Recensioni per
Ancora cinque minuti
di tixit

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
01/09/21, ore 22:16

Questo racconto è perfetto.

E qui potrei terminare, se sapessi far qualcosa in due parole.

Sarò didascalico: l’inizio in medias res è più che efficace, senza nomi propri, solo un figlio che ha deluso il padre; i dialoghi sono serrati e pieni di malinconia al tempo stesso: non ci sono toni alti, nessuna concessione al dramma, incombente e già in atto, ma condotto con assoluta dignità; lo stile è preciso come il bisturi di un chirurgo, tenerezza negata, e per questo più struggente, e non si abbassa nemmeno un istante ai mezzucci che autori meno risoluti avrebbero potuto usare, per guidare il lettore alla compassione: non ce n’è bisogno.

Il personaggio, in questo caso Victor Clemente, è ritratto gentiluomo e galantuomo, con quella sprezzatura che caratterizza gli eroi, o forse gli anti-eroi, di fronte alla morte.

Mi torna alla mente Dumas. L’autore, intendo. Voleva usare il nome di un certo nobile in uno dei suoi romanzi e fu diffidato dal farlo. Qualche tempo dopo ricevette un lettera che diceva circa così: “Caro signore, usate pure il mio nome di famiglia a vostro piacimento. Sono l’ultimo della mia casata e, sommerso dai debiti di gioco, fra qualche ora mi sparerò”. E così andò.

Una lettera che, in altro tono, in altro contesto, avrebbe potuto scrivere questo giovane, che non si scorda di nessuno, che mette tutto in ordine prima di affrontare la morte con quella risolutezza pacata che ci ricorda che la morte è quello a cui la vita tende, e nulla più.

Non si mostra insicuro, perché deve rassicurare gli altri, più fragili: un padre, un fratello minore, cui spetterà il compito di portare il fardello. La sua morte alleggerisce il fardello, lo sa. Lo sanno tutti.

Lo sa anche il padre che farà quel che deve per evitare che lo faccia qualcun altro e in un altro modo, con meno riservatezza, con meno decoro.

“Dammi ancora cinque minuti, figlio mio”.

Gentile autrice, cosa devo fare, misero lettore, solo nell’universo? Non so se madame Ikeda avesse in mente questo, e mentre lo leggevo la prima volta, e poi la seconda, e poi la terza, non era domanda che mi ponevo. Pensavo invece al valore del sacrificio, all’amore espresso con i gesti e non con le parole – le parole sono importanti, ma bastano quelle del narratore. Pensavo all’importanza di uscire di scena così, con magnificenza. Pensavo che so ancora commuovermi.

Pensavo all'importanza del non detto, quando si parla d'altro perché c'è pudore del dire.

Credo che tu fossi in uno stato di grazia quando hai scritto questo racconto. Credo che tu non ci abbia messo cinque minuti, ma forse cinque mesi, il tempo di coltivare l’dea, farla crescere, e poi limarla, sfrondarla, così che la storia riuscisse intatta, e intangibile.

Spezzi ogni difesa del lettore, tagli sul nascere ogni sorrisetto compiacente, regali al personaggio il suo attimo di gloria.

E una lettura a noi che non è svago. Non cito mai Carducci, ma stavolta lo cito: “Il poeta è un artiere” – son necessari muscoli, ferro e fuoco per scrivere questo.

Che è un racconto perfetto.

Ci fosse modo di poter mettere questa storia fra le scelte, come auspicava una lettrice di gusto nell’ormai lontano 2016, io ne sarei felice. O forse è stato fatto è io non so dove cercarle, le ‘storie scelte’.

Però so dove cercare questa tua, tutte le volte che mi serve.

Omaggi devotissimi,

Sacrogral

Nuovo recensore
07/05/21, ore 18:53

Bellissima storia, hai saputo rendere i personaggi estremamente naturali e verosimili. Mi piace l'idea che Girodelle sia così nobile da sacrificare se stesso con tanta naturalezza e il dialogo è estremamente fluido e scorrevole nonostante i sottintesi. Complimenti!

