Recensioni per
L'insostenibile leggerezza dell'essere
di G RAFFA uwetta
mi ero ripromessa di lasciare un commento a questa storia, come sempre arrivo tardi, ma perdonami, sono davvero incasinatissima (devo ricordarmi di pubblicizzare la storia nella pagina!). Ma davvero merita qualche parola soprattutto perché credo che sia la miglior storia che tu abbia scritto e pubblicato non solo sintatticamente ma proprio come contenuti e filone narrativo: è molto compatta. Poi hai usato personaggi che amo/adoro in una situazione che ha sempre solleticato la mia immaginazione (ti dirò, ho sempre voluto scrivere una cosa del genere, ma ho sempre saputo che non l'avrei fatto, quindi grazie per averlo fatto tu in modo egregio) |
2^ classificata ex-aequo nel contest "3 – il numero perfetto"
“[...], li apostrofò: — Mi è stato riferito che siete” → perché a capo? “È James.” Pensò con il cuore che batteva furioso nel petto, [...]” → la maiuscola in questo caso non ci va perché “pensò” è il verbo reggente di “È James”. Immagino che il punto fermo ti abbia tratto in inganno. “[...] fece una capriola e lanciò vari incantesimi cercando di colpire l'aggressore.” → non è sbagliato, ma quel “vari” dà un senso di vaghezza alla frase. Medici e infermieri → sarebbe stato più appropriato “Medimaghi e guaritori”. “personale medico chiuso in camici verdi.” → nemmeno qui si tratta di un errore, ma quel “chiuso” è superfluo e dà l’idea di “prigioniero”. So che si dice “chiuso nel cappotto”, ma il senso è piuttosto chiaro: il cappotto non è un indumento come gli altri: “protegge” (dal freddo, dalla pioggia), come avrebbe fatto un’armatura contro un avversario armato. “— ha dato precise disposizioni, deve essere scortato [...]” → al posto della virgola ci vanno i due punti. “[...], pensò euforico stropicciando virtualmente le mani nella sua testa.” → “virtualmente” e “nella testa” sono un po’ ridondanti usati nella stessa frase, senza contare che l’insieme della frase risulta un po’ ridicolo; in fondo sono maghi, potrebbe avere un cappello con delle mani che si muovono. Toglierei quel “nella testa”. “Sarebbe bastato poco per essere felice, invece aveva preferito non scegliere, continuando a dividere la sua vita tra l'amore per James e l'abituale presenza della fidanzata.” → “propria” vita. “[...]Davanti al suo sguardo titubante aggiunse, — l'appartamento è irrintracciabile, come del resto tutte le abitazioni degli Auror, — gli ricordò.” → al posto della virgola dopo “aggiunse” ci vorrebbero i due punti, inoltre la frase “come del resto tutte le abitazioni degli Auror” e superflua, tanto più che aggiungi “gli ricordò”, sottolineando che Harry lo sa già. In pratica lo dici a beneficio del lettore, ma avresti dovuto trovare un altro modo, ad esempio scrivendolo nella frase in cui dici che i ragazzi arrivano a casa di Ted, “che, come tutte le abitazioni degli Auror non era rintracciabile”, sebbene l’informazione non sia realmente necessaria per il lettore. “— Dai papà, di di sì, forza, [...]” → il primo “di” è il troncamento dell’imperativo del verso dire, quindi “di’”. [Harry]Uscì dalla stanza, il viso stanco e le spalle curve. Rimasti soli [tra Ted e James] calò un imbarazzante silenzio.→ ho messo tra parentesi quadre i soggetti mancanti perché nel contesto non si capisce subito di chi si sta parlando. La stessa cosa succede anche in un altro paio di frasi che riporto sotto. “— Grazie, ti devo molto, — l'apostrofò James,[...]” → il verbo “apostrofare” viene usato generalmente per indicare “aggredire a parole”, quindi non è la scelta migliore in questo caso. “[...] il sole giocava a nascondino tra i tetti di Londra,[e] disegnava cupe ombre sull'asfalto consumato dal caotico traffico cittadino.” → le due frasi vanno coordinate o subordinate: io le ho coordinate con una “e”, ma avresti anche potuto subordinarle con un gerundio: “disegnando”. — Ho avuto paura di perderlo, — mormorò [James] tra i denti trattenendo i singhiozzi. “[...] aveva inseguito una felicità effimera