Recensioni per
Dear Watson,
di Machi16

Questa storia ha ottenuto 26 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/03/17, ore 15:52
Cap. 13:

Devo ammettere di aver perso un pochino il filo del discorso perché ad esempio non ricordavo che anche John fosse stato rapito o che Mary fosse stata uccisa, ma ho recuperato subito. Sì, in effetti è una svolta che non mi aspettavo. Credevo che Sherrinford avrebbe tenuto le cose in famiglia, rapendo Sherlock e poi coinvolgendo Mycroft. Che fino ad ora sembra fuori dai giochi, forse perché è più difficile arrivare a lui data la sua posizione e importanza nel governo? Presumo che l'ipotesi sia questa. E credo che Sherrinford prima o poi finirà con il coinvolgerlo. Ad ogni modo, essendosi evoluta in altro la faccenda "terzo fratello" non so quanto manterrai del canon, ma ho comunque notato che Sherlock non si ricorda di lui, forse per via di un trauma come quello che ha colpito lo Sherlock della serie. Certo, la mente criminale c'è tutta. C'è la follia, il sadismo, l'istinto omicida... resta solo da vedere come agirà Sherrinford e fino a che punto vorrà "giocare" con Sherlock e John.

Sì, lo so che per Mary non c'è più niente da fare. Ma spero che si possa fare qualcosa per la bambina e che almeno lei si salvi.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
17/03/17, ore 00:08
Cap. 13:

Rendi concreta la sensazione di paura e l’angoscia che animano quel luogo sconosciuto, con la tua descrizione puntuale e scritta in un lessico scelto proprio per dare l’impressione di una situazione estremamente pericolosa (“…buio denso di una stanza senza nome… piccolo bagliore…vecchissima lampadina…filo penzolante… muri polverosi e scrostati…ecc…”). Pericolosa e preceduta da avvenimenti tragici come la morte di Mary. Le tracce del dolore rimangono concentrate in quelle lacrime che si sono seccate sul volto
di John e che appaiono immediatamente allo sguardo di Sh. Il fatto che lui prenda a calci Watson per cercare di rianimarlo dal suo svenimento, mi ha, ad una prima lettura, sconcertato, ma poi ho cercato di dare una spiegazione alla scelta narrativa che hai fatto: sicuramente Holmes vuole ritrovare tutta la sua energia per reagire alla situazione drammatica e far uscire subito il suo amico dall’incoscienza; probabilmente in Sh c’è anche il timore che John sia morto e allora lo scuote quasi con violenza. Anch’io, prima della quarta, devastante, Stagione pensavo che Sherrinford fosse un terzo fratello Holmes, poi c’è stata la scoperta di tutto quello che, invece, riguardava Eurus. Comunque ti lascio volentieri questa libertà narrativa di dare un volto ed un ruolo, temo terribile, a quel nome perché la tua storia è avvincente. Naturalmente spero che non ci getti nella disperazione più nera, perché c’è voluto tanto tempo per riprendermi dal trauma di Sherrinford/prigione per pazzi criminali (e parenti di Sh).

Recensore Master
05/02/17, ore 15:12
Cap. 12:

Ciao, sono in un gigantesco ritardo, lo so ma per tutta una serie di ragioni mi sono allontanata un pochino. Non avevo ovviamente dimenticato la tua storia, che avevo sempre intenzione di continuare a leggere e infatti eccomi qua. Dunque, spero deciderai di aggiornare presto, perché un cliffhanger così è degno dei Moffits. Onestamente non mi aspettavo qualcosa di simile, specie che qualcuno avrebbe finito con lo sparare a Mary che, tra l'altro, ancora è incinta. A questo punto ho più domande che risposte. Chi era quel tizio? Il bambino morirà? Credo, per deduzione, che sia se non la stessa persona, qualcuno di molto vicino a chi ha rapito Sherlock. Mi pare evidente che sia una sorta di vendetta e non mi è chiaro se c'entra Eurus oppure se è un qualcosa di legato più strettamente a Moriarty di quanto poi non lo sia in verità nella serie.

