Recensioni per
Devotion.
di iaia_86

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
30/04/09, ore 22:51
Cap. 1:

Ho dovuto rileggere la fiction una seconda volta per poter capire in pieno lo svolgersi degli eventi ma ti assicuro che ne è valsa la pena. Io parlo un po' di parte, perché non amo particolarmente il frequente andare a capo, eppure credo che sia appropiato in simili contesti.
L'aspetto onirico è prevalente e bisogna un po' scavare tra le righe così da riuscire a cogliere le sfumature che dai alle parole, per questo una volta che si comprende la direzione verso cui tende il racconto lo si può apprezzare in pieno. Anche se tutto alla fine appare quasi sfumato, come coperto da un velo d'ombra che secondo me rende bene la situazione di Kabuto, sacrificatosi per il proprio padrone ma che tenta allo stesso tempo di mantenere un accenno di razionalità. E' un'idea molto suggestiva, anche se forse il modo di porla ha un po' pregiudicato la godibilità completa.
In ogni caso, indipendentemente da come sia andato il contest, questa storia mi ha colpita. Alla prossima, iaia!^^

Recensore Junior
30/04/09, ore 14:54
Cap. 1:

e' veramente molto intensa, ho apprezzato moltissimo i pensieri di Kabuto.. sono così veri... tra l' altro è un personaggio che io mai e poi mai riuscirei ad usare ^^

Nuovo recensore
30/04/09, ore 01:26
Cap. 1:

Dunque, ammetto che per comprendere a fondo questa storia ho dovuto rileggerla almeno un paio di volte. Il primo impatto è molto impressionista, e lascia al lettore delle sensazioni, più che un vero e proprio quadro della situazione. La narrazione è composita, giacchè comprende tre diversi punti di vista, quello del narratore, quello di Kabuto e quello di Orochimaru. Tutti e tre, raccontano di momenti diversi, tra loro lontani nel tempo e nello spazio. Si può dire, quindi, che la storia va ricostruita, ed acquisisce un senso se e solo se si ha piena consapevolezza delle varie parti. Come tipo di lettura è un po' ostico, se consideriamo che la minima distrazione può pregiudicarne la comprensione.
Inoltre la narrazione risente di una considerevole carenza di punti di riferimento. Mi spiego meglio. I personaggi di cui parli, si muovono, agiscono e pensano, in un universo nebuloso, informe, se vogliamo. In verità, il racconto è molto introspettivo, pertanto non necessita di una minuziosa descrizione dell'ambiente... però pecca un po' d'atmosfera. Qualche dettaglio in più, invece, avrebbe senz'altro evitato il problema, andando a marcare le cupe sfumature della situazione che proponi. Ti faccio un esempio: una caverna umida, fredda, buia e scabrosa è sicuramente più inquietante di una semplice, generica caverna. A mio parere, la fantasia del lettore va quantomeno stuzzicata, se non abilmente guidata.
Come avrai notato ho assegnato il voto più basso alla voce Correttezza Grammaticale. Il motivo è semplice, nonchè una logica conseguenza di quanto già ti ho esplicato poco sopra. Difatti errori non ve ne sono, e la forma è anche abbastanza scorrevole, tralasciando periodi un po' contorti e poco musicali. Però la narrazione è davvero molto scarna, forse troppo. Intanto ti propongo un piccolo esempio per quanto riguarda quelle piccole stonature che mi hanno fatto storcere un po' il naso.
"Sua madre, con una lunga ferita che le adornava il collo come una macabra collana, preparava la cena."
Ecco io avrei evitato quell'inciso, e avrei messo così:
"Sua madre preparava la cena, con una lunga ferita che le adornava il collo come una macabra collana."
La frase è praticamente la stessa, ed il significato non cambia. Eppure è più scorrevole e musicale. Invece quest'altra è proprio confusa:
"Suo padre, seduto a gambe incrociate davanti al kotatsu*, gli dava le spalle e poteva vedere rapito come un'enorme ferita fosse in bella mostra al centro della schiena."
Sembra che il padre di Orochimaru possa vedere la ferita in bella mostra sulla schiena di... chi? Non si capisce molto bene... Io avrei messo così:
"Suo padre sedeva a gambe incrociate davati al kotatsu, dandogli le spalle. Sulla sua schiena, faceva bella mostra un'enorme ferita, che (soggetto) si soffermò ad osservare rapito."
L'IC dei personaggi è abbastanza buono, ma non eccellente. Con questo mi riferisco in particolar modo alla figura di Kabuto, che mi sembra davvero troppo, troppo dolce e remissiva. Capisco la devozione portata all'esasperazione, ma di lui non si vedono i caratteri dominanti, quali l'astuzia, l'ambiguità, o la freddezza. Al contrario, ho trovato molto calzante Orochimaru, subdolo e approfittatore al punto giusto, così come ci si aspetta da uno come lui.
Per quanto riguarda l'Originalità, invece, posso dire di aver apprezzato la scelta di aver utilizzato un Kabuto di già in simbiosi con Orochimaru... anche se il finale era piuttosto scontato. Insomma, se pensiamo a Kabuto e alla venerazione che lo lega al suo maestro, possiamo bene intendere che l'altro sarà quasi contento di cedere il proprio corpo ad Orochimaru.
L'Attinenza al Tema è la voce cui ho dato maggior punteggio, questo perchè hai saputo analizzare la situazione e ciò che vincola i due, al di là delle mera convivenza... specie quando i sentimenti dell'uno sono mescolati a quelli dell'altro, lasciandoli privi di veli e chiaramente percepibili da entrambi. In definitiva, questa è una fanfic decisamente apprezzabile, sebbene passabile di ulteriori cure, magari proprio nello stile e nella caratterizzazione dei personaggi. I ricordi, i sentimenti, i pensieri dei due protagonisti si legano, si consolidano, si contraddicono e ifine si smentiscono a vicenda. Molto, molto bella è la scena in cui Kabuto piange dall'occhio destro, e la sua mano sinistra giunge rapida ad asciugarne le stille, con una dolcezza che, appunto, non appartiene a colui che vi alberga. Inoltre, attraverso la loro comunione forzata, Kabuto scorge tra le pieghe della propria(o no?) mente tutto un universo di ricordi, di sensazioni, che non gli appartiene, ma che gli rivela ciò che Orochimaru ha sempre celato dentro di sè. Ciò che l'oscuro sennin dei serpenti ancora si ostina a negare, fino alla fine... lasciandoci con il dubbio. Quell'umanità così a stento percepita sarà reale o il frutto di una personale interpetazione di Kabuto?

