Ciao, Lady!
Mi ha fatto molto piacere sapere che questa storia mi è stata dedicata! È stato molto gentile da parte tua, grazie! C: spero di tornare presto a pubblicare storie su questi tre fratelli di cuore, ma al momento ho solo un'idea per la testa che non riesce a trovare un senso preciso su carta. Prima o poi ce la farò.
Intanto, Montale: non ho mai letto le Occasioni, ma i suoi Ossi di Seppia, al tempo, mi hanno davvero sconvolto. Non amo la poesia in generale, ma i significati delle sue poesie e i suoi modi nel costruirle mi ha affascinato moltissimo.
(Rimanendo a Montale, il primo paragrafo mi ha ricordato moltissimo una poesia degli Ossi, cioè I morti.) È doloroso il suo cercare di ricordare senza riuscirci e mi piace l'idea della corda di ricordi, di come Ace si unisca a lui nel cercare di tenerla stretta perché i ricordi riempirebbero il guscio ora vuoto.
Ecco, poi il fatto che Ace l'abbia perdonato -perché l'ha perdonato di sicuro. Anche questo è molto doloroso. Vagonate di feels a manetta, altroché!
Dicevo, a me la poesia non piace. Tranne un paio di autori, tra cui Catullo. La poesia di Catullo è bella perché è bellissima tutta: ha tolto la beltà a tutte le altre poesie (smetto di citare a caso storpiando le cose). Perciò quando ho visto la prima riga del suo carme CI, anche se in italiano, ho cominciato a cantarmela in metrica. Adoro quella poesia, e non fa altro che aggiungere sofferenza alla storia. Il sake è davvero un dono estremo, ma ancor più dono è essere lì. Ace avrebbe voluto sapere che il suo fratellone era vivo, e in qualche modo la vita di Sabo è un regalo per Ace -forse un regalo in ritardo, ma così è.
Rufy mi è piaciuto tantissimo. Lo vediamo attraverso gli occhi di Sabo, ma è un passaggio fondamentale perché Sabo possa guardare in faccia Ace nel suo mondo bianco. Rufy ha pensato di essere l'ultimo rimasto per più di due anni, e la sua gioia nel rivedere Sabo è stupenda e commovente.
Mi piace la sovrapposizione tra realtà e mondo della coscienza di Sabo: quello che deve essere perdonato è Sabo, ma deve essere perdonato da se stesso. È lui stesso a doversi perdonare una mancanza durata dieci anni -una mancanza per cui i suoi due fratelli l'han già perdonato. Mi piace sempre un sacco il fatto che, attraverso il frutto Foco Foco, Sabo possa creare una sorta di collegamento fra se stesso ed Ace -il loro rapporto si irrobustisce, ecco, la volontà e la memoria di Ace passano nel cuore di Sabo, e così Sabo è in grado di accettare se stesso per quell'assenza che gli ha distrutto l'animo.
Ecco, questo per dirti che è una storia bellissima, un'analisi dei pensieri e delle sensazioni di Sabo nel corso degli anni, una reazione alla catena di eventi e di ricordi che sono quasi riusciti a spezzarlo definitivamente, ma da cui riesce a riemergere come una fenice.
"Avevi bisogno di sapere che, qualsiasi cosa fosse accaduta, Ace sarebbe rimasto sempre dietro le tue spalle." Splendida conclusione per una storia che, dopo tutto l'angst, aveva bisogno di raggiungere questa consapevolezza per permettere a Sabo di continuare a vivere -dopo un periodo in cui, probabilmente, riuscì solo a sopravvivere.
Grazie infinite per la dedica, sei stata davvero molto gentile! C:
Grazie anche per aver pubblicato questa storia. Sabo per me è un personaggio difficile, per cui leggere di lui e del suo dolore è un modo per imparare ad apprezzarlo sempre di più. Il suo rapporto con Rufy ed Ace è, penso, quello più bello (toccante, mostruosamente forte, sconvolgente e sì, a volte anche frustrante, almeno per me) di tutto il manga. Grazie per avermi dato una quantità industriale di FEELS enormi -una tristezza di quelle belle, che stuzzicano e sublimano l'esperienza estetica e della lettura. Al sabato sera fa sempre bene leggere storie simili!
Grazie di tutto.
Alla prossima! C:
claws_Jo (Recensione modificata il 01/10/2016 - 09:19 pm) |