Attendo aggiornamenti.
Koa

Recensore Master
22/01/17, ore 23:34
Cap. 12:

Trasmetti efficacemente con parole crude ed adeguate il vuoto in cui John si sente perduto, quasi senza identità e vie d’uscita, combattuto com’è tra il sentimento potente di amore/odio che prova per lo Sh che l’ha fatto assistere al suo suicidio ma che è l’unico proprietario del suo cuore e Mary alla quale è vincolato da una riconoscente, ma tormentata, lealtà ed un figlio in arrivo. Arriva la svolta drammatica che sbatte John in una cruda realtà (“…Un proiettile attraversò la stanza con una rapidità indescrivibile…”) e lo scuote dalla palude del suo trascinarsi nella vita. Mary muore e Sh è sicuramente in pericolo. Ansia, pura.

Recensore Master
19/01/17, ore 22:57
Cap. 11:

Certo che questo Sh che fruga nel fango, avvolto tristemente dalla nebbia, è un’immagine che lascia il segno, in quanto sembra aver perso completamente la sua dignità ed il suo carismatico fascino che lo facevano passare indenne, durante la soluzione dei vari casi, attraverso esperienze convulse e pericolose. Ci suscita pietà e devo dire che tu ne hai dato, dal punto di vista puramente tecnico, una rappresentazione coinvolgente ed arricchita da un lessico prezioso che è quello che un po’ ti contraddistingue. Un esempio, fra i molti, della tua capacità linguistica di scegliere termini non scontati: “…basilare schema di sopravvivenza… ognuna delle sue mancanze riportandole alla luce nella maniera più brutale…”. Il colpo di scena finale mi ha veramente colto di sorpresa: il terzo fratello? Non vedo Mycroft nei panni di un violento rapitore, lo considererebbe comportarsi volgarmente.

Recensore Master
19/01/17, ore 22:43
Cap. 10:

“…Era in trappola dentro la sua testa…”: questa è la frase che, secondo me, condensa tutta l’angoscia che hai racchiuso in questo Sh così confuso e perso perfino nel suo Mind Palace, fino ad ora l’unico rifugio possibile al vuoto di una vita senza il sorriso di John. E, anche in questo capitolo, fai entrare quest’ultimo nei pensieri, o meglio, nel delirio di Sh e lo fai diventare il timone, il faro che gli impedisce, così sembra, l’ennesimo ricorso alla droga come via di salvezza. Più che una storia vera e propria, con un suo svolgimento ed un susseguirsi di vicende, questa tua ff è un percorso nelle interiorità dei protagonisti, nelle loro ansie, nelle loro angosce, nelle loro certezze di aver perso qualcosa di prezioso perché inespresso. E scriverla non dev’essere stato semplice.

Recensore Master
19/01/17, ore 22:29
Cap. 9:

In questo capitolo l’attenzione si sposta su John, che si sente soffocare dall’atmosfera cupa da cui la sua vita è stata riempita. Ritornano i grandi dubbi su Mary, continua, sotterraneo, lo scorrere impetuoso di tutto quel “non detto” e “non espresso” che ha sempre caratterizzato il suo rapporto con Sh.
Desidero annotare una frase che mi ha riportato, dolcemente, al 221b, a “casa”, a quei momenti ormai perduti, forse per sempre, che avevano riscaldato quelle mura. “…La melodia della sua vita era composta da suoni che quelle corde avevano suonato…”. Ed è proprio lì che John vuole ritornare per cercare, più che Sh, loro due e quello che erano. Un inquietante messaggio rompe l’atmosfera dell’appartamento:”…Miss Me?..”. Mi piace il tuo modo di scrivere ricercato e non banale.