Nuovo recensore
29/04/09, ore 20:20
Cap. 1:

L'idea mi piace molto. L'idea dell'incubo è piuttosto sfruttata, ma tu sei riuscita a rendere la tua storia piuttosto intrigante. Brava! Adoro che si tenti di estrarre l'umanità di Orochimaru, è una vera e propria sfida visto che è un personaggio decisamente complesso, nonostante molti lo vedano per ciò che solo in apparenza è: un antagonista. Ho apprezzato molto questa tua analisi. Sei riuscita nel tuo intento servendoti di quell'altro personaggio poco complicato (sono ironica, eh!) che è Kabuto. Sono ottime le parti in cui estrai le paure e le debolezze di Orochimaru, specialmente il modo in cui lui le nega, arrabbiandosi. L'ho trovato molto IC, visto che lui fa di tutto per disumanizzarsi e rendersi mostruoso (lo amo per questo). Beh, io sono una filoOroKabu, si sa... avrei messo un pizzico di sentimentalismo in più, perché Orochimaru è sì cinico e spietato, ma lui stesso dice che stando per un lungo periodo con una persona ci si affeziona (e lo dice a Kabuto, chiaro). Credo che Kabuto sia trattato con più riguardo rispetto al Quintetto del Suono, a Juugo, ecc. C'è più intesa e Kishimoto stesso lo fa intendere. Questa non è una critica, ma un'opinione personale. L'unica critica che ti faccio è per la mancanza dei soggetti. Ho capito che volevi dare al racconto un'idea di mistero e arrivare alla rivelazione in un secondo momento, ma stai attenta a non eccedere perché in certi punti è proprio confuso. Ho dovuto rileggere il periodo per capire. Nonostante la critica ti meriti lo stesso tanti complimenti!! Spero di leggere ancora qualche tuo lavoro su Orochimaru! Ciao ciao!