Nuovo recensore
04/06/18, ore 19:01

Ciaoo, ho visto che apprezzi molto il personaggio di Girodel (o sbaglio?). Come mai non hai ancora scritto una ff su Oscar e Girodel come coppia??
Comunque sei bravissima. Un bacio😚

Recensore Veterano
23/10/17, ore 12:52

Avevo messo da parte un pò di cose scritte da te per recensirle quando possibile.
Questa mi era piaciuta allora e mi piace forse di più riletta adesso.
Riesci a condensare in poche righe pensieri legati a eventi e comportamenti che avrebbero perfettamente potuto essere, anche se non ci sono stati.
Girodelle è un personaggio che mi è sempre piaciuto: tu qui lo hai reso un perfetto innamorato, un perfetto figlio, un perfetto fratello. Ha fatto quello che doveva essere fatto, perchè nessuno si prendeva la briga di farlo.
Al fratello ha dato un orizzonte, al nipote un futuro, al padre 5 minuti e a Lady Oscar pochi giorni, ma che valevano una vita intera.
E poi sì, è vero, lei era una donna da ammirare non da amare..

Recensore Master
16/09/16, ore 18:45

Faccio ancora in tempo? 😉Spero di sì, augurandomi anche che non mi si cancelli di nuovo tutto come la settimana scorsa!
Devo dire che ancora una volta ci regali una ff ''diversa'' e originale, per spunto e personaggio. Il tuo Girodel è forse uno dei più profondi e ricchi di sfumature del fandom, specie in questo racconto, poi come tu sai a me piace una certa malinconia di fondo e il personaggio si presta molto sia nell'anime sia tra le tue righe.
Mi è piaciuta molto l'idea di prendere spunto dal ''tradimento'' del visconte e immaginarne le ovvie conseguenze : come nel caso di Oscar, non poteva restare impunito. Colpisce però una differenza: se Oscar agisce d'impulso, quella di Victor è stata una scelta ragionata, e forse per questo ancor più drammatica. Ha programmato tutto Victor in una manciata di minuti : la richiesta di grazia a MA per Oscar, le conseguenze del suo gesto una volta tornato a casa, cosa lasciare alle persone a cui tiene e perché. Quell'orologio dato a Oscar per rammentarle che il tempp continua a scorrere inesorabilmente e non va sprecato, è davvero un pugno nello stomaco, così come la sua mesta intuizione sulle condizioni di salute di lei.A differenza del fratello ( Alo se siamo nell'universo del vischio, almeno per me!), Victor non prova rancore per nessuno, giustifica persino la scelta del padre e difende Oscar quando il fratello fa quell'amara constatazione che nell'anime è affidata ad Alain.
Davvero bello, Tiziana... l'unica cosa che non mi convinceva inizialmente era la tua scelta di rendere anche monsieur Henri un giustiziere fanatico dell'onore al pari del Generale (visione tra l'altro più orientaleggiante, a mio parere, che occidentale), ma poi ho capito che a muoverlo è il desiderio di evitare al figlio una morte per mano altrui. Finale cupo e struggente...però in fondo aperto. Propongo come altre...salviamo Girodel e partiamo con un what if!!

Recensore Veterano
15/09/16, ore 19:21

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
'E una storia che mostra un seguito plausibile della vita di Victor, dopo quanto accaduto con Oscar dinanzi al palazzo dell'assemblea.
E mi piace l'idea che qualcuno, realisticamente, a causa della scelta tragica a cui è costretto il nostro, si ritrovi a odiare Oscar e a definirla egoista. E' molto sincera.

Recensore Veterano
13/09/16, ore 19:54

Ciao, ritorno qui a recensirti e devo dire con immenso piacere.
Io devo dire che ho capito abbastanza bene la mentalità della famiglia Girodelle descritta qui e mi sembra quella degli antichi romani (o dei samurai) che in certi contesti vedevano il suicidio come onorevole.
E devo dire che è bello il contrasto tra la figura dignitosa e malinconica di Victor, che non si pente di quello che ha fatto, e la disperazione dei familiari, divisi tra il "si deve" e l'affetto verso Victor.
Mi piace anche il fratello di Girodel, che quasi odia Oscar perché è la causa indiretta della futura morte del suo congiunto.
Brava, bellissima storia.

Recensore Master
11/09/16, ore 01:37

Non poteva passare impunito un ordine e Girodelle lo sapeva bene. Ma ha rischiato per amore, per lei,senza aspettarsi niente se non una dura punizione,la piu' dura ,la morte.
Che compito dover scegliere chi dovesse compiere su di lui l esecuzione.
Ho sperato in qualche trovata fino alla fine che lo facesse uscire indenne,ma niente e' avvenuto.
Ma di chi e' il nome che scrive sul biglietto a cui vanno in dono i libri?
Oltre che perfetto ho trovato il tuo racconto poetico e malinconico,ma tutto sommato mi e' sembrato perfino sereno il tuo Girodelle.Ciao

