iniziale sull’afa che incombe su Konoha è forse l’esempio più calzante di questo contrasto tra forma e contenuto, ma ovviamente è una cosa voluta.
Mi piace molto come, a dispetto del tono talvolta solenne della narrazione, i dialoghi siano invece freschi e frizzanti, perfettamente adeguati a quelli che, ninja o non ninja, sono in fin dei conti ancora dei ragazzini.
Ho anche apprezzato molto quel “-ttebayo!” posposto da Naruto alla sua affermazione sul fatto che non avrebbe più lasciato il fresco di quella casa… ma avrei preferito che non fosse l’unico della storia: è veramente carina l’idea di inserirlo (dopotutto è una sua esclamazione tipica), ma giacché l’hai fatto una volta magari sarebbe stato meglio mettercene almeno un altro paio, così da evitare di farlo cadere nel dimenticatoio.
Non mi sono invece piaciute tutte quelle parti in cui c’è uno sfondamento della quarta dimensione, quando cioè il narratore smette di parlare della vicenda in senso stretto e inserisce i propri commenti personali: secondo me queste postille non aggiungono nulla alla lettura, anzi, la infastidiscono interrompendo il filo narrativo.
I personaggi sono (quasi) tutti molto naturali, e la discussione tra Sasuke e Naruto è sviluppata davvero molto bene: quei due non ci hanno mai messo molto per passare dalle parole ai pugni, per qualsiasi pretesto più o meno serio, e anche in questo caso non fanno eccezione.
Lo stratagemma di Sai è forse un po’ forzato, ma indubbiamente strappa un sorriso; soprattutto considerate poi le reazioni dei due protagonisti, che si cimentano senza esitare l’uno e preso per sfinimento l’altro in questa nuova e particolarissima sfida.
La scena del gioco è un crescendo di tensione e aspettative, che sfocia in un bacio dapprima casto e poi quasi violento, tanta è la passione che i due “sfidanti” mettono nel cercare di prevalere l’uno sull’altro.
Fa sorridere il contrasto tra le turbe psicologiche di Sasuke, dilaniato tra la voglia di approfondire il contatto e la consapevolezza che non dovrebbe farlo perché non sono soli… e l’innocenza di Naruto, che invece si voleva solo mangiare l’ultimo pezzetto di dolce.
Solitamente non mi piacciono le descrizioni eccessivamente lunghe dei baci, ma ho trovato appropriato che tu invece ti ci sia soffermata così tanto perché rende molto bene l’idea di quanto a lungo sia durato il bacio stesso: il lettore si perde nella narrazione sempre più ricca di pathos, tanto da dimenticarsi – esattamente come Naruto e Sasuke – che in quella stanza i due non sono soli.
E poi tornano tutti bruscamente alla realtà con l’uscita di Shikamaru, semplice ma decisamente appropriata: insomma, nella sua situazione chiunque si sarebbe sentito a disagio e avrebbe cercato un modo per tirarsene fuori.
Anche la precisazione di Sai lascia un po’ straniti, ed è giusto così. In fondo ci eravamo (mi ci metto anch’io) tutti dimenticati che in realtà quel bacio era solo frutto di un gioco, e quando decreta che Sasuke è il vincitore della sfida è come se tutti si fossero risvegliati da un sogno (piuttosto strano, in verità).
Come ti ho già detto, ho trovato appropriato al personaggio di Naruto il suo ostinarsi a rimanere in casa di Sasuke anche dopo che tutti quanti se ne sono andati.
E altrettanto appropriato e naturale è l’imbarazzo che li coglie entrambi una volta rimasti soli, perché in fondo entrambi sanno bene che quel “gioco” si è spinto troppo oltre per poter passare inosservato.
Sasuke non sa come comportarsi, forse timoroso di rovinare tutto… e poi Naruto, schietto e semplicemente impulsivo come al solito, trova il suo personalissimo modo per risolvere la faccenda, stemperando all’istante la tensione e facendo terminare la lettura con un sorriso divertito.
Gradimento personale:
Il comico non è precisamente il mio genere, ma è stato molto interessante leggere qualcosa di diverso, per una volta: la tua storia mi ha fatto ridere e sorridere, e (quasi) tutti i personaggi sono resi veramente molto bene nonostante la situazione decisamente particolare in cui li hai descritti.
E poi è indubbio che la tensione sessuale tra Sasuke e Naruto è presente fin da quando erano due mocciosetti che nemmeno sapevano cos’era, la tensione sessuale, quindi è cosa buona e giusta dar loro un po’ di soddisfazione, ogni tanto. |