Recensioni per
Subway to Hell
di Lupoide

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/02/20, ore 19:44

Recensione premio per il contest "Cos'è, una specie di magia?" - 2/2

Lupoide caro, eccomi qui a lasciarti la seconda recensione premio! Sono stata attirata da questa storia sia per il genere (l'horror si legge sempre volentieri *-*) sia per il titolo della storia, che mi ha rimandato ad Highway To Hell degli AC/DC, ovviamente :D e infatti la prima cosa che ti dico è che ho apprezzato tantissimo tutti i riferimenti musicali che hai fatto e anche la scelta di inserire la musica: anche io in viaggio ho sempre e costantemente le cuffie alle orecchie, come tante altre persone del resto, quindi ho trovato molto credibile che Rico stesse ascoltando musica durante il viaggio in metro!
Sai una cosa? Questa storia è stata del tutto inaspettata. Già mi immaginavo che durante la corsa sarebbe capitato un qualche evento sovrannaturale che avrebbe portato il treno a schiantarsi, incidentarsi, uscire dai binari, prendere fuoco o cose del genere, invece si può dire che la cosa più normale dell'intera storia è stata proprio il treno XD
Le descrizioni della gente all'interno del mezzo, così apparentemente normali - persone che si potrebbero incontrare tutti i giorni su una metro - ma allo stesso tempo in via di putrefazione, mi ha veramente inquietato, sei stato molto abile a gestire le immagini e mi sono figurata tutto nella mente! Mio dio, che ansia XD
Oltretutto ho trovato molto originale che, nonostante il loro aspetto spaventoso, non fossero cattivi o malintenzionati, un aspetto che invece si inserisce spesso in horror del genere.
Io, fossi stata nel protagonista, avrei dato di matto e mi sarei cercata di buttare fuori dal treno in corsa in preda al panico XD ma lui non l'ha fatto, mi è parso fin troppo tranquillo e penso che questo dipenda dal fatto che, in fondo in fondo, aveva la consapevolezza di essere come loro. Certo, l'immagine riflessa nel vetro l'ha sconvolto, ma ho come l'impressione che una parte remota del suo cervello l'avesse già interiorizzato.
Una storia breve ma molto suggestiva, sei riuscito a impressionarmi e per questo ti faccio i miei complimenti, non è facile trovare un horror in grado di farmi provare qualcosa - specialmente in letteratura! Felice di aver scelto questa storia per a recensione premio *-*
Ala prossima e ancora bravo!!! :3

Nuovo recensore
19/01/20, ore 21:45

Salve Lupoide, sono lieta di leggere nuovamente qualcosa di tuo! Inanzi tutto mi complimento per il lessico ma soprattutto per la capacità col quale mi hai tenuta incollata per ogni riga.
Quando ho letto Cannonau, il mio cuore si è riempito di gioia: sono sarda quindi grazie mille, sono felice il nostro vino venga apprezzato e citato in questa flash-fic.
Ho amato tutto ma la fine ha superato ogni cosa... ammetto che mi ha ricordato tantissimo il film "Il Sesto Senso" perché "Quelli peggiori sono quelli che non sanno di essere morti".
Guarda, davvero meraviglioso. Spero di poterne leggere altre con questo stampo!

Ci si legge in giro!

Recensore Junior
18/12/19, ore 20:00

Ammetto che dalle prime righe stavo quasi per correre a una conclusione affrettata: sempre andare avanti ;)
Dunque, inizio col dire che nel 1929 viene pubblicato Il Disgusto di Aurel Kolnai, un saggio di filosofia estetica definito scorretto dalla critica, poiché costituì la svolta in detto campo per quanto riguardava il giudizio sull'arte dell'epoca. Secondo il filosofo, il disgusto non era qualcosa di necessariamente negativo, ma un interesse e una attrazione che si decideva eventualmente di repellere ma da cui si restava di fatto colpiti e sconcertati per la sua crudezza, come di fronte appunto alla morte, alla decomposizione.
Il tuo Rico, dal nome spagnoleggiante, pare essere l'unico ancora attaccato all'amore, a una persona cara, in un certo senso e solo alla fine si accorge rimanendo inorridito del fatto che tutti siano morti viventi. È interessante come gli altri personaggi non diano peso alla questione, come l'espediente della descrizione ti abbia permesso di tenere un ritmo serrato eppur accattivante fino alla fine, inducendo di primo impatto a considerarla un'introspettiva romantica.
È una bella critica alla società odierna dall'inizio, dalla tecnologia presente ovunque, ma offuscata dalla musica (l'arte) e dalle considerazioni del tizio.
Alla fine tutti sono condannati in un certo senso, ma il ragazzo sembra il solo a schifarsi di fronte alle ferite e i brandelli di carne, a volersene tirare fuori.
Bravo!! 👏
(Recensione modificata il 18/12/2019 - 08:01 pm)
(Recensione modificata il 18/12/2019 - 08:02 pm)

Recensore Junior
19/11/19, ore 16:17

Recensone Premio per il Contest "Giardino - tra Foglie e Vita"