Recensore Master
09/09/16, ore 22:21

Cara Tiziana,
Scusami sai, ma io penso che solo il Generalissimo possa essere così pazzamente legato all' etichetta
e alla casa reale da arrivare al punto di uccidere personalmente la figlia, oppure così dolorosamente
saggio da preferire di giustiziarla con le sue stesse mani, nella tranquilla riservatezza di Palazzo
Jarjayes, piuttosto che esporla alle dure prove di arresto, carcere, processo e condanna a morte.
E' vero che Girodelle padre e Generalissimo sono amici, ma non è mica detto che gli amici abbiano
sempre gli stessi gusti e prendano sempre le stesse decisioni. Alle volte la vita riserva incredibili sor-
prese. E anche un' altra cosa... Come mai hai immaginato proprio questo? Girodelle è sempre stato
il tuo personaggio preferito, lo hai sempre descritto come un uomo ricco delle più grandi virtù.
Come puoi immaginarlo suicida o tranquillo accettante di una decisione come quella di suo padre?
Ti prego, spiegami questa incongruenza. Non devi pensare che, con queste osservazioni, io voglia
affossare il tuo racconto, anzi. Il tuo racconto mi piace e il tuo stile narrativo, come al solito, si dimo-
stra intenso e coinvolgente.
CIAO!!!

Recensore Veterano
09/09/16, ore 00:58

Nooooo! Che arrivi un messaggero anche da lui! Che il fratello di Victor si sia sbagliato e Maria Antonietta ci sia arrivata! Perché è troppo bello il tuo Victor, troppo nobile d'animo, troppo pieno di una sensibilità raffinata e profonda, per non ammirarlo ed amarlo, così lucido nelle sue scelte, eppure così passionale. Perché in fin dei conti è la passione che lo spinge a trasgredire, a disobbedire, a tradire. Mai come in questa fic Victor de Girodelle appare come l'eroe romantico per eccellenza, che porta avanti il suo idealismo fino alle estreme conseguenze e per la salvezza della donna che ama va incontro in silenzio ad un destino di morte che affronta con fierezza.
Però devo dire che, dovendo scegliere, l'avrei visto più suicida... il padre è un uomo religioso e non sopporterebbe che il figlio dannasse con questo gesto la sua anima immortale, ed è giusto che egli non voglia dargli anche questo dispiacere, c'è però da dire che lui, consentendo lascia che divenga un omicida. Certo il padre è un militare e forse ha gia qualche morte sulla coscienza, ma il sangue di un figlio ha sempre un certo peso... Magari farsi arrestare ed andare incontro al tribunale militare sarebbe stata la soluzione migliore vista l'etica Cristiana...
Ma infondo siamo tutti figli di Ryoko Ikeda e poco c'è da fare... è Giapponese, quindi ben vengano padri con la spada pronti ad aiutare i figli a fare seppuku!
Venendo alla visione di Oscar donna da ammirare e non da amare, mi dispiace per il fratello di Victor (e per Alain, che della frase detiene il copyright) ma a quato pare chi le vive vicino non riesce a vederla in questo modo e malgrado i suoi numerosissimi difetti, mancanza di lungimiranza (o inconsapevole egoismo, che dir si voglia) in primis ne finisce sedotto.
A Oscar, donna che arde come un fuoco, va il suo ultimo pensiero dopo che ha così pacatamente sistemato ogni cosa, compresa Ninon (perfetto nome da cortigiana) che forse lo consolava un po' di un amore non corrisposto, malgrado il cattivo gusto in fatto di arredamento.
L' orologio che lascia ad Oscar, accompagnato da quella frase... Il fratello dice che forse non capirá (un po' rancoroso sto fratello...ma come non capirlo) ma io sono certa che in questo momento della sua vita Oscar capisce e chissà che non ricordi quelle parole quando prende la mano di Andrè e gli dice che Parigi è pericolosa e lei ha paura...
(Recensione modificata il 09/09/2016 - 01:08 am)
(Recensione modificata il 09/09/2016 - 01:11 am)

