3° posto al Phobos e Deimos Contest
INTO THE WATER
di rora02L
Sviluppo della trama e caratterizzazione dei personaggi: 10/10
La storia è molto interessante, hai scelto per Johanna una paura molto plausibile, quella dell'acqua e dato una spiegazione altrettanto credibile per la nascita della suddetta, ossia le torture subite in prigionia che farebbero piegare il più forte degli animi. Infatti Johanna si è spezzata, come lei stessa ha ammesso, ha talmente paura dell'acqua da non sopportare il contatto fisico con nessun liquido, nemmeno il tè, tanto che per farsi la doccia neanche riesce a spogliarsi, troppo presa dai terribili ricordi della pelle nuda e bagnata messa alla mercè degli occhi dei suoi torturatori.
È il dottor Nereo a farla uscire da questo incubo, con la giusta dose di pazienza e determinazione. Non si fa mettere i piedi in testa dal carattere duro di lei che, nonostante cerchi di ribellarsi, in realtà non lo fa con convinzione, perché una parte di lei vuole guarire e ricominciare a vivere davvero una vita normale.
Alla fine, affrontando le sue paure insieme a lui, grazie al calore di questa persona, riesce a trovare il modo di affrontare la sua personale 'coperta di morte'.
Johanna è caratterizzata benissimo, forte e dura, abituata ad andare in giro con un'ascia in mano, come un prolungamento di se stessa, ma anche fragile ed indifesa di fronte ai rivordi della prigionia.
Capital City non poteva toglierle gli affetti visto che è rimasta sola, quindi ha trovato il modo di toglierle la tranquillità, il senno e la dignità.
Si lascia convincere a tentare di superare questa fobia dal dottor Nereo perché in lui rivede il suo amico Finnick, proveniente dallo stesso distretto e quindi in simbiosi anche lui con il mare che tanto le fa paura.
Nereo è altrettanto interessante, è un uomo caldo, confortante, come ogni dottore dovrebbe essere, ed anche deciso e sicuro di sé pur essendo uno studioso e non un combattente come invece è Johanna.
Grammatica, stile, sintassi: 8,5/10
✏da i --> dai
✏ serrò --> serro
✏Sono tutti verbi, formano tutti una frase a sé stante essendo predicati verbali, quindi sono necessarie le virgole:
urlo strillo strepito --> urlo, strillo, strepito
✏frase poco chiara:
Sulla trentina appena compiuti --> 'sulla trentina'oppure 'sembrava avere trent'anni appena compiuti'
✏I numeri, a meno che non si tratti di date vanno sempre espressi in lettere:
4 --> quattro
✏Spazio non necessario:
Non curante --> noncurante
✏Parola che non mi convince:
Il gelido del mare --> il gelo del mare
Considerato il fatto che era una one shot abbastanza lunga non ho riscontrato molti errori come puoi ben vedere.
Hai utilizzato un lessico semplice, privo di fronzoli, perfettamente adatto al point of view utilizzato, dopotutto Johanna è una persona estremamente diretta e senza peli sulla lingua, un linguaggio forbito avrebbe stonato non poco.
Quello che ti ha penalizzata è stato il fatto che i periodi sono troppo spezzati, hai messo punti dove sarebbe stato meglio mettere virgole, frammentando i ragionamenti della protagonista, rendendo tutto caotico.
Nella parte iniziale, in cui lei sta ricordando la prigionia questo modo di scrivere non stonava perché era confusa a causa della paura e il terrore delle torture subite, ma quando la narrazione si è spostata nel presente, quindi in una situazione meno tesa, ha creato troppo caos, disordine.
Inoltre nei discorsi diretti con botta e risposta, devi andare a capo o rischi di far diventare la storia un blocco unico. Anche l'occhio vuole la sua parte e dare ritmo al testo con pause quali punti a capo, virgole e punto e virgole è importante.
Gradimento personale: 10/10
In generale ho apprezzato molto la storia, hai inserito la citazione in molte parti, rendendola quasi ridondante, Johanna poi è uno dei miei personaggi preferiti di Hunger Games e quando l'ic è così calzante non posso che essere soddisfatta del risultato e apprezzare la storia.
Mi è piaciuta molto la spiegazione iniziale riguardo la talassofobia perché indica il fatto che sei andata ad informarti a riguardo prima di scrivere, inoltre è una delle mie fobie, non è grave come quella della protagonista, io ho solo paura di affogare e del mare profondo, quindi non so nuotare, ma ho particolarmente apprezzato che tu abbia scelto di affrontare la parte più estrema e spaventosa di questa fobia.
Se non fosse stato per gli errori grammaticali e di stile avresti potuto tranquillamente vincere perché ti sei soffermata a lungo e bene sia sui sintomi che sul processo di guarigione, se ne avessi fatto una minilong sarebbe stato un capolavoro, in quanto avresti rallentato ancor di più la narrazione, sviscerando ogni sentimento ed emozione in tutta calma.
Bonus: 0,5
Totale: 29 |