Eccomi per la seconda recensione premio! Allora, anche qui grande, enorme metafora, anche qui uno spunto finale che apre innumerevoli porte. Mi sarebbe piaciuto magari un pezzetto in più, ma c'è anche da dire che la storia per com'è rimane misteriosa, è come se venisse tranciata lasciando un finale aperto che porta alla riflessione. Il ritratto dato dalla routine l'ho apprezzato, ora, ognuno la pensa in modo diverso sulla quotidianità, dipende da quella che si vive e da quanto si apprezza o no la propria, ma ci sono moltissimi altri fattori. Macabro e agghiacciante è il pezzo finale, la descrizione di queste "mutilazioni" e l'odore di putrido che sembra crescere sempre più, innalza l'inquietudine del racconto. Sarà anche il fatto che la vicenda narrata è normale. è un gesto quotidiano appunto e questa trovata/metafora inquietante modifica questa idea che abbiamo della routine rendendola spaventosa. Uhh interessante la trama che mi ha incuriosita con questa ripetizione dei 9 minuti.

Elisa

Recensore Master
30/10/19, ore 01:08

oi...

grazie in anticipo per la notte insonne

che cavolo.... il racconto mi è piaciuto un sacco... ben scritto, piacevole a leggersi e per nulla pesante

è bello che parta come una storia normale, ma che una volta sceso nella metro esca gradualmente il suo lato horror...

hai mischiato bene tutti gli elementi... ora vado a farmi i miei incubi...

alla prossima

Recensore Master
20/10/19, ore 11:37

Come promesso ecco la mia recensione! Questo è il tipo di racconto che mi piace particolarmente. L'inizio apparentemente prosaico quasi banale nel descrivere la routine di una giornata qualunque e la conclusione sorprendente, beffarda e graffiante nella sua amara verità.
Per quanto riguarda la scrittura ho notato qualche piccola incertezza qua e là, un paio di ripetizioni, qualche "suo" di troppo che fanno inciampare il lettore. Niente che una buona rilettura non possa comunque aggiustare!
Un'ultima notazione sui vini che io sono come Tina al riguardo! Se le piacciono i rossi Merlot, Negramaro e anche il Cannonau vanno benissimo, lo Chardonnay di solito è bianco! Scusa ma io mi ci sono incastrata su questa cosa e ho perso un po' la sospensione dell'incredulità e questo è il patto fondante tra scrittore e lettore! ;)
Comunque bravo!

Nuovo recensore
03/05/19, ore 19:35

Ahha ha cavolo è una storia paradossale, sembra quasi seguire il filone della commedia horror, tipo il film "muori brutto zombie bastardo", capolavoro del trash...è forte perché ha quel che di nonsense e di ambiente onirico che ti scuote e ti strappa una risata..isterica ecco.
Non male, unica cosa quando si mette il punto, la frase dopo deve per forza esplicitare il soggetto.. Cioè dopo il punto non puoi dire: "era seduto" ma bensì "tizio era seduto", anche se sappiamo già di chi si tratta.

Quando ho tempo faccio un salto anche dall'altra

Recensore Master
25/03/17, ore 07:37

Ciao! Ho deciso di leggere questa storia perché è l'unica conclusa e le altre in corso non so se le continuerai e mi dispiacerebbe iniziare qualcosa senza avere la possibilità di leggere il finale.
La storia in sé mi è piaciuta, è sviluppata bene, le descrizioni e l'ambientazione di ciò che circonda il protagonista e i suoi pensieri sono chiari.
La frase finale è sicuramente la parte che colpisce di più, perché è molto vero. Spesso siamo persi nei pensieri, nelle cose da fare, nei problemi da risolvere, ci dimentichiamo di guardarci attorno e apprezzare cose che magari riteniamo banali e scontate.
Ti segnalo una cosa, nella frase: "potrei addirittura riuscire a passare a prendere al Super sotto casa a prendere una bottiglia di Merlot" hai messo due volte "a prendere" non so se la cosa è voluta, però secondo me è un po' pesante come ripetizione, spero non ti abbia dato fastidio, eventualmente puoi dirmelo e provvedo a toglierlo dal commento.
Bravo, complimenti!
Sakkaku

Nuovo recensore
10/09/16, ore 21:11

Ehi, ciao =)
Credo che esista soltanto una parola per descrivere questo tuo racconto: bello. La storia è bella non soltanto perchè hai descritto in modo dettagliato sia i pensieri del protagonista che l'aspetto orrendo degli altri personaggi, ma per il modo in cui termina. " Siamo tutti morti che camminano ... solo che ogni tanto ce lo dimentichiamo". Questa frase ti da molto da pensare. Siamo così presi dalla nostra routine, dagli impegni, dal fare quotidiano che non diamo la giusta importanza ad ogni singolo momento. Più che prestare attenzione al mondo che ci circonda ci ritroviamo a pensare alle cose più assurde e futili, una bottiglia di vino, rosso o bianco, e non vediamo nient altro.

Ancora complimenti
Ciao, ciao =)