Dio, sto piangendo come un'idiota. E non è cosa da poco, perché sebbene mi capiti spesso di commuovermi raramente finisco a versare fiumi di lacrime davanti a un computer che va a scatti.
Vorrei poter lasciare una recensione veramente completa, ma le mie condizioni dubito che me lo permetteranno -e no, non posso aspettare di essere lucida per lasciar detto qualcosa. Confido nel fatto che Betchi_ si sia espressa meglio di quanto io possa mai fare.
Già nei primi capitoli avevo apprezzato questo delinearsi di un'ambientazione in un tempo futuro e confuso, molti anni dopo una guerra che pare aver scombussolato interamente tutto ciò che noi diamo per scontato sul nostro mondo -comprese le Nazioni stesse- e in cui la poca gente rimasta vive raccolta in qualche paesino ed è incuriosita dalla storia e da ciò che è accaduto nel passato.
Questo Feliciano ormai invecchiato, che vive con queste persone e racconta i fatti come se li avesse visti in prima persona -come infatti è, dopotutto. E andando avanti la situazione si è delineata sempre di più, dalla vecchia guerra che li ha distrutti quasi tutti al caro Germania che è tornato a prendere il suo amato.
Devo confessare che alla fine del secondo capitolo una parte di me era combattuta -credevo e speravo che l'uomo fosse Romano, poi sembrava fosse Nonno Roma ed ero comunque entusiasta ed incuriosita, poi si è scoperto che era, di nuovo, Romano e lì sono crollata. Romano che è cresciuto ed è identico al Nonno, che è diventato forte e maturo e resistente e deciso.
Romano che è sopravvissuto fino a quel momento e che ha visto il suo fratellino invecchiare e morire prima di lui.
E poi il piccolo Europa, comparso dal nulla -l'Europa che è inaspettatamente rinata tutta insieme. Ed è adorabile, quando chiama il Sud Italia "papà" (io che ho sempre visto Roma come un ottimo padre) e immaginarlo mentre coccola tutti i gatti di Grecia.
E, una cosa devo dirla, in quest'ultimo capitolo Romano ha confermato una cosa che avevo pensato leggendo quello precedente, quando Angela andava in chiesa a lasciare una preghiera per Feliciano: dopo una guerra che ha rischiato di distruggere il mondo, l'uomo ha "riscoperto" la fede. Perché dopo un disastro estremo che ha quasi cancellato tutto ciò che si credeva di sapere, all'uomo non è rimasto altro a cui aggrapparsi perché, come dice Romano, è debole; nonostante possa evolversi sempre di più, una crisi simile lo fa crollare e ridimostrare fragile, e tutto ciò a cui può aggrapparsi è la fede in qualcosa.
Perdona il pippone filosofico sulla fragilità umana ma è proprio ciò a cui avevo pensato ed evidentemente non era solo la mia mente a vaneggiare ^^"
Ah, e mi sono piaciuti molto anche i personaggi "favolistici" (credo di averli inquadrati quasi tutti, ma non mi viene in mente chi possano essere lo Spirito delle Nuvole e quello delle Acque- probabilmente sono io che non ci arrivo ma sono curiosa :'D)
Insomma, che dire, ho amato alla follia questa storia che non potevo assolutamente infilare nelle preferite senza lasciare almeno un commento, per quanto ben poco completo. Ah, e anche se le mie lacrime e il mio cuore si sono soffermati tanto su Romano e il fratello non dimentico l'amore di Feliciano e Ludwig, che tanto ha fatto soffrire il nostro italiano ma che alla fine torna a vivere come prima, quando Germania lo porta con sé.
Ma è meglio che la pianti di sproloquiare (mentre scrivevo ho piano piano smesso di disperarmi, almeno ora sto un po' meglio-)
Moi moi! |