Recensore Master
19/01/17, ore 22:03
Cap. 8:

Siamo all’interno del Mind Palace, se non ho capito male, e Sh sta cercando qualcosa del suo passato che ha sempre costituito per lui un motivo di inquietudine ed imprime nella sua quotidianità un che d’irrisolto. Molto probabilmente desidera con tutto il suo cuore di poter aprire, e dunque metabolizzarne i luoghi o le persone che stanno dietro ad esse, quelle porte per poter essere più libero nell’approccio con John che è diventato parte ineludibile della sua vita. E questo lo comprendiamo, perché Watson è lì, nel suo Mind Palace, addirittura in zone che sono decisamente antecedenti alla sua vita con Sh. “…rise con un’ insana arroganza…”: e trovo molto IC questo “nuovo” John di cui abbiamo già avuto un “assaggio” nella terza Season, quasi sempre assente, lontano, irridente nei confronti del suo (ex)coinquilino che, evidentemente, non riesce a perdonare per averlo costretto ad assistere alla sua sua finta morte.Un bel capitolo, questo, d’ introspezione.

Recensore Master
15/01/17, ore 20:22
Cap. 11:

Capitolo con una svolta inaspettata, decisamente. Credevo sarebbe stato un altro capitolo puramente introspettivo, dedicato a Sherlock e invece arriva questa svolta non prevista. La parte più introspettiva, ovvero quella dedicata ai sentimenti di Sherlock viene accennata nella prima parte e seppur breve riesce a girare attorno a un paio di concetti interessanti. Il che non mi sorprende, perché è una caratteristica di questa storia. Innanzitutto l'immagine iniziale, questo Sherlock di cui abbiamo un'immagine distinta (salvo le varie crisi viste di recente), distaccata quasi, visto gettato a terra nel fango è una cosa che mi ha molto colpita. Ero convinta che Sherlock si fosse rifugiato in una casa (ma distinguere Mind Palace dalla realtà non è facile, specie qui dove la differenza è sottile) e invece è all'aperto. Buttato a terra. E questa idea che si voglia perdere nella nebbia e nella terra nuda, è molto forte e dà l'idea di quello che sta passando. Della tragedia emotiva e personale che sta subendo. Arriva a pensare che tutto questo sia peggio di Moriarty, anzi la sfida con lui aveva avuto risvolti stimolanti da un punto di vista intellettuale (io credo molto in questo anche nella serie), quindi il considerare tutto questo come peggiore rispetto all'intricato caso di Moriarty lo trovo molto giusto. Sì, ancora ho la sensazione che tu ci stia girando attorno su certe cose, anche se qui si arriva su concetti che mai prima erano stati espressi con tanta efficacia e prepotenza. Sherlock ammette che questo marasma di emozione che lo sta dilaniando è spaventoso, e incontrollabile. Ma non ha tempo di proseguire oltre perché il colpo di scena a cui si assiste subito dopo, un vero e proprio coup de théâtre, interrompe ogni cosa. Sherlock stordito e un qualcuno che lo chiama "fratellino". Per un istante ho creduto fosse stato Mycroft, ma ho subito accantonato l'idea... Mycroft lo avrebbe chiamato "fratello caro" e non fratellino, già solo per cominciare.

Ora voglio proprio capire cosa sta succedendo perché il rapimento di Sherlock scompiglierebbe tutte le carte, mettendo John stesso alla prova. Staremo a vedere, ovviamente aspetto aggiornamenti.
Koa

Recensore Master
14/01/17, ore 20:37
Cap. 10:

Se i capitoli che riguardano John sono perfettamente inquadrati in un contesto specifico ed è chiaro ciò che avviene (ovvero John alla ricerca di Sherlock, John preoccupato e che metabolizza i propri sentimenti, eccetera...), quelli che riguardano Sherlock, essendo lui Sherlock, non sono altrettanto limpidi. Quello che mi sembra palese è il fatto che Sherlock si sia perso nella propria mente, più o meno senza l'uso di droghe, e che stia cercando di giungere a una soluzione. Il ritorno di Moriarty? I sentimenti per John e la bambina in arrivo? Può essere forse un miscuglio di entrambe le cose, quel che è certo è che il susseguirsi di pensieri è un po' contorto e non perfettamente lineare. Questo mi piace perché Sherlock Holmes non è un uomo facile e soprattutto le cose si complicano ulteriormente quando è strafatto perché il suo Mind Palace diventa un qualcosa che s'interseca alla vita reale, forse con allucinazioni vere e proprie. Il che, almeno secondo la mia interpretazione, è quello che è avvenuto in questo capitolo. Il suo parlare con John non credo sia reale, non penso sia un qualcosa di concreto. Non credo che John sia riuscito a trovarlo. Quello con cui parla qui sembra più un parto della sua mente. A un certo punto ho creduto che stesse succedendo per davvero, quando gli dice "dai tirati su", ma il pezzo finale in corsivo... Non mi è del tutto chiaro che cosa sta succedendo nel suo cervello, ma qualsiasi cosa sia è un qualcosa che lo agita, che lo spinge a fuggire e nascondersi. Di nuovo per proteggere John? Non basandoti, in questo senso, sul canone, non sto capendo dove stai andando a parare. Ovviamente non vedo l'ora di scoprirlo.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
12/01/17, ore 16:28
Cap. 9:

Questo capitolo John centrico apre davvero tante domande, prima tra le quali è quanto John stia capendo dei propri sentimenti per Sherlock. Perché mi pare in una fase di profonda negazione, alla quale contrasta l'ossessione di sapere dove si trova, se stia bene e che cosa stia architettando. John non si dà pace, letteralmente. E nemmeno quando è casa. Anzi, se ne va via da lì perché non riesce a pensare e tanto che persino Mary gli dà fastidio, impedendogli di ragionare. John conosce Sherlock, ma non così bene da capire che cosa stia succedendo in quel momento o come fare per riuscire a trovarlo. Trovo deliziosi i suoi tentativi, ma quello che più mi ha fatta sorridere è la profonda e dilaniante irrazionalità che lo coglie a un certo punto. Già a Baker Street e sempre senza capirci niente di niente, John arriva a compiere un gesto impulsivo. Uno che reputa come "non da lui" ma che al contrario io credo sia nella cifra del personaggio. Quello che non è da John è il credere nel caso o nella fortuna, in quella sorta di magia che ti conduce nella giusta direzione (perché non puoi credere a certe "sciocchezze" quando da anni frequenti il razionale Sherlock Holmes), tuttavia è da lui quel gesto. La rabbia, la frustrazione e l'amore profondo che prova lo conducono lì. E chissà per quale motivo (ambigua e al contempo interessante l'idea che, magari, sia davvero una specie di magia data dalla fortuna) ci prende! Il foglietto che trova è inquietante, un ennesimo "Miss me" lasciato lì e forse incompreso fino ad ora. Almeno da me. Credo di star capendo attorno a che cosa ci stiamo piegando.

Alla prossima e questa volta spero di stare al passo con i tuoi aggiornamenti.
Koa

Recensore Master
12/01/17, ore 16:14
Cap. 8:

Questo capitolo è decisamente il più mentale che abbia letto fino ad ora, il che è notevole se si considera che questa è una storia poco emotiva e molto cerebrale, fin dalle prime righe del primissimo capitolo. Naturalmente mi è piaciuto perché mi piacciono sempre le storie che vedono Sherlock nel proprio Mind Palace, preda di deliri più o meno lucidi. C'è forse un velo di influenza della quarta stagione (o di promopic/trailer che siano) o così almeno mi è parso da alcuni dettagli che hai seminato qua e là. E se possibile questo me l'ha fatto apprezzare ancora di più, non è facile scrivere su un qualcosa quando è così fresco. A me ci vollero mesi per metabolizzare The Abominable Bride (tanto per fare un esempio).

Ad ogni modo, scena molto mentale e che vede Sherlock tentare un qualcosa che non gli riesce. Chiuso dentro il proprio palazzo mentale cerca di accedere a stanze che gli sono chiuse e di accedere a dei ricordi che non riesce a recuperare. Forse dopo un trauma li ha chiusi lì? E sembra che sia davvero impossibile, ma poi ci si rende conto che c'è qualcosa che non va in lui, perché vede John? Per quale ragione lui gli parla, raggiungendolo in posti della propria mente che sarebbero preclusi? Non ci spieghi se è davvero fatto oppure se non lo è, in questo senso il capitolo non ha una conclusione chiara e limpida, ma è evidente che Sherlock sta risolvendo un problema e che in alcun modo è in grado di venirne a capo. Per ora.

