Ciao, mi presento, mi chiamo Blackama.
Curiosavo per il fandom e senza neanche fare troppo caso al titolo sono stata attirata dalla descrizione.
Questa lettera è triste.
So che è banale dire così ma è di un dolore infinito e sicuramente non è un argomento da prendere alla leggera. Ci sono considerazioni a dir poco contrastanti, chi sostiene che ci deve essere vita, non importa cosa, e chi invece considera la sua posizione sociale e/o la sua età, proprio come in questo testo.
Nel caso di quest'ultima però si deve condividere con la scelta fatta e infatti Jack ripete continuamente che "andava fatto".
Forse è la frase più significativa di tutta la lettera ma non riesco a sopportarla perché in quelle poche parole ci si nasconde un po' come scusa e un po' come autoconvincimento. Non che bisogna rimanere depressi per tutta la vita quindi da un lato quelle parole servono ma come ben descritto nella lettera non ci si dimentichi delle scelte prese.
Ok, dopo tutto quello che ho scritto mi domando chi sono io per dire così quando se accadesse a me una cosa simile non so che farei, per dire... Ho meno di vent'anni!
In quanto a lettura è maledettamente molto scorrevole, mi ha commossa ed era amara e un po' nostalgica.
Anche solo pensare a una, ormai sempre più frequente, probabilità di capire che si ha negato delle emozioni, dei sentimenti e della stessa vita a qualcuno che stava nascendo grazie al tuo "aiuto" è qualcosa di incredibilmente doloroso, ti strappa una parte di te (semi tua citazione).
Detto questo posso solo dire che in base alla mia esperienza, questo è un concetto che posso comprendere solo a livello intellettivo perché dire il contrario, che lo comprendo a fondo come se l'avessi provato, sarei bugiarda e non ne avrei neanche il diritto in rispetto di chi davvero abbia avuto a che fare con questa scelta.
Perciò chiudo qui e ti saluto
Blackama |