Recensore Master
08/09/16, ore 22:30

Ciao, non puoi scrivere una storia così, mi fai piangere. Troppo bella ma tristissima. Il tuo Girodelle é da urlo, un uomo fantastico. Uno che sa quello che fa e il perché lo fa. Giustamente Monsieur Hanri non può permettere al figlio di distruggere la sua anima ma è pronto a dannare la sua, infondo lui è un militare ed uno in più morto non può fare più di tanto la differenza nel conto che il Padre Celeste gli presenterà.
Tutto questo viene affrontato con una lievità un'ineluttibilità del destino da far tremare i polsi.
L'affetto vero e profondo tra padre e figlio è descritto magistralmente.
I personaggi di Oscar e della Regina tratteggiati in modo perfetto rispetto all'anime unite in fondo nella loro poca considerazione del tempo che passa.
Singolare che come sposa avesse scelto una donna di indubbia eleganza mentre per divertirsi una donna senza stile ma con tutt'altro capacità.
Adesso parliamo di cose serie, in cinque minuti tutto può essere cambiato. Ecco che arriva Alo ch'è andato a prendere Sigyn e fermano questa pazzia. Diranno a tutti ch'è morto e lo faranno imbarcare per le Americhe. Loro raggiungeranno l'Inghilterra e la famiglia Girodelle sparirà dalla Francia in tempo prima che tutto venga travolto.
Un orologio speciale farà a capire a qualcuna che deve svegliarsi a salvarsi.
Lieto fine obbligatorio. Un abbraccione

Recensore Veterano
08/09/16, ore 16:00

Nella storia originale, nè manga e né anime, non si conosce il destino del buon Victor Clement. Certo il mancato adempimento ad un ordine non deve essere passato inosservato e immagino che questa fine sia plausibile per chi, come lui, apparteneva alla nobiltà. La vergogna e il disonore si lavano col sangue. Lui, perfetto gentiluomo e valente ufficiale, esprime le sue ultime volontà. Bella la storia ma, come te, non mi rassegno alla morte di tutti i nostri beniamini. Complimenti anche per il diario di Rosalie che non ho recensito, finalmente una Rosalie, piagnola come solo lei può essere, ma piena di carattere e per la Sirena ora ha i fianchi più larghi(?), mi pare sia lo stesso tua.

Recensore Master
08/09/16, ore 11:10

Davvero molto bella. Uno sguardo dolce e malinconico su uno dei personaggi forse più bistrattati dell'anime (sempre e comunque dopo Fersen, naturalmente). Il fatto che Girodelle abbia osato aspirare alla mano di Madamigella Oscar, diventando così, di fatto, un rivale dell'amatissimo André, è una cosa che non gli si perdona facilmente XD Ma per me il povero Victoire non è affatto così terribile come lo dipingono, anzi!
Quel che mi piace delle tue storie, è lo sguardo disincantato - e, a tratti, un po' cinico - attraverso il quale descrivi i personaggi. Noi tendiamo (e mi ci metto anch'io nel mucchio, naturalmente) a considerare Oscar al pari di una Dea, perfetta ed intoccabile, dimenticandoci che, invece, Madamigella è sì indubbiamente eccezionale, ma è umana come tutti gli altri. Pur essendo di animo nobile e generoso (questo nessuno lo mette in dubbio) è anche una donna testarda e, in certi casi, terribilmente egoista, totalmente incapace di vedere al di là di se stessa. In fondo, anche quando decide di lasciare le Guardie Reali per unirsi alla Guardia Metropolitana, non si preoccupa minimamente dell'effetto che la sua decisione potrebbe avere sulle persone che la circondano, in particolare riguardo ad André, che, di fatto, viene lasciato letteralmente a piedi; Oscar non si cura minimamente di quello che "lui" potrebbe volere (diamine, è, per sua stessa ammissione, una delle persone più importanti della sua vita, la sua "ombra", come lo definisce lei stessa nel manga!), dando per scontato che l'uomo avrebbe accettato una qualsiasi sistemazione alternativa propostagli dal Generale (che so, amministratore di qualche loro possedimento sparso per la Francia, ma ce lo vedi André a farsi da parte così, senza dire bah? Noi, no di certo, e neanche lui, solo Oscar non ci pensa minimamente, con le conseguenze che noi tutte conosciamo).
Tutto questo per dire che, al netto di ogni considerazione prettamente "sentimentale", sono d'accordo con il fratello di Girodelle, almeno in parte. Evidentemente, Oscar "sarebbe" una donna da ammirare, ma chiunque le si trovi vicino finisce inevitabilmente per amarla (anche chi ha coniato per primo questa massima, ovvero Alain) - e questo proprio perché, almeno questo è quello che penso io, lei è, sotto l'apparenza glaciale che la contraddistingue, terribilmente, meravigliosamente umana.
E' tutto, bravissima come sempre!
A presto :*

padme

Recensore Master
08/09/16, ore 10:32

Girodelle e Oscar sono stati uniti dalla stessa sorte, solo che per lei è arrivata in tempo la salvezza: l'ultimo gesto d'amore di Girodelle.