vivendo una mezza vita, barcamenando la sua anima in un impalpabile esistenza.” → “propria” anima e “un’impalpabile”. “[...], folle di gelosia, [Teddy] mise in atto il suo folle piano [...]” → ripetizione. “[...] serrò maggiormente le dita e cominciò a spingersi [...]” → dove? “spingersi in” o “spingere”. “James cominciò presto a tremare e il [suo] respiro [a] farsi più pesante e frammentato” → senza il pronome “suo” il respiro potrebbe essere anche quello di Ted o di Scorpius. Manca la preposizione “a” per “farsi”. “[...] aiutandosi con la mano facendola scivolare, in una presa decisa, sul pene tumido.” → le virgole non ci vanno. “[...] lo baciò in profondità infiammando, di nuovo, il desiderio.” → le virgole non ci vanno. “— Dove ho sbagliato? — Domandò all'aria, — quel moccioso avrebbe dovuto dormire fino all'alba!” → “Quel” va maiuscolo perché preceduto dal punto interrogativo e non dalla virgola. “— e mi tocca pure dormire sul sul divano.” → ripetizione. “— Nooo,” e “— Shhh,” → sono forme enfatiche, più adatte ad un fumetto che ad un racconto. “[...], anche un po' invidioso, per quelle carezze che si scambiavano.” → “le” al posto di “quelle”: “Quello” Indica persona, animale o cosa assenti o lontani (nello spazio, nel tempo o psicologicamente), mentre qui la scena si sta svolgendo proprio davanti agli occhi di Ted. . “[...] il braccio seguiva l'arcuarsi del corpo sotto il gioco della passione” → “secondo le regole del gioco” oppure “sotto il gioGo”, che però mi pare eccessivo. “Morse con ferocia i denti per non urlare [...]” → cosa? Immagino sia “con” i denti “il labbro/il lenzuolo”. “[...] buttò l'asta dietro di sé che, dopo un paio di piroette, planò [...]” → l’ordine della parole rende astrusa la frase: “buttò dietro di sé l’asta che, dopo un paio di piroette, planò...” “rifece la strada inversa” → “fece la strada inversa” o “rifece la strada al contrario”: così pare che faccia per la seconda volta la strada inversa. “lo succhiò così a fondo tanto da far toccare con la cappella il retro della gola” → il pov è di Teddy. Per quanto stia guardando, non può sapere ‘fino a dove’ arrivi l’operazione in corso, non ha la sensibilità di James. “[...] il bruno alzò il bacino e immerse il viso tra il solco delle natiche [di Scorpius]” → “nel solco” o “tra le natiche”. Anche qui avresti dovuto specificare di chi erano le suddette natiche. “era come se fosse sempre la prima volta…”→ Come prima, il tutto questo paragrafo il pov cambia diventando di James: Ted non può sapere cosa prova James facendo l’amore con Scorpius. “Scorpius si irrigidì, sgranò gli occhi e furioso, seppur intorpidito dalla droga, cercò di levarsi di dosso il corpo del ragazzo. Ma James era più forte, [...]” → manca una virgola prima di “furioso”. Sebbene sia usato in certi contesti (poesia e linguaggio giornalistico), non è propriamente corretto iniziare un periodo con una congiunzione. “[...] prese ad affondare con veemenza in quel calore mordace.” → “mordace” significa “aggressivo, arguto, pungente”, non è l’aggettivo che userei in questo caso. “— Non ricordi nulla? — Chiese apprensivo [Harry] accostandosi al letto [...]” “Harry lo guardò che se avesse appena confermato che la magia è una favola scritta per far addormentare i bambini Babbani.” → credo che quel “che” sia un “come” “— Senti ragazzino, — sibilò con freddezza [il signor Malfoy],” “Com'è possibile?” Si chiese disperato, “desidero talmente tanto quel ragazzo da escogitare un terribile piano pur di ottenerlo, l'ho quasi violentato.” → qui la punteggiatura va un po’ rivista: “Com’è possibile?”, si chiese disperato. “Desidero...” “Teddy sospirò forte, amava James, ne era certo, gli era entrato così in profondità da essere diventato il fulcro dell'anima [sua].” → non di un’anima generale, ma della sua. “non era una persona intuitiva, però aveva avvertito l'agitazione attraversare il corpo” → di chi? Non si capisce se Harry avverta qualcosa in prima persona o se si renda conto dell’agitazione che ha colto Ted. |