Comuque, tutto molto interessante. Non è mai facile, secondo me, gestire la mente di Sherlock per via delle connessioni mentali dovute alla formulazioni di pensieri. Quanto è razionale e quanto non lo è? Sherlock non è pura mente e nemmeno mera emotività. Ma è entrambi, come tutti noi, solo che reprime certe cose, ed è geniale, ma è anche uno strano equilibrio di tutto questo. Il personaggio è decisamente complesso.
Koa

Recensore Master
12/01/17, ore 16:01
Cap. 7:

Ciao, devo confessare con un po' di imbarazzo che non so per quale ragione io non mi sia affatto resa conto dell'aggiornamento di dicembre. Questo capitolo 7 mi era proprio sfuggito... Ne approfitto per recuperare tutti quelli che mi mancano e che sono venuta a leggere solo oggi, in parte perché ho recuperato dagli shock della quarta stagione che mi stanno tenendo lontana dalle letture.

Come per tutti gli altri capitoli di questa storia, ci si trova di fronte a un qualcosa di molto breve (forse persino un po' troppo, ma queste sono opinioni mie personali) ma non per questo prive di significato. Poche righe per delineare una situazione che persegue dal capitolo precedente e che vede Sherlock sparire e John corrergli dietro. Mi piace l'idea di John che tenta di applicare i metodi di Sherlock per riuscire a rintracciarlo, cosa affatto facile se non sei Sherlock Holmes e non hai un Mind Palace con tutta Londra in testa. Ma John non si fa scoraggiare, non sa dove andare e forse non sa nemmeno il perché, ma questo non gli impedisce di correre via. Anche se avrebbe una figlia in arrivo e una moglie a cui pensare, Sherlock sembra essere il perno di tutto. Perché si è nascosto? Questo problema sembra non dar pace a John.

Vado a leggere il capitolo successivo.
Koa

Recensore Master
11/12/16, ore 21:57
Cap. 7:

Qualche svista di battitura e di tempi verbali (ma quest’ultima osservazione può essere opinabile, l’Autore ha sempre le sue esigenze, vai tranquilla…) non diminuisce la carica emotiva che trasmetti in questo capitolo, breve ma denso di spunti per la riflessione su chi è Sh e su ciò che lega John a lui. Infatti la ricerca del consulting costituisce per Watson non una semplice gara contro se stesso ed i suoi limiti, per “vincere” una scarica di adrenalina, ma è una tensione ben più drammatica, in quanto egli intuisce che Sh sta andando incontro a grossi guai. Mi è piaciuta, per la sua profondità, soprattutto questa frase:”… la vita di John era… una sfumatura più potente delle altre…”, è inconsueta ed originale, significativa.

Recensore Master
16/10/16, ore 01:22
Cap. 6:

“…Baker Street era piena di niente senza Sherlock…”: hai fatto risaltare molto efficacemente l’atmosfera del 221b senza Holmes. È un vuoto assordante, colmo di domande e di rabbia inespressa, di preoccupazione e di disorientamento. Due donne spiccano in quel senso di abbandono e sono la signora Hudson, con le sue dubbie mitezza ed ingenuità e Mary, figura controversa ma sicuramente caratterizzata da una chiara energia e evidente fermezza. John viene scosso così dalla sua impotente confusione mentale e riesce a recuperare la sua sintonia con Sh: in silenzio ed improvvisamente, la sua mente riceve un messaggio dai suoi ricordi ed è quello dell’irresistibile attrazione che magnetizza Sh nei confronti di Moriarty, suo mortale nemico ma pari a lui quanto intelligenza ed asocialità. Capitolo di passaggio, interessante.

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