Buonasera, Luca!
Probabilmente questa è la prima one-shot che ho il piacere di leggere (e di conseguenza recensire) dal tuo profilo e la cosa comunque mi fa piacere perché (forse) ti stai aprendo a nuove forme di espressione e come autore non posso che appoggiare questa scelta (non è un modo per biasimarti sia chiaro, semplicemente è bello vivere una ventata di freschezza, di novità) e quindi no, non t'azzardare a cancellare niente, nè ora e nè mai!
Da appassionato della storia e della Rivoluzione Francese, posso dirti che hai giocato in casa per attirarmi alla lettura e questo comunque è una cosa molto intrigante già di suo; ma sono rimasto molto, molto colpito dal mix tra passato e presente e la presenza di questo OC che parla e si esprime.
È una one-shot che permette e riconosce la presenza di spiriti che vagano per la nazione, con i suoi pregi e i suoi difetti e questo, sebbene non è spiegato e non è dato sapere perché, è un'idea singolare e ben incanalata.
Essendo noi uomini di mondo che vivono per mantenere florida la vita e quindi appoggiando la pace, ci addolora leggere di questi attentati fatti per motivi estremi ed esagitati, che non portano le persone a parlare, a confrontarsi con quella civiltà che dovrebbe appartenere in quanto questo mondo, in fondo, lo stiamo plasmando sempre e solo noi.
Alain è uno spirito di quasi tre secoli fa e ha avuto la grande fortuna di vedere la nascita della Francia moderna di nascosto, senza fiatare ed avendo un'opinione a riguardo di ogni cosa ed ovviamente su questa non ha fatto eccezione, essendo anche un po' il suo campo.
Essendo un comandante, è una persona che conosce benissimo quanto la guerra (sempre e comunque) non conosce limiti e gesti da parte d'un avversario perché ci deve essere sempre un vincitore e un perdente una volta iniziato qualcosa del genere.
Quel "avete abbassato la guardia" rappresenta la sua severità e la sua stretta posizione che comunque è forse più tipica del suo tempo, difatti l'impressione che ho avuto è che il suo spirito, nonostante sia stato spettatore di cambiamenti, non abbia comunque avuto un'evoluzione in merito perché non ha vissuto completamente (ed attivamente) il cambiamento.
Una semplice impressione leggendo il tono delle sue parole.
Infatti quello che viene espresso è un forte concetto umano di critica verso il nemico e una sorta di predica nostalgica legata ai suoi tempi, legata a soluzioni efficaci ma comunque ormai superate visti i tempi e le dinamiche legate alla vita e alla politica stessa.
Tuttavia non parla come un vecchio uomo di provincia e iper nazionalista perché rimanere nel mondo gli ha permesso di capire alcune necessità di cui esso ha bisogno oramai, di quello che ormai gira e che è ormai distante dal diciottesimo secolo.
Può avere un'evoluzione del genere ma non essendo che un semplice spettatore, può fermarsi forse solo a questo; tramite Alain, hai espresso la tua posizione a riguardo, del come ci siano limiti dell'etica e della moralità e questi, umanamente, li appoggio alla grande.
Il linguaggio è comunque chiaro e sincero, un tributo personale verso vittime innocenti e ricordarle soavemente per la loro quotidianità e la loro identità, così unica ma differente da chiunque altra.
Una fic che alimenta una posizione che molte persone condividono perché è un qualcosa di grande che si desidera per vivere bene la sua quotidianità, senza distinzioni, etichette.
Senza paura, andare avanti per conquistare sempre più la pace per la quale tutti aspirano e per la quale tutti - in fondo - vogliamo vivere senza nessun tipo di estremismo pericoloso.
Forse un'utopia ma in fondo immaginare è la forza più grande che possiamo avere per alimentare la speranza, la caratteristica più umana appartenutaci, da sempre e per sempre.
Un abbraccio forte,
